“MUORI CORNUTO”: Badolati e Mazzotta danno voce alla Calabria degli ultimi

“MUORI CORNUTO”: Badolati e Mazzotta danno voce alla Calabria degli ultimi

Nella meravigliosa cornice di Villa Rendano a Cosenza, è stato presentato il libro “MUORI CORNUTO- Giuseppe Zangara, l’uomo che tentò di uccidere il presidente Roosevelt”.

È la storia di un calabrese, Giuseppe Zangara, sfortunato e preso a schiaffi sia dal padre, per la fame, sia dalla vita. Si sposta in America, ma aggiunge solo schiaffi agli schiaffi che una realtà proiettata solo al prodotto, quindi al guadagno, continua a dare a chi, invece, ha solo bisogno di sfamarsi. Allora decide di prendersela con il presidente americano Roosevelt, per lui incarnazione di quel sistema deviato, personificazione di un mondo stratificato, ricchi e poveri, “massimo rappresentante, a suo avviso, del capitalismo mondiale”. E attenta alla sua vita. Nessuno credeva che lui avesse solo l’intenzione di vendicare il suo status di ultimo, credevano invece che fosse terrorista o mafioso o fascista o anarchico. Ma lui era ateo e senza alcuna appartenenza politica.  Inevitabilmente condannato alla massima pena, all’epoca la pena di morte, sulla sedia elettrica aiuta le guardie ad allacciarsi le cinture: nulla avrebbe potuto più fargli del male.

Gli autori del libro, il giornalista caposervizio della Gazzetta del Sud Arcangelo Badolati e l’attore interprete dell’ispettore Fazio in “Montalbano”, Peppino Mazzotta, hanno interpretato la persona e la personalità di Giuseppe Zangara, non giustificandolo o innalzandolo ad eroe per il tentato omicidio del presidente USA, ma ponendosi un più nobile scopo: “Far conoscere la figura di questo ribelle che interpreta il disagio profondo di milioni di persone che, nel secolo scorso, hanno subito soprusi e ingiustizie sociali. Per molto tempo, infatti, nell’ambito di contesti statuali diversi, le speranze di riscatto coltivate dalle popolazioni non hanno mai trovato concreto sbocco”, scrivono gli autori.

Un libro che unisce perfettamente e armonicamente una parte letterale ed una teatrale, in cui finalmente si dà voce ai pensieri ed alle motivazioni degli ultimi, dei rifiutati, degli oppressi, dei poveri del mondo.

 “Giuseppe è pazzo. Pericoloso. E non vi salta agli occhi, neanche per un minuto, che sono loro i pazzi lunatici. […] Bruciano il grano. Il grano serve a fare il pane e bruciare il pane è peccato mortale, mi sbaglio? Eppure loro il grano lo bruciano a tonnellate. Perché dicono che se c’è tanto grano il prezzo si abbassa […]. Se questo non è un pensiero da squilibrati ditemi voi che cos’è la pazzia. Dove c’è la fame ci serve il pane. Coltivare il grano conviene sempre se col grano ci devi fare il pane. Ma siccome loro col grano ci vogliono fare i soldi, allora non conviene più. […] Il soldo bisogna bruciare, non il grano. Se gli diamo fuoco al soldo, che gli rimane per farci soggezione? Niente. Non gli rimane niente!

[…] Arrivederci a tutti i poveri del mondo. Viva l’Italia.”
                         Federica Giovinco