COSI’ NE SCRISSE VINCENZO PADULA

È vero: si legge poco! O meglio: molti leggono poco. È anche vero, però, che alcuni libri sono rari; sono difficili a trovarsi se non in biblioteche lontane dai nostri paesi. Abbiamo pensato, perciò, di riportare quanto Vincenzo Padula scrisse nella sua Protogea, ossia l’Europa preistorica, 1871.

Quest’opera, nei vari tempi, fu osannata e criticata. A noi poco interessa e, per quanto suddetto, riportiamo quanto riguarda i nostri paesi.

“Bisignano. Corruzione di Besidianum, aggettivo etnico di Besidiae, città ricordata da Livio, e che tolse il nome dall’ebreo Be-sadeh scritto per sin, che significa Nel campo piano; e tuttavia un suo quartiere si appella Piano. Besidiae e Piano sono il medesimo. Le sue fontane hanno tutte nome ebreo. Fria, per esempio, è la contrazione di Phorijah, la fruttifera, la copiosa. Motàra, che il vulgo dice Mortàra, è Mothar, l’abbondante. Pata, è Pahhath, la fossa, e Chiju è Chijah (vitam dedit), l’acqua che dà la vita”.

Sono giuste le argomentazioni del Padula? Non sta a noi dirlo. Chi vorrà verificare l’esattezza di questo primo stralcio e degli altri che si riporteranno non ha che da rimboccarsi le maniche.

Altro paese vicino è:

Luzzi. Paese ebreo dalla testa ai piedi. Luz significa màndorlo, e con questo nome la Palestina aveva una città nella tribù di Beniamino (1) Le tre fiumane che ne rigano l’agro non possono essere più ebree di quel che sono. Javes è tale quale Javes (aridus factus est), e, come dice il suo nome, inaridisce di està. Gedòra è tale quale Gedor, che vuol dire il muraglione, il muro a secco, e mura a secco vi costruiscono tuttora i Luzzesi per frenarne le onde devastatrici. Gazzariello è da Gazar (secuit), e pigliando il lamed, che sì nelle lingue semitiche come nel greco e nel latino dà alle voci la diminutiva desinenza, si converte in Gazrel, e questo in Gazzarello, che significa il fiume che seca e taglia i termini (ndr limiti), gli alberi ed i terreni dei poderi rivali. Ma ciò non basta. Luzzi, il paese del mandorlo, ha due fontane, Jiterano, e Motarise; e l’una è jethiran, cioè l’eccellente, formatosi col nun formativo da jathir (eximius) e l’altra compone il suo nome con Mothar (abbondante) e jesc (essere), e significa la copiosa.

(1)   Ios 18, 13. Ind. 1, 23”.

Vorremmo riportare quanto il Nostro scrive sulla sua Acri, anche per non venir meno alla triade: Acri, Bisignano e Luzzi, con quel che segue, ma l’abbiamo fatto altra volta e, perciò, ci asteniamo.

Ritorneremo prossimamente con le note paduliane su altri paesi.

Giuseppe Abbruzzo.