BISIGNANO: DOPO OTTO ANNI DALL’ALLUVIONE E DOPO DUE ANNI DAL FINANZIAMENTO, APPROVATO IL PROGETTO DEFINITIVO PER SPENDERE 500MILA EURO A CRETA ROSSA E FRIA

A distanza di otto anni dal fatto e circa due anni dal finanziamento, qualcosa si muove per gli interventi di “mitigazione del rischio nelle contrade Cretarossa e Fria”, con l’approvazione del progetto definitivo, redatto dall’ingegnere Alessandro D’Alessandro. La storia di questo finanziamento, sono 500mila euro, viene da lontano e rientra nell’accordo di programma del 25/11/2010, ad un mese dall’alluvione che provocò notevoli danni a quei territori. Nel marzo del 2017 l’ufficio del Commissario Straordinario, delegato per il sollecito espletamento delle procedure relative alla realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, da effettuare nel territorio della Regione Calabria, comunicava all’allora sindaco della città di Bisignano, lo stanziamento di 500mila euro, per far fronte alla frana che, nel 2010, aveva interessato le contrade di Cretarossa e Fria che avevano portato perfino allo sgombero di alcune abitazioni. Le stesse condizioni atmosferiche di quel periodo, avevano causato la frana che ha interessato il  santuario di sant’Umile, già riaperto nell’agosto del 2016. La situazione allora era allarmante, alcune famiglie di quelle contrade sono state costrette a vivere nelle roulotte ed ancora, alcune abitazioni,  non sono state dichiarate agibili. Arrivato il finanziamento, parliamo di marzo 2017, gli abitanti si aspettavano un immediato intervento. Invece sono passati venti mesi ed ora, la cosa che preoccupa di più gli abitanti delle due popolose contrade è l’approssimarsi della stagione delle piogge che potrebbe compromettere ulteriore la situazione di bisogno e di degrado già vissuta.  L’approvazione del progetto definitivo, ora lascia comunque ben sperare. In ogni caso, in quella popolazione, che già vive sulle loro spalle tutto il disagio e la preoccupazione sia per i loro terreni che per le loro case e per la loro stessa incolumità, resta la preoccupazione per un altro inverno da passare nella precarietà.

                                                                                                                                Rino Giovinco