Questa volta risulta abbastanza complicato scrivere di un libro di poesie che ho avuto in dono dalla stessa autrice. Di lei, Antonietta Natalizio, ho scritto altre volte, ne ho apprezzato la sua personale forma poetica, il suo esprimersi diretto pur giocando sulle parole poetiche che alla fine è il risultato che conta. “Grappolo di perle”, è il titolo dell’ultimo volume della poetessa Natalizio. Ha ricevuto premi, ormai può essere considerata una delle penne più interessanti nel mare delle pubblicazioni. Le poesie nel libro sono anche in arabo. Una scelta che impone una riflessione, perché in arabo? E’ vero, una precedente pubblicazione ha avuto origine in due lingue, italiano e inglese, ma in arabo è una scelta che incuriosisce e attizza un po’ l’acume. La prefazione è di Hafez Haidar che ho letto attentamente. In questa prefazione si parla della poetessa Antonietta Natalizio al pari dei grandi maestri della letteratura come Gibran e de Lamartine. La Natalizio si rifugia spesso nella pace e nella quiete della natura. Sono queste le espressioni che mi hanno colpito di più nella lettura della prefazione. Quiete e natura sono le sensibilità che si addicono all’età di noi tutti che amiamo immergerci nella poesia per meglio contemplare l’universo che ci sta attorno o meglio noi ne facciamo parte sino al punto di non apprezzare più la vita frenetica e si sente il bisogno di far ritrovare alla propria anima un porto sicuro, una baia delle meraviglie in cui contemplare la propria esistenza. Immagino proprio questo quadro d’autore, un’insenatura pennellata e scolpita dalla natura in cui riflettere le proprie emozioni, fare l’analisi della propria vita, mettere sulla bilancia i ricordi per identificare quelli più belli e far pendere da questo lato il peso maggiore. Libro che Antonietta Natalizio dedica ai propri figli. La stessa prole può apprezzare lo stile poetico della mamma, ma anche perché nelle stesse poesie proposte si avverte qualcosa di differente dalle prime ad uso terapeutico. In queste c’è sempre di più la sensibilità della donna alla quale piace scrivere breve ed incidere tanto con una semplice poesia. Cosa sarebbe un libro di poesia senza amore? E così “Un amore con le ali”, è quella che più richiama la mia attenzione. Perché si parla di penna con l’inchiostro nero, l’amore che vola come un gabbiano, lo scenario azzurro in cui appare una divina bellezza. Proseguono i versi per poi concludere a contemplare la profondità del mare e l’intima presenza di Dio. Nostro Signore ha fatto nascere più fiori nel creato, non solo la rosa rossa, ma anche i sorrisi, le luci, i colori, che rapiscono il cuore. Ma la poesia è talmente semplice e complicata allo stesso tempo, soprattutto interpretativa, dove ognuno ci vede riflesse le proprie emozioni e ciò lo fa anche il lettore. Poi ci sono chi analizza, cercando di complicare il giudizio sottolineandolo con frasi da critico letterario. Ciò che, invece, faccio di solito io è essere semplice, mi lascio trasportare dalla corrente del torrente se leggi poesie tumultuose oppure aver tempo di pensare e riflettere se le acque sono calme e te ne stai su una barchetta in mezzo al mare azzurro che specchia l’immensità del cielo. Tu sei lì con quella poesia e la rileggi sino all’infinito. Mi succede se rileggo “Tienimi per mano” di Herman Hesse, che trovo non solo un capolavoro, ma secondo il mio pensiero è insuperabile, tanto è profonda e non ti stanchi mai di leggerla. La poesia deve avere queste qualità, non solo universale, ma deve rimanerti dentro e mi riferisco al lettore, perché per apprezzarne compiutamente l’essenza devi sentire che scalda l’anima. Mi trovo d’accordo sul cammino meditativo poetico dell’autrice, che componendo versi, trova il proprio benessere in pillole dell’anima che regala a sé stessa e ai suoi lettori che la seguono sin dal primo vagito poetico. Grappolo di perle è un titolo azzeccato, che intriga, che suscita curiosità ed alla fine appaga la tua irruenza trovando nei versi l’arricchimento che stavi cercando. Ermanno Arcuri

