LA SCIARPA DELLA PACE

LA SCIARPA DELLA PACE

L’edizione 2019 della giornata della memoria al campo di Ferramonti, tra le tante iniziative programmate, quella della sciarpa della pace ha riscosso notevole successo. Il progetto che prossimamente si avvarrà anche di un docufilm, ideato e voluto dall’Associazione Senior Italia, della presidente Brunella Stancato, sta girando l’Italia. Ad ogni tappa il lavoro all’uncinetto aumenta vistosamente in metraggi che vengono uniti in un percorso ormai già lungo. Questa sciarpa, simbolo di pace, di tolleranza, di fratellanza tra gli uomini, è stata presentata a Tarsia, testimonial, il giornalista e conduttore tv Michele Cocuzza. Nella nutrita programmazione delle attività svolte nel campo, volute ed organizzate dall’Amministrazione Comunale a guida Roberto Ameruso, anche la presentazione del libro “Il sogno di Dio nella nostra Chiesa” di mons. Donato Oliverio, vescovo dell’Eparchia di Lungro. Nella stessa giornata altri contributi rilevanti, come quello di Teresina Ciliberto, consulente letterario comitato Dante Alighieri di Cosenza e del Museo Ferramonti, hanno reso l’appuntamento con le scuole in visita al campo, un esempio tangibile per capire e conoscere il perché di un campo d’internamento creato in prossimità del fiume Crati. Le testimonianze di alcune signore provenienti dall’Inghilterra, figlie di un detenuto all’interno del campo, che soggiornò per più tempo in attesa di essere trasportato in altri luoghi di concentramento, dove in molti hanno sacrificato la propria vita a chi riteneva che doveva esistere una razza ariana superiore alle altre. E’ intervenuto anche il consigliere comunale di Tarsia con delega alla cultura, Roberto Cannizzaro, che ha sottolineato quanto già detto dal primo cittadino, che ogni anno il programma risulta sempre più ricco in occasione della giornata della memoria, perché i sintomi di malessere nella società europea sono preoccupanti, c’è la necessità di sapere cosa è successo, olocausto o shoah, un metodo di annientamento di un popolo intero, quello ebreo, che deve essere più che una commemorazione delle vittime, ma una presa di coscienza che deve stimolare a fare di tutto purchè non si vivano più tragedie come quelle della seconda guerra mondiale. Se il vescovo Oliverio lanciava messaggi di unità, come fa la Chiesa che respira a due polmoni, quella occidentale e quella orientale, gli uomini devono imparare da ciò che è successo per amarsi e non odiarsi. Non c’è una razza al di sopra di altre, non esiste colore di pelle che divide, esiste soltanto l’umanità fatta da persone che vivono sulla terra. Nella stessa giornata è stato presentato il libro “L’Urlo del Danubio”, della docente Marinella Tumino da Siracusa, che in visita lo scorso anno a Tarsia ha sentito il bisogno di pubblicare pagine ricche di poesia.

                                                                      Ermanno Arcuri