BISIGNANO: CHIESTE LE DIMISSIONI DEL SINDACO LO GIUDICE

Dopo le dichiarazioni dei due ex assessori, Gina Amodio e Lucantonio Nicoletti, che hanno lasciato il segno nella popolazione, perché hanno trattato argomenti e rivelato aneddoti da tenere in seria considerazione, arriva la richiesta di dimissioni del primo cittadino dal circolo di Forza Italia e La Calabria che vuoi. Sulla base di ciò che hanno detto l’Amodio e Nicoletti, chi ne chiede le dimissioni del primo cittadino, parla di faida interna e di sindaco “fragile e spogliato”. Nella conferenza stampa in realtà cosa è emerso che fa discutere animatamente la gente che reputa la maggioranza precaria, che si regge su un solo voto in più. Politicamente non esiste più una maggioranza e tutto questo è avvenuto in solo due anni d’amministrazione secondo FI e La Calabria che vuoi che rincara la dose affermando:“questo non è il cambiamento, vi siete rivelati peggio del vecchio”. Ma cosa ha dato uno scossone all’ambiente politico locale? Sicuramente la restituzione delle deleghe da parte del consigliere Francesca Coschignano e poi le dimissioni annunciate dagli ex assessori poi diventate ritiro della fiducia da parte del sindaco Francesco Lo Giudice. Pesante le accuse rivolte al primo cittadino, che secondo il Nicoletti c’è un burattinaio che tira le fila, ma non mancano stoccate nei confronti dell’ex vicesindaco Graziano Fusaro e dell’assessore alla cultura Ornella Gallo, non viene risparmiato nessuno della maggioranza che, per i due ex assessori, hanno chiesto la loro testa e il sindaco li ha accontentati. Così si è scoperto del perché la maggioranza non si è presentata ad un consiglio comunale, secondo Amodio, se il sindaco non avesse revocato gli assessorati in questione, qualche membro non si sarebbe presentato, vanificando quel numero legale per votare il bilancio, per questo il primo cittadino ha ceduto. Gina Amodio si chiede com’è possibile amministrare una città con un sistema che non rende libere le decisioni del sindaco. La consigliere Amodio parla di “ricatto e incoerenza”, sindaco che in un primo momento riconferma le deleghe agli stessi assessori nel rimpasto, ma già dalla prima giunta si sono rivelate situazioni “false ed ambigue”. Questo ed altro rendono il clima politico incandescente. Secondo la consigliere Amodio il “sindaco ha fallito, membri di questa maggioranza lo rendono in confusione”., mentre per Nicoletti, l’assessore defenestrato, afferma di aver avvisato il sindaco che se non c’erano univoche vedute si sarebbero divisi, questo per dimostrare di non essere attaccato all’indennità di carica, mentre il primo cittadino è attaccato alla poltrona pur di indossare la fascia tricolore. Sui lavori pubblici per Nicoletti, sono state affrontate solo le problematiche ordinarie e non lavori di rilievo. “Ho risolto l’apertura del ponte sul Crati – afferma Lucantonio Nicoletti – riuscendo a trovare una soluzione tra Comune e Provincia, mentre il sindaco pensava alla sua immagine sui social”. Sul piano regolatore ancora bloccato, il Nicoletti, spara a zero sul consigliere Francesco Straface, che a suo dire: “deve utilizzare un piano regolatore copiato dalla precedente amministrazione e sono due anni che non lo riesce a fare. La storia ed il tempo giudicheranno chi ha avuto coraggio”. In ultimo l’incarico per 40 mila euro da dare ad un professionista, secondo Nicoletti, soldi che, invece, andrebbero utilizzati per gli lsu.

                        Ermanno Arcuri