LA GITA SUL POLLINO 2019

LA GITA SUL POLLINO 2019

Chi è abituato a villeggiare lontano dalla Calabria deve ricredersi. Bellezze ed eccellenze ce ne sono a iosa in questa regione baciata dal mare, dal sole, dalle dolci colline, ma anche dai monti, che ne caratterizzano l’orografia. Un gruppo di amici nella loro escursione invita a prendere in considerazione una giornata particolare. L’amica Eliana visita il parco della lavanda e lo rende partecipe sul gruppo in cui faccio parte. Il messaggio è chiaro e l’entusiasmo determina la programmazione di un servizio da realizzare proprio in quel parco, fiore all’occhiello della Calabria. Una domanda sorge spontanea, perché non realizzare dei tour estivi nei luoghi calabresi per far conoscere agli stessi le bellezze che possediamo e che, forse, non si vedranno mai in vita. E così si parte assieme al professore Pasquale Nicoletti, un maturo signore che mantiene la voglia e l’entusiasmo di conoscere posti nuovi e luoghi incontaminati. Si fida della mia descrizione e si parte. Sul posto una storica figura ci fa da Cicerone. Il dottore Carmine Paternostro non è solo un gastroenterologo, ma scrittore di vari libri, convegnista e storico del suo territorio e perfino degli antichi Egizi. La prima tappa è nel rione San Nicola di Morano Calabro, perla non solo calabrese, ma uno dei borghi più belli e caratteristici del mondo. In questo rione troviamo un gruppo di persone che stanno preparando due giorni particolari il prossimo 10 e 11 agosto. San Nicola sarà addobbato con fiori in ogni angolo e poi la notte dei lumi, lo stesso rione si accenderà con mille lumi lungo tutto il percorso, poi una sagra enogastronomica e spettacoli da strada allieteranno l’accoglienza dei turisti che vorranno vivere un momento unico. Il presidente dell’associazione rionale, Vito Aloisio, ci racconta che tutto questo viene organizzato per dare vitalità ai rioni che si stanno spopolando, attraverso questa programmazione si cerca di creare fratellanza tra la gente, rapporti sociali e incentivare a resistere per mantenere quella identità che caratterizza le proprie radici. L’appuntamento agostano e l’invito delle signore che sono promotrici delle due serate ci fa riflettere sull’accoglienza, sulle capacità della gente di Calabria. Proseguiamo l’itinerario con il nostro Carmine, che si prodiga a mettere in luce le bellezze della sua zona, dalle sue parole si nota quanto amore ha per la sua terra che magnifica attraverso la sua professione ed i libri di grande spessore culturale. Arriviamo a Campotenese, in questa zona esiste il parco della lavanda. Già parcheggiando il profumo intenso della lavanda predomina e ti avvolge. Visitando il parco ti accorgi come c’è chi amando il proprio territorio cerca di valorizzarlo in ogni modo, anche ripristinando ciò che un tempo è stato fonte di reddito. Ci immergiamo tra i fiori dall’intenso colore viola, con tante api intelligenti che lavorano intensamente e non si curano degli uomini, che attraversando i filari di fiori, ascoltiamo le sapienti parole di Paolo che spiega com’è nata l’idea di ripristinare la lavanda in questa zona che un tempo ne era ricca. Quello che ci stupisce di più le tante persone che giungono da lontano per visitare il parco, ciò comprova quello che dicevamo prima, il bisogno di divulgare meglio notizie positive agli stessi calabresi violentati da grandi titoloni di cronaca nera. La signora Rocco ci spiega come si può tornare dal nord ed investire con la propria famiglia su un progetto da far crescere poco alla volta, ma in cui ci si crede fermamente ed i risultati ripagano questo impegno. Così scopriamo in quanti modi è possibile utilizzare la lavanda, anche a scopo terapeutico dermatologico. Il parco offre una sosta intelligente e l’accoglienza è ai massimi