CALCIO E NON SOLO…

Con i mezzi moderni, i cosiddetti social, si parla di calcio h24, ma esistono anche emittenti ormai personalizzate che curano lo sport in modo capillare. Più che mai lo sport, lo è stato e lo diventa sempre più, un fenomeno sociale. Proprio per questo, il calcio in particolar modo, il gioco più bello del mondo, deve seguire delle regole ben precise, perché ogni soggetto diventa un riferimento nel bene e nel male. E’ sotto quest’aspetto che voglio mettere in evidenza come un intervento falloso e soprattutto se è furbesco, contribuisce a creare una società a somiglianza, disconoscendo i valori che lo sport deve insegnare ai giovani. Ormai tutti siamo esperti di tutto. Non c’è disciplina sportiva che non seguiamo dalle notizie di flusso continuo che ci pervengono, anche di notte. Ma quanti seguono realmente i sacrifici che bisogna superare per diventare un top playr? Invito tutti i lettori a fare almeno qualche riflessione e non basarsi sulle continue interpretazioni di opinionisti che dicono di essere liberi e poi minimo sono simpatizzanti per l’una o per l’altra squadra per non dire di peggio. Eppure questo fenomeno sportivo-intellettuale, ha forgiato e sta forgiando tante individualità che capiscono, che conoscono, che sanno tutto di uno sport che mai hanno praticato nella loro vita. Facciamo un esempio: se si ascoltano i vari programmi ci si accorge che l’ultima vittoria della Juventus a Napoli ha chiuso il campionato 2018/19, ma ci regala bianconeri surclassati e privi di gioco, per farla breve in crisi, un Napoli straripante che ha dominato e fa un gioco bellissimo. Da che mondo è mondo, la fortuna può aiutarti una volta, forse due, ma se una squadra esprime il miglior calcio del campionato non può stare a -16 punti e soprattutto non può perdere entrambi gli scontri diretti. Segno che la Juventus giocando al minimo riesce ugualmente a vincere anche senza convincere. Per colmare il gap è opportuno partire proprio da questo e cioè far prevalere la propria forza, se questa prevale giornata dopo giornata si è in testa. Non perdere neppure una partita non significa che ci sono sotterfugi, è opportuno insegnare ai giovani che esistono cicli che in passato hanno visto primeggiare altre società e che in futuro altre si porteranno ai vertici. Si analizzano i minimi frammenti se un intervento è stato o meno falloso, senza però constatare che se quella gamba o quel piede finisce sotto la morsa a martello, per chi subisce il fallo, poco manca di dire addio al calcio. Eppure non si cerca di evidenziare ciò che di meglio dovrebbe far leva sui giovani, ma si preferisce mettere in luce tutto ciò che divide, anzi crea astio per sempre. Dal punto di vista prettamente scientifico che dovrebbe diventare didattico, analizzando la classifica della serie A, pochi fanno rilevare che la Juventus a parità di partite giocate non solo ha 72 punti, ma ha l’attacco più prolifico con 55 reti segnate, una in più dell’Atalanta, che però ne ha incassate ben 37 di gol, mentre i bianconeri hanno subito solo 16 reti. Non è casualità tutto questo. Il Napoli che è secondo in classifica ha subito 20 reti e segnato 47, sono numeri che si devono tenere in considerazione se si vuole fare una buona analisi. E’ ovvio che Chievo e Frosinone hanno segnato appena 19 reti con i veronesi che hanno incassato 51, c’è una voragine di differenza, ma se si incappa nella giornata storta anche queste piccole formazioni possono fare male a Golia. Nel titolo “calcio e non solo” è proprio questo, a volte si deve tener conto delle statistiche, sottolineando gli esempi migliori, i giocatori che dimostrano di essere forti anche con la personalità, perché loro diventano i modelli da seguire in una società che non si discosta molto dal fatto di pensare che la Juventus è protetta da chissà chi, che ha arbitri che la tutelano e così via. Bene, se non diamo esempio nel calcio che la lealtà deve andare oltre, che la buona fede deve