DAL BARBIERE

Da che mondo e mondo si va dal barbiere non solo per una bella ripulita dei capelli, ma anche per conoscere i fatti che si producono nel territorio. Un aspetto socio-psicologico al quale tutti sono interessati in quei minuti che sulla poltrona del barbiere ci si rilassa ascoltando ciò che in giro succede. Così si finisce per discutere di donne, è l’argomento più utilizzato o meglio di corna se vogliamo essere più espliciti, degli altri sia ben chiaro, ma ci sono poi altri argomenti a tenere banco come la politica. Politica nazionale o comunale, tutto fa spettacolo e si finisce ad alzare la voce più d’una volta. Quasi mai la si pensa allo stesso modo, c’è sempre qualcosa che divide, che pone il singolo individuo in una posizione diversa. Eppure è un momento di grande interesse sociale e riflessivo quello che ti porta a decidere che è il momento di tagliare i capelli o fare la barba e andare dal “coiffeur” alla francese. Non sono solo le parrucchierie per signore ad essere al centro di scambi per così dire d’informazione, ma anche le barberie. Così succedeva nel passato in cui si diceva che il barbiere sapeva tutto di tutti, così succede oggi, perché in quella posizione rilassante ci si scarica un po’ discutendo proprio di ogni cosa. L’ultima è stata una discussione che ha generato reminiscenze di argomenti storici che si proiettano alla politica della Democrazia Cristiana in Italia, la cosiddetta Libertas o balena bianca ed il PCI, quel partito comunista che tanta paura faceva. Ora non c’è nessuno che mangia i bambini, la Dc non esiste più, fatta fuori da illeciti e corruzione, i comunisti restano solo sulla carta, dopo tanti passaggi di sigle si cerca di ritrovare la forza di un centro che unifichi un po’ tutti. Non sono che alcuni degli argomenti che tengono banco in quel lasso di tempo in cui qualcuno “subisce” le forbici del barbiere ed altri sdraiati in poltrona aspettano il loro turno ed ingannano il tempo in accese discussioni. Per non parlare di calcio, sembra una maledizione, ma andare dal barbiere significa quasi mai trovare tifosi della propria squadra, c’è sempre qualcuno che tifa per altre e si finisce ancora una volta a dare il meglio di se stessi e causare i ricordi più reconditi pur di avvalorare la propria tesi. Meglio la Juve che gli arbitri tutelano o l’Inter che la vuole imitare, meglio il blasonato Milan delle coppe vinte ed oggi a dover vogare per risalire la china oppure la Roma o il sorprendente Cagliari? C’è pane per tutti i gusti e se in paese c’è un solo tifoso del Toro o della Fiorentina stai pur tranquillo che lo trovi nello stesso momento che vai dal barbiere. Si potrebbe definire una bella usanza, perché testimonia come si è sociali in un ambiente piccolo che ti pone dei quesiti così seri in quel momento che dimentichi appena metti un piede fuori la bottega. In quelle discussioni nulla ha più valore se non far primeggiare le tue idee. Basta poi ripensarci per capire che di quella accesa discussione non restano rancori, anzi, ci si stringe la mano e si aspetta il prossimo giro, chi troveremo dal barbiere? Carmelo, tra una riga e una sfumatura, ti rende i capelli corti e la barba liscia e poi che buon profumo, sembra che quell’odore così pregnante è di appartenenza ai parrucchieri, pur girando in lungo ed in largo non troverai su nessun scaffale un profumo così intenso che lo senti su di te anche dopo qualche giorno. Si conclude così questo pezzo che ho promesso ad alcuni amici, incontrati dal barbiere, che avrei scritto, dove protagonisti lo siamo un po’ tutti, tanto bene o male una volta al mese dal barbiere bisogna andare e lui ci aspetta per intavolare nuovi discorsi. Cosa mai sarà successo in questo periodo che siamo mancati? Dal barbiere ci accorgiamo di tutto ciò che quotidianamente ci sfugge. Buon taglio di capelli a tutti specie ora che si avvicina il Natale e si vuole essere più belli.

Ermanno Arcuri