SETTIMANA SANTA A LUNGRO

Particolarmente sentita anche per la Chiesa Orientale Bizantina la morte di Cristo. A Lungro dove ha sede l’Eparchia, che il 13 febbraio scorso ha festeggiato i primi 100 anni della sua nascita, le solenni cerimonie religiose all’interno della cattedrale San Nicola di Mira. Carabinieri in alto uniforme a simboleggiare che il rito del venerdì santo è veramente sentito dai fedeli che hanno riempito il luogo sacro. Ad animare materialmente la funzione religiosa lo stesso vescovo mons. Oliverio Donato, che assieme agli altri parroci hanno intonato cori rituali in greco alternato a preghiere in lingua italiana. Come sempre la ritualità è molto attrattiva per chi segue per la prima volta i vari momenti. Petali di rosa e l’incenso purificatore per tutta la chiesa e poi con le prime ore di buio la processione del Cristo in una bara portata a spalla, così come Maria, la mamma di Gesù, in abito nero che segue il Figlio, mentre i fedeli intonano canti di grande suggestione che mostrano il vivere di un momento così triste per la morte del Messia. E’ questa la più grande situazione che unisce tutti i fedeli, il Cristo che muore per l’umanità e lo fa in un modo molto tragico, però c’è poi la resurrezione, la Santa Pasqua, con lo Spirito del Cristo che ritorna in vita ad indicare la via della fede come aveva predicato alcuni giorni prima. Molto suggestiva la processione con le candele in un percorso cittadino che riporta le due statue all’interno della cattedrale. Un sepolcro per il Cristo e la Madonna contornata da lumini accesi e da fiori. Per tutto l’interno della cattedrale intensi profumi che predominano e lasciano gli stessi fedeli avvolti da una caratteristica atmosfera di preghiera, ma anche di pianto per il patire di Gesù sulla croce. E’ il più alto momento di religiosità che anche la Chiesa Orientale vive con la stessa tensione ed emozione come quella Occidentale. Tutti uniti nel Cristo per vivere questa Pasqua nella cristianità ricca di amore e di pace. Concetti che mons. Oliverio Donato ribadisce augurando a tutti una buona e felice Pasqua: “abbiamo celebrato l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme con la domenica delle palme, un Re che avanza su un asinello e la profezia di Zaccaria che si realizza. Portando ramoscelli di ulivo e di palma simbolo della pace gridiamo al Re osanna benedetto colui che viene nel nome del Signore. Giovedì sono stati rievocati i grandi misteri, come la lavanda dei piedi, l’istituzione dell’Eucaristia, la mistica cena, il tradimento di Giuda e così queste ufficiature che sono belle, anche da un punto di vista sentimentale, perché viene fuori l’animo del popolo attraverso i canti che rievocano la passione e la morte di nostro Signore Gesù Cristo con un pathos un sentimento portante, ci si commuove davanti la croce per chiedere perdono dei propri peccati. Il grande giorno che è quello di Pasqua, la resurrezione e la Chiesa invita il popolo tutto a risplendere di luce. Cristo è risorto dai morti, dando la vita a chi giaceva nei sepolcri. La Pasqua segna il passaggio dalla morte alla vita e la nostra fede si fonda sulla morte, sulla passione e resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. Ci ricorda San Paolo, se Cristo non fosse risorto vana sarebbe la nostra fede. Cristo è risorto vive nella nostra Chiesa per questo siamo chiamati con la resurrezione di Cristo ad aprire i nostri occhi dal non vedere a rivolgere i nostri sguardi agli altri. Rivolgere lo sguardo ai bisognosi, ai poveri, ai disoccupati, di cui nessuno oggi si cura, soprattutto nella nostra regione con comunità sempre più spopolate”. Dall’Eparchia di Lungro il messaggio al bene, ad essere buoni.

                                    Ermanno Arcuri