OBIETTIVAMENTE JUVE

OBIETTIVAMENTE JUVE

Ricordando un vecchio campione, il primo italiano seppur oriundo a conquistare il pallone d’oro, Omar Sivori, per parlare in questo momento di Juventus c’è solo una speranza: ritrovare l’anima bianconera. Facciamo il punto in casa nostra. Sento tanti opinionisti dire la loro, chi si reputa super partes e chi è di fede juventina. Ognuno dice la sua perché parlare di Juventus fa odiens più di chi sta al vertice della classifica. E’ sempre stato così e sarà sempre così. La Juventus è la più amata ed odiata d’Italia, la più seguita, è sempre in palcoscenico e non lo cede a nessuno, sia se si tratta di problemi giudiziari che di campo. Ma al di là della pura invenzione per punire la Juventus ed azzerare il Cda, perché si voleva la testa di Andrea Agnelli, complici FIGC e UEFA con la magistratura che non poteva indagare neanche con metodi da criminalità organizzata, c’è che la dirigenza attuale, che poco capisce di calcio, si fa del male da sola. Perché tenere sulla panchina l’attuale allenatore che non sa costruire è una pura e scellerata decisione che fa danni irreparabili ai colori bianconeri. Da questo orecchio la proprietà non ci sente perché lo stipendio di Massimiliano Allegri è cospicuo e licenziarlo sarebbe troppo per le casse vuote della società. La realtà è che ad un anno dalla scadenza del contratto andrà via e questo succederà a fine giugno 2024. Perché la Juventus si fa del male da sola? Perché Allegri divide con gli Allegri out, circa il 90% dei tifosi e quelli in il restante 10%. E’ da qui che bisogna partire e non dalle scemenze che continuano a dire pseudo opinionisti sia sul web che in tv, oppure le dichiarazioni di facciata di Cristiano Giuntoli giunto come messia e che si sta muovendo per far carburare la Juventus il prossimo anno con un allenatore che possa far tornare quella juventinità che oggi manca totalmente (incontri che la stampa riporta con Conte di questi giorni). L’imborghesimento della tifoseria che va dietro agli opinionisti che parlando di Juventus mantengono un posto di lavoro, ha ridotto a pura dialettica ciò che, invece, dovrebbe avvenire in campo e cioè giocare per vincere. Una Juventus dimessa è quella vista a Bergamo, accontentarsi dello zero a zero non è nel dna di una gloriosa e blasonata società. Con mister Allegri la Juventus sembrava l’Atalanta e i bergamaschi trasformarsi in quella squadra che ha fatto tremare il mondo. Platinì avvertì Agnelli, dopo i nove scudetti qualcosa stava cambiando e così è stato. Certo Agnelli ci ha messo del suo sbagliando tante cose negli ultimi tre anni, regalando Marotta all’Inter e lo stesso Antonio Conte che ha portato a vincere lo scudetto ai nerazzurri dopo un decennio, ma d’ora in poi è opportuno ritrovare l’anima della società prima che della formazione che sconclusionatamente mette in campo il tecnico con giocatori fuori ruolo. Ad Allegri si imputa il fatto che ha iniziato il terzo anno da coach e questa squadra non ha un briciolo di gioco. Si difende, attacca poco e spesso viene messa sotto da formazioni che hanno una rosa inferiore a quella bianconera. La Juventus si fa male da sola, è veramente masochista. Non bastavano i problemi giudiziari con concordato per chiudere il contenzioso, salvo poi Ceferin di questi giorni elaborare per dare volto ad una Superlega camuffata. Ma allora Agnelli, Real Madrid e Barcellona avevano ragione. Non sono i zero titoli che Allegri ha raggiunto, ma è il gioco che non sa dare alla squadra che preoccupa, non riesce a trasmettere l’appartenenza alla maglia, salvo dire per conferenze che questa maglia pesa. C’è disomogeneità non solo di vedute ma di intendi. Che mister Allegri sta facendo danni è sotto gli occhi di tutti, la tifoseria è spaccata, i tifosi sentono distante la società, la curva non ci sta alle regole restrittive valide solo allo Stadium, non ci sono giocatori di carisma e la loro fragilità si vede in campo pur mettendocela tutta, ma non avendo un gioco non sanno cosa fare se non passare la palla all’indietro. Per Max raggiungere il quarto posto quest’anno è come vincere lo scudetto e ci si chiede: se lo scorso anno è arrivato 3° con tante situazioni avverse extra campo, in questo campionato il posto per la Champions dovrebbe essere assicurato, invece no, paradossalmente è stato più facile scalare la classifica lo scorso anno che non quest’anno dove la lotta è serrata, la Juventus non dovrebbe avere paura di nessuno, ma con questo mister in panchina fa i conti come una provinciale e ciò ai tifosi proprio non va bene. I vertici societari non possono dire il contrario di quello che dicono, ma tutto è rimandato alla prossima stagione con la speranza di raggiungere il quarto posto per entrare in Champions e assicurarsi i 100 milioni che servono per fare mercato, perché ora c’è bisogno di far quadrare i conti. Ovviamente ai tifosi certe scelte non stanno bene come il “patteggiamento” per non aver commesso il reato e se vincerà Agnelli, molto probabile, cosa succederà perché chiede il risarcimento di 440 milioni di euro alla FIGC? Ne vedremo delle belle. Per il momento la tifoseria è scontenta, l’allenatore non piace e non si è dimostrato salvatore della patria, anzi, sta dividendo ulteriormente e le sue conferenze stampe sono linfa vitale per opinionisti pro e contro che alimentano il dibattito e non calmano le acque. E’ una Juventus che le prende con il Sassuolo, è vero che poi la formazione emiliana sbanca il Meazza con l’Inter, però farsi quattro reti da soli in una partita significa che la concentrazione è solo un ricordo. Non si intendono squadra e allenatore e ciò è visibile nonostante le dichiarazioni di facciata, si andrà avanti con questo equivoco sino alla fine del campionato, con Antonio Conte pronto a subentrare. Perché c’è bisogno di Conte. Perché ha l’anima bianconera malgrado il suo trascorso da vincente per due anni sulla panchina dell’Inter. C’è bisogno di alimentare la tifoseria e riunirla sotto l’unica bandiera che conta che è la vittoria esprimendo un gioco se non eccelso almeno accettabile. Antonio Conte può ricompattare l’ambiente e con un presidente che di calcio ne capisce sarebbero i primi passi da fare per la ricostruzione. Pare di capire che ci sono dei tempi tecnici perché avvenga, intanto è la tifoseria che si fa il sangue amaro, non entusiasmandosi neppure per una vittoria. Lo stato delle cose al momento è questo. Nuda e cruda verità. Settimane senza coppe non entusiasma l’ambiente ma si accetta pur consapevole che è stato perpetrato uno stupro ai danni della Signora da parte di una classe dirigente, a tutti i livelli, non solo incompetente ma in malafede. Ed ora c’è il derby, ci sorprenderà questa Juve malandata? Rientreranno gli infortunati? Lo scriveremo più in là ora abbiamo negli occhi la bruttissima prestazione con il Sassuolo, la mediocre prestazione con il Lecce e metà e metà quella con l’Atalanta che se è vero che la società ha gioito per il punto conquistato a Bergamo è segno che sono consapevoli della pochezza di una squadra mal diretta e mal assortita.

Ermanno Arcuri