13 LUGLIO 1970: INSEDIAMENTO DEL PRIMO CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA!

C'ero anch'io, quel 13 luglio 1970, a Catanzaro, nel Palazzo della Provincia, come inviato speciale di Parola di Vita, lo storico settimanale cattolico cosentino, in occasione dell'insediamento del primo Consiglio della Regione Calabria. Era un evento storico ed io ebbi l'onore di essere presente! Poichè non ero giornalista, né professionista né pubblicista, e non lo sono neppure oggi, semplice come ero per via dell'età (avevo solo 23 anni) e della timidezza, per seguire i lavori non cercai i posti riservati alla stampa, ma mi accomodai nell'affollata tribuna destinata al pubblico. Era una giornata molto calda e, seduto su di una poltroncina, abbondantemente bagnato di sudore aspettavo, con ansia, il momento d'inizio. Era grande l'attesa! Come sarebbero andate le cose? Ci sarebbero state defezioni? La questione del Capoluogo aveva, infatti, creato tanto malumore. Quando, poi, alle ore 10,30 i Consiglieri regionali entrarono nel Salone e presero posto, si avviarono le operazioni di rito. Subito si capì che quel giorno si sarebbe fatto poco. Erano assenti, infatti, sei Consiglieri del reggino (cinque democristiani e un socialdemocratico). Alla Presidenza provvisoria fu chiamato l'On.le Giuseppe Marini del MSI, Consigliere anziano, che dichiarò aperta la seduta. Seguì un breve saluto del Commissario del Governo e, quindi, il Consigliere Marini diede lettura d'un telegramma, inviato da Reggio Calabria, a firma dei Consiglieri Ligato, Iacopino, Intrieri, Lupoi, Nicolò e Mallamace. Cominciava così il cammino del Consiglio Regionale Calabrese ed era sulla linea di partenza anche la protesta di Reggio. A proposito di quest'ultima, allora parlai di campanilismo. Oggi non lo rifarei. In fondo il campanile fu l'occasione per una protesta che veniva da lontano, da anni di delusioni e di risposte mancate. Cominciavano giorni