I PARTITI POLITICI ALLA PROVA DEL TEMPO

A Palazzo della Provincia si è svolto la prima uscita pubblica dell’Associazione Nuove Narrazioni, che ha proposto un laboratorio politico culturale. Il tema della discussione che ha appassionato i presenti, che hanno voluto dare un proprio contributo, è stato: “I partiti politici alla prova del tempo”. Il convegno è stato moderato dalla vicepresidente di Nuove Narrazioni, Rosita Leonetti, che ha invitato i relatori ad esporre le proprie idee ed esperienze. Per primo è intervenuto il presidente di Nuove Narrazioni, Rosario Perri, che ha militato, come altri nel PD e che ora svolgono un lavoro di coinvolgimento con chi ha trovato proprio nelle fine della sinistra delusione per come sono andate le cose a livello nazionale e regionale. A tenere banco, quindi, le nuove forme di partecipazione e i modelli ormai superati in politica, a dare un valido contributo diretto anche Maria Cristina Guido, che è vicesegretario dell’associazione e ricopre il suolo di assessore nel comune di Spezzano. A dare un supporto da ogni punto di vista al confronto, il già parlamentare della Repubblica, Franco Laratta, che ha raccontato della sua militanza nella democrazia cristiana della prima Repubblica, di come il partito era esempio di crescita, ma anche di scarsa predisposizione a dare spazio ai giovani. Laratta ha raccontato alcuni aneddoti molto significativi, anche riguardo al periodo della sua permanenza alla Camera dei Deputati, dove la politica era circoscritta alla sola e semplice votazione e poco c’era di discussione per portare le istanze del territorio. Un fatto che ha contribuito alla decadenza di un centro-sinistra che aveva troppi profumi diversi non riuscendo a formarne uno per tutti in cui riconoscersi come identità. Dalle critiche di Laratta, si è passato alle analisi di Francesco Maria Scanni, dottore di ricerca in Scienze Politiche presso l’Unical. L’intervento del consigliere regionale, Giuseppe Giudiceandrea, ha scandito la difficoltà di ricoprire un ruolo istituzionale, che spesso si viene minacciati e sono poche le garanzie. Da ciò che emerge è che ci vuole una politica nuova, che deve avere stretto rapporto con la gente, non si devono dimenticare le periferie, ritornare ad un passato di formazione e non che tutto deve essere calato dall’alto, come ha fatto l’ex premier Renzi, dilapidando un forte partito, bene l’inizio a rottamare ma poi si sbaglia a scegliere i stretti rapporti sul territorio di chi già vantava un seguito e non era considerato il nuovo. Il professore Francesco Raniolo, docente ordinario, direttore del dipartimento di Scienza Politiche, ha parlato di crisi economica, di crisi morale sfociata in una slavina in crisi politica della prima Repubblica. “I fenomeni sociali ed umani non sono meccanismi ma sono frutti di scelta – ha affermato Francesco Raniolo - in politica le scelte contano a partire dagli elettori, ma anche delle scelte che fanno i leaders. Una cosa che gli studi di scienza politica dimostrano è che quanto più i partiti diventano organizzazione personale, dove prevale il leader non il partito ha cambiato lo status dei partiti di massa che non avevano leaders o meglio erano partiti con leaders, che non erano sganciati dal partito, ma che erano costretti a confrontarsi con il partito, oggi tutto questo non avviene. Oggi abbiamo leaders tanto più forti ma tanto vulnerabili”.

                                                                Ermanno Arcuri