Reggio- Al Castello Aragonese una due workshop alla scoperta delle eccellenze regionali.

Sempre più estesa ed incisiva l’azione dell’Accademia delle Tradizioni Enogastronomiche di Calabria sul territorio regionale.  Nei suggestivi spazi del Castello Aragonese di Reggio Calabria, su invito della cooperativa sociale “Turismo per tutti”, nei giorni 8 e 9 novembre, l’Accademia ha collaborato all’evento “Antiche tradizioni dei saperi e dei sapori di Calabria” con due appuntamenti formativi, durante i quali ha portato all’attenzione di un folto e attento pubblico studentesco due argomenti di grande rilevanza per l’economia regionale: grani antichi, farine e pane e il suino nero di Calabria. Nella prima giornata, con il presidente dell’Accademia Giorgio Durante, hanno condotto il workshop Pina Oliveti, scrittrice e curatrice dei rapporti esterni del panificio di Cuti (Rogliano, CS) e Walter Crichì, direttore INAP (Istituto Assaggiatori Pane). Pina Oliveti si è soffermata sulla storia del pane nel suo paese e i riti legati alla coltivazione e lavorazione del grano mentre Walter Crichì ha guidato il giovane pubblico all’analisi sensoriale e alla degustazione del pane. Nella seconda giornata, Giorgio Durante ha delineato le caratteristiche dell’allevamento del suino nero di Calabria, mentre Martino Convertini, divulgatore dell’Arssa e maestro assaggiatore ONAS Calabria (Organizzazione Assaggiatori Salumi) si è soffermato sull’importanza delle Dop calabresi dei salumi, la conoscenza dei corrette tecniche di lavorazione delle carni e ha guidato gli studenti all’analisi sensoriale e alla degustazione della soppressata dolce del salumificio Salumi dello Stretto. Un breve intervento di Giuseppe Riggio, dell’azienda agricola omonima, ha illustrato le caratteristiche dell’azze anca, tipico salume dell’area grecanica. Hanno presenziato alla manifestazione anche Giuseppe Tedesco e Loredana Rodà, referenti reggini dell’Accademia. A margine della manifestazione, presso l’azienda AgriRiggio, l’Accademia ha promosso un incontro di gusti tra il pane di Cuti e il capicollo azze anca, ulteriore tappa del lungo percorso di salvaguardia e valorizzazione del grande patrimonio agroalimentare calabrese.