LETTERINA DI NATALE

Oggi è la vigilia del Santo Natale. Ogni anno, anche nel 2018, arriva puntuale la notte in cui un Bambino è nato, venuto al mondo per dare un senso alla vita dell’uomo, per ritrovare quei valori che ha saputo negli anni seminare senza utilizzare nessuna forza se non le parole di ciò che è diventato Vangelo. Siamo tutti sempre più che mai uniti, soprattutto sui social, dove inviare un messaggio o trovare la foto di repertorio è facilissimo, ma nel leggere, purtroppo, si trovano tante “grammature” in giovani che dovrebbero aver acquisto uno studio evoluto a differenza dei nostri anni passati. Invece, ciò che puntualmente riscontriamo è che certe tradizioni si affievoliscono, restano impresse solo a generazioni che volgono a fine attività su questa terra. Tra queste c'è la famosa letterina di Natale, quella in cui si scriveva di tutto, ciò  emozionava tantissimo. Già scriverla e modificarla ogni anno era un mezzo per evolvere la mente, sempre più ricca di pensieri, di speranza, di credere in un miglioramento dell’uomo. Ricordo con infinita commozione quel piatto un po’ sollevato in cui sotto c’era la letterina scritta ai propri genitori. Quanti dei ragazzi di oggi lo fanno? Quanti ne sono al corrente che si faceva un tempo a dimostrazione dell’affetto che si aveva per i propri cari riuniti nella festa religiosa più importante per chi si sente un cattolico? Proprio per ricordare l’atmosfera di un periodo che i social hanno letteralmente stravolto, ho voluto scrivere l’ennesima letterina di Natale che è proprio questa. Genitori che facevano finta di non sapere cosa c’era sotto il piatto, ma che aspettavano anche loro con impazienza la lettura di quei fogli che con tanto amore avevi scritto durante i giorni precedenti. Non si iniziava a mangiare tutte le portate che la mamma preparava se quel rito della lettura non si fosse espletato con le lacrime di gioia da parte di tutti. E così, tra lo stupore, sotto quel piatto la letterina prendeva forma nei contenuti ed a leggerla era chi aveva una voce più intonata, chi si emozionava meno. Io l’ho scritta personalmente sino all’anno in cui mi sono sposato, ma avrei volto scriverla per sempre a genitori così speciali che non solo mi hanno donato la vita, ma hanno inculcato in me le sane tradizioni, gli esempi più intimi da tramandare. Quasi sempre era difficile trovare la conclusione della lettura in poco tempo, perché le emozioni contagiavano tutti, anche chi leggeva. In quella letterina c’erano tutti i temi più importanti che oggi vengono dibattuti nella società, ma che nessuno fa riferimento a quelle paginette che davano il senso del vero Natale. Solo un ricordo? Voglio sperare di no. Voglio sperare che qualcuno continua questa tradizione che va al di là dei regali, dell’albero ricco di fili colorati. Dopo la lettura con l’emozione salita a mille, si baciava la mano, prima al papà e poi della mamma e loro ti facevano un segno di croce in fronte con le dita dicendo “benedetto figlio”. Niente ti dava l’emozione più grande se non in quei momenti in cui ti sentivi così vicino a quel Bambino che nasceva, anche per te chiamato Gesù. Basta solo il ricordo per sentirsi ancora una volta coinvolto in quell’atmosfera di sano amore. Poi c’era la lettura del secondo giorno, il 25 dicembre giorno di Natale, e si confrontavano le letterine con le altre scritte dai bambini per gustare ancora emozioni, ma non c’era la più bella, erano tutte bellissime. Ho voluto ricordare la letterina di Natale, un esempio che “deve” resistere ai tempi, per spronare chi ha la fortuna di avere i genitori, di fare questo regalo grande che vale più di un nuovo telefonino o di qualsiasi altro oggetto consumistico. L’emozione che si prova durerà per tutta la vita e ci si accorgerà dell’importanza della letterina con i genitori non più in vita, ma che anche da lassù sperano e pregano che tu la scrivi comunque. Non ha importanza quanti anni hai, l’importante è sapere che farà piacere riceverla con il vento che trasporta ogni cosa e che leggeranno con lo stesso spirito ciò che potrai scrivere in anni tecnologici che annullano ogni tradizione, ma che non potranno mai cancellare le nostre origini, come nessuno mai riuscirà a cambiare la storia di un Bambino nato in una mangiatoia e venuto al mondo per tutti noi.

Buon Natale a tutti i nostri lettori ed anche a chi non ci leggerà, ma soprattutto a chi ha nel proprio cuore la letterina che non farà mai mancare ai genitori senza vergognarsi dell’età. Per amare il prossimo non c’è età che stabilisce inizio e fine.

                                                                                  Ermanno Arcuri