La notizia della morte del noto Kaiser, come veniva chiamato il mitico calciatore tedesco, Franz Beckenbauer, all’età di 78 anni si è spento nei dintorni di Salisburgo in Austria, dove si era ritirato con la sua famiglia da qualche anno. Dicevamo di un mito del calcio tedesco e mondiale. Un grande campione non solo sul rettangolo di gioco, ma anche di stile nella vita. Capitano della Germania, guidò i compagni alla vittoria della Coppa del Mondo nel 1974 e poi da tecnico della nazionale tedesca nel 1990 in Italia conquistò l sua seconda Rimet da allenatore. Lo ricordiamo in una partita in cui con ampia fasciatura per tutelare braccio e gabbia toracica continuò ugualmente la gara dominando anche in quelle condizioni. Si era procurato una lussazione alla spalla. Ma non poteva uscire, la Germania Ovest aveva già effettuato le sostituzioni consentite (due all'epoca). Franz non potè fare altro che resistere, giocare fino alla fine della gara. Con un braccio fasciato lungo il corpo. Il 17 giugno 1970, allo stadio Azteca, Italia e Germania Ovest si giocano l’accesso alla finale del mondiale in Messico in una partita infinita, che passerà alla storia sia per il risultato e per i colpi di scena sia per il fallo commesso da Cera nei confronti di Beckenbauer, che è costato al giocatore tedesco la lussazione della spalla, ma non l’uscita dal campo, visto che il centrocampista bavarese decide di restare con un braccio attaccato al busto pur di non lasciare la sua Germania in inferiorità numerica. Beckenbauer resta nella storia anche per la splendida sfida tra la sua nazionale e gli azzurri che viene chiamata “Partita del secolo” e non manca infatti di emozioni, con le due squadre che in un incontro di più di 120 minuti si rispondono a tono segnando in continuazione. Bastano 8 minuti agli Azzurri per portarsi in vantaggio con una conclusione potente ed angolata dalla lunetta del limite dell’area di rigore da parte di Boninsegna, dopo uno splendido uno-due con Riva. Dopo aver trovato così presto il vantaggio, l’Italia decide di praticare un gioco totalmente difensivo, chiudendo tutti gli spazi ed impedendo ai giocatori tedeschi di creare occasioni, cercando di ripartire con dei contropiedi che a volte fanno davvero male alla Germania. Solo qualche squillo del temibile attaccante del Bayern Monaco Gerd Muller fa tremare l’Italia, ma le sue conclusioni spesso terminano distanti dallo specchio della porta. La Germania ha bisogno di un altro leader oltre a Seeler e così Franz Beckenbauer decide di mettersi in mostra con le sue classiche incursioni palla al piede, minacciando più volte la porta difesa da Albertosi. Il numero 4 bavarese dimostra di essere un centrocampista (per Beckenbauer questa fu l’ultima volta in cui giocò a centrocampo, verrà successivamente arretrato nella posizione di difensore centrale) con la corsa però di un esterno e, con una stupenda progressione palla al piede che comincia addirittura dal cerchio di centrocampo, entra nell’area di rigore azzurra, in cui cade dopo un contrasto con Facchetti, l’arbitro decide di non assegnare il tiro dagli 11 metri e le proteste dei Tedeschi per questa sua decisione non mancano. Come si è conclusa la partita è un 4-3 per l’Italia che va in finale e la perde affrontando il Brasile di Plè, ma questa sfida tra azzurri e i bianchi di Germania resta negli annali come la più spettacolare e nonostante sono trascorsi ben 54 anni è la più conosciuta al mondo. Ermanno Arcuri