livelli. Ma la giornata non è ancora finita. Dopo tanto splendore, il dottore ci porta a conoscere una perla incastonata sui monti, immerso nel verde dove c’è l’agriturismo Colloreto. L’accoglienza dell’ingegnere, Nicola Coscia, ti condiziona già nel ritornare, prima ancora di visitare le bellezze di questo posto. A tavola si mangia divinamente e segue l’intervista al titolare della struttura, che affitta appartamenti a chi vuole ritrovare serenità e tranquillità. La cordialità si estende anche attraverso le parole della moglie, la pianista Caterina, che ha stimolato il marito a ristrutturare l’antica dimora un tempo sede dei monaci colloritani che seguivano le regole degli agostiniani. Infatti, è visibile il rudere del convento che ci siamo riproposti di visitare. Carmine Paternostro e Nicola Coscia, amici d’infanzia, al microfono di Nicoletti, raccontano le biricchinate di gioventù ed ancora oggi ridono sulle marachelle d’infanzia. E’ un quadretto veramente sublime che ci riporta all’amicizia vera, al rispetto ed alla cooperazione, tutto ciò che oggi esiste molto poco. L’ingegnere Nicola ci spiega come la sua famiglia, proveniente da Napoli, ha ereditato questo gioiello che vale la pena superare un sentiero impegnativo, ma che ti porta a ringraziare Paternostro per aver scelto di farci conoscere gente speciale e un luogo stupendo. Il racconto si protrae a lungo, perché ci si sposta all’esterno del ristorante per visitare le stanze arredate alla vecchia maniera, che ti fa ricordare un mondo agreste, mentre per i giovani scoprire ciò di cui nulla conoscono. Un torrente d’acqua che dalla montagna giunge ad un laghetto d’acqua limpida, mentre Nicola sa dare il meglio raccontando aneddoti che richiamano tutta l’attenzione possibile. Lo stesso Nicola Coscia, lancia una sfida con un oggetto che fa vedere, provocando i telespettatori a trovare una soluzione, chi ci riuscirà avrà in regalo un soggiorno indimenticabile. Lì vicino le grotte dove i monaci eremita si ritiravano a pregare, attrezzi della terra d’un tempo a fare arredamento, ma ci sono anche le capre, i buoi, i maialini neri di Calabria, i cavalli, si osservano da vicino le vette più alte del Pollino ed il pino loricato. Si può partire da questo posto per una visita a cavallo per gustare un Pollino sconosciuto, attraversare la strada percorsa dai romani e soffermarsi sul posto dove san Francesco di Paola ha benedetto la Calabria. Siamo veramente appagati di questa gita, la stanchezza comincia a serpeggiare, ma c’è ancora la ciliegina sulla torta, lo zio di Nicola, il professore Adolfo Coscia, che alla veneranda età di 92 anni tiene banco e sciorina una serie di racconti affascinanti. Adolfo è un affabulatore, molto radicato al territorio e ci fa innamorare di questo lembo di Calabria che ai nostri occhi si apre con un cielo stupendo, l’immagine esatta di una regione propositiva e onesta. Bisogna stoppare Adolfo, lui ci avrebbe parlato per tuta la serata, l’impegno e la promessa è di ritornare per continuare un racconto che è poi la storia di noi calabresi che amiamo questa terra al di là delle sue storture. Vale la pena ripercorrere ciò che vi abbiamo descritto, chi lo farà avrà la nostra stessa sensazione che è quella di aver goduto di meraviglie incontaminate, umane e naturalistiche. Ai nostri lettori l’invito di ritagliarsi un po’ di tempo per vivere questi luoghi e questi momenti, qualche minuto per leggere attentamente ciò che è abbiamo scritto, soprattutto per riflettere che c’è gioia e divertimento, amicizia e professionalità, in questa Calabria dalle mille contraddizioni. La nostra promessa è quella di ritornare e voi lettori-visitatori cosa decidete di fare?  Se scegliete di andare, un mondo nuovo si aprirà davanti a voi e non ve ne pentirete!

Ermanno Arcuri