prevalere, si finisce per seguire quella signora a Napoli che ha inseguito il pullman della Juve per il gusto di chiamare “mariuoli” dei giocatori che sul rettangolo di gioco hanno lasciato la palla per far intervenire i sanitari ad assistere un giocatore azzurro, ma la stessa palla non è stata restituita come fair play insegna, ma di questo nessuna tv o radio ne ha parlato. I giornali? Macchè, meglio discutere per ore o scrivere pagine intere su come Ronaldo ha saltato Meret, quindi diventa un cascatore di professione, mentre si è tutelato dal forte impatto per un fallo che avrebbe interrotto la carriera calcistica del fenomeno. Discutiamo di tutto, ma non dimentichiamoci delle cose belle, se i valori positivi non partono dallo sport, nessuna speranza ci sarà mai per una società sempre più a muso duro, dove si diventa nemici e si cercano tutti gli alibi possibili per dire che, purtroppo, quel pallone è andato sul palo e chi ha tirato ha sbagliato, non certamente è intervenuta la Provvidenza. Qualche volta è necessario prendersi le proprie colpe e responsabilità, così deve fare una Juventus chiamata ad una grande impresa per superare il turno di coppa, dove in quel di Madrid ha giocato veramente male, senza riuscire a far prevalere la propria tecnica. Secondo calcoli statistici, il Napoli è a -13 punti rispetto allo scorso anno, peggio ha fatto solo il Bologna -15. La Juventus +4, ma è il Torino che è a +5 che ha fatto meglio. Saranno solo numeri, ma hanno anche la loro influenza. Ai microfoni di Radio Marte a Napoli, il giornalista Peppe Pannicelli di Canale 21 così si è espresso: “L’Italia sta diventando un paese dove la sconfitta è sempre frutto di qualcun altro. Serenamente, il Napoli dovrebbe analizzare ogni cosa: la squadra azzurra non ha perso per colpa di Rocchi. C’è un protocollo ed è nella facoltà dell’arbitro valutarlo e applicarlo per cui non era obbligato ad andare al var. oltretutto, non credo che Rocchi abbia sbagliato in occasione dell’episodio Meret.Ronaldo. Sono un po’ preoccupato per la stagione del Napoli perché ha giocato contro la peggiore Juve e non ha capitalizzato la buona prestazione. A questo punto della stagione, le buone prestazioni non servono più, servono i risultati. Nei momenti decisivi in cui il dettaglio fa la differenza, il Napoli viene meno e dobbiamo sottolinearlo”. Ma arricchiamo maggiormente questo pezzo, con il giornalista Massimo Caputi di Rai Sport che afferma: “A Napoli si lamentano, ma i tifosi che avrebbero detto se al posto di Ronaldo c’era Callejon? E se avessero dato contro loro quel rigore che hanno avuto a favore come l’avrebbero presa? Giusto essere tifosi, per carità, ma vediamo le cose in modo obiettivo. Quel rigore è già molto al limite, eppure…”. Così fa anche Alfredo Pedullà, che interviene a Radio Marte che trasmette da Napoli: “Sono un po’ deluso perché se ne parla poco, ma il distacco tra Juve e Napoli è umiliante. Se in panchina non ci fosse stato Ancelotti, l’allenatore sarebbe stato lapidato tra Sorrento e Acropoli. L’anno scorso si polemizzava ogni minuto, ma a questo punto della stagione era primo con un punto di vantaggio sulla Juve. Oggi, invece, il Napoli è a 16 punti dal primo posto e se non c’era Ancelotti, non c’erano polemiche, ma sentenze e invece ci sono allenatori intoccabili, da cui però io prendo le distanze. Con questo gioco, Mertens e Insigne non segneranno molto, il belga soprattutto. Laurentis ha investito su Ancelotti perché non avrebbe fatto pressione sul mercato”. Visto i risultati altro che Ancelotti a vita, eppure non si è sportivi, ma tifosi e giù veleni a non finire contro una Juve che “ruba”, che nonostante le penalizzazioni solo raramente lo fa presente. Tutto segno di maturità sportiva. Godiamoci serenamente ogni punto di vista, ma mettiamo da parte la malizia di credere che bluffare significa “rubare”.

                                                                      Ermanno Arcuri  

pan>so��o�;