PROGETTO ULULONE “BOMBINA PACHYPUS”

PROGETTO ULULONE “BOMBINA PACHYPUS”

Grazie ad un progetto finanziato dalla Regione Calabria, le Riserve del Lago di Tarsia e della Foce del Crati, in collaborazione con l’Università della Calabria, Dipartimento Ambiente, hanno realizzato la reintroduzione dell’Ululone, un particolare animaletto acquifero che esiste solo nelle regioni appenniniche. Questo progetto, unico al mondo, ha visto la partecipazione di Sandro Tripepi, docente di Scienze Naturali all’Unical, che assieme al collega Emilio Sperone, Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra, sono intervenuti lo scorso 18 giugno alla reintroduzione attiva in siti naturali già predisposti nei territori dei Comuni di Tarsia e di Santa Sofia d’Epiro. E’ intervenuto anche lo staff del direttore del Centro del Lago di Tarsia e della Foce del Crati, Agostino Brusco, che ha illustrato il progetto: “E’ un progetto messo in atto nell’ambito del Por Calabria, Dipartimento Ambiente, per una specie di interesse comunitario, minacciato ed in via d’estinzione – prosegue il Direttore Brusco – E’ un anfibio, un piccolo rospo “bombina pachypus” dal ventre giallo. Era presente molti anni fa nella riserva poi scomparso, gli studi nazionali dicono che è una specie fortemente minacciata ed in via d’estinzione. Noi abbiamo avviato il progetto, che prevede un centro d’allevamento in cattività e poi ripopolare i siti della riserva. Accanto al progetto abbiamo realizzato la fruizione didattica, sensibilizzazione ed informazione. Il passaggio di oggi, che non era scontato, è molto importante con la riuscita dell’allevamento, immettendo i piccoli nati da tre coppie, una proveniente dal Parco del Pollino e due dalla Catena Costiera Centrale e Settentrionale. Abbiamo ripristinato abbeveratoi dove l’acqua era scomparsa, dando anche una funzionalità storica a questi siti, in cui saranno rilasciati queste specie e successivamente monitorati per controllare l’evoluzione e la buona riuscita dell’intervento”. Infatti, questi piccoli animaletti sono stati pesati, misurati e portati in questi abbeveratoi dove a loro volta si riprodurranno. La mattinata molto impegnativa ha visto anche il professore Tripepi illustrare, dopo averlo catturato, uno dei serpenti che più popolano il territorio. Lo stesso Tripepi sull’ululone ha aggiunto: “Riguarda la biodiversità, in particolare la protezione di un piccolo anfibio l’ululone appenninico che sta fortemente diminuendo e la Riserva di Tarsia è protagonista di un progetto di salvaguardia e conservazione di questa bestiolina. Nel centro di recupero ci sono diverse vasche dove gli animali sono stati allevati ed una volta ottenuto la riproduzione, gli stessi, o sotto forma di girini o di giovani, verranno reintrodotti in natura in posti scelti e idonei dal punto di vista ambientale”. L’attività è stata fotografata e videoripresa anche con droni, risultando un modo positivo di come amare l’ambiente e proteggerlo. Emilio Sperone ha concluso dicendo: “Questa giornata è veramente importante perché ci troviamo di fronte ad un passo unico per la nostra regione ed anche per l’Italia. La messa in libertà di una specie estremamente minacciata che deve essere tutelata, siamo i primi a fare questa operazione, sia nella nostra regione che in Italia, per cui la giornata ci fa ben sperare perché mette le basi per costruire un futuro in cui l’ambiente possa avere una nuova importanza e soprattutto degli sviluppi che riportino alla bellezza di un tempo”. Era presente anche l’assessore all’ambiente del Comune di Tarsia, Gianclaudio Scaglione.

                        Ermanno Arcuri