E' da un pò che si sente parlare di Piano Marshall e, di certo, non tanto in senso storico, quanto in funzione di un piano di rilancio dei Paesi Europei, dopo questa gravissima e devastante "guerra" del Covid- 19. Parlarne, però, non basta! E', infatti, necessario conoscere ciò di cui si parla, averne contezza. E, allora, cos'era e cos'è stato il Piano Marshall? Era un piano di aiuti per l'Europa dell'immediato secondo dopoguerra. Fu detto "Marshall" dal nome del Generale Statunitense George Marshall, che ne parlò da Segretario di Stato in un discorso del 5 giugno 1947. Anche quello fu ed era un annuncio, un annuncio che, però, trovò immediata applicazione e concreta esecuzione divenendo legge effettiva, con la firma del Presidente Truman, il 3 aprile 1948. Subito furono predisposti aiuti e immediatamente furono erogati finanziamenti per i Paesi Europei, anche per quelli dell'Est. Che poi l'URSS ed i Paesi orientali l'abbiano rifiutati è un'altra storia. Gli effetti di questo Piano Erp ("European Recovery Program", un programma per la ricostruzione europea), detto appunto Marshall, furono rapidissimi e diedero i primi risultati già alla fine dello stesso anno 1948. Il piano era della durata di tre- quattro anni e, alla fine dell'operazione, nel 1951, l'indice della produzione industriale era cresciuto di molto. Addirittura, in Italia, la produzione industriale, nel '48, aveva raggiunto i livelli massimi del '38, e nel giro di cinque anni aumentò dell'81 per cento. L'intervento degli Stati Uniti, ovviamente, non era dettato da semplici ragioni di filantropia. Sì, già il fatto che gli USA, già prima del Piano Marshall, fossero intervenuti con aiuti alimentari e con materie prime, potrebbe far parlare di solidarietà. Si trattava del programma dell'UNRRA, cioé dell'United Nations Relief and Rehabilitation Administration, finalizzato ad aiutare i popoli dei Paesi, passati sotto il controllo alleato, gravati dai problemi dovuti alla guerra. Il programma in seguito fu rivolto anche ai Paesi sconfitti. Gli Usa sostennero, allora, i Paesi, in gravi difficoltà, con l'invio di cibo. Dal luglio '45 al giugno '46, stando a quel che si è scritto, circa 16,5 milioni di tonnellate di alimenti, prevalentemente grano, furono spedite in Europa e nel Giappone. Ma il Piano Marshall fu un'altra cosa. In merito, è importante prestare attenzione a quanto scriveva il Presidente del Consiglio dei Ministri Alcide De Gasperi: "La prima necessità, oggi, è garantire il pane ai lavoratori (...) Il grano gli Stati Uniti ce lo regalano e coi miliardi che ricaveremo dalla vendita di esso all'interno, finanzieremo le nostre opere di assistenza. Il piano Marshall è una questione di vita o di morte". Sì, il piano di ricostruzione (Piano Marshall), fu tutta un'altra cosa e tutta un'altra storia. Certo, gli USA non operarono per pura solidarietà e per semplice amicizia. Gli Stati Uniti, in fondo, per ragioni economiche e di mercato, ma anche per scongiurare l'instabilità economica e sociale, soprattutto nei Paesi che erano sotto la loro sfera d'influenza, avevano interesse a che gli Stati Europei si riprendessero al più presto. Il Programma, a quanto si narra, era un piano di prestiti e solo in piccola dose di contributi a fondo perduto e prevedeva anche delle condizioni, in primis l'impegno ad acquistare ciò, che necessitava, dai Paesi Europei o dagli USA. Il Piano Marshall doveva concretizzarsi intorno ai 12,7 miliardi di dollari dell'epoca e poi finì col prevederne 14 o poco più. La gestione dei fondi venne affidata all'OECE, organizzazione per la cooperazione economica europea, creata allora proprio ad hoc. L'Italia vi attinse per 1.204 milioni di dollari, cosi suddivisi: 594, nell'annata 1948- 49; 405 nell'annata '49- '50 e 205 nell'annata '50- 51. Come si può notare, i finanziamenti partirono subito (la legge che approvava l'ERP, come scritto di sopra, in fondo era del 3 aprile 1948). L'economia europea ne ebbe certo un'influenza positiva e risultati importanti. E' inutile dire che gli USA non ci rimisero, anzi tutt'altro. Per loro, certo, fu un investimento. Ciò non toglie, tuttavia, che per i Paesi Europei fu un toccasana, che consentì l'effettiva ripresa, in tempi senz'altro rapidi. Eugenio Maria Gallo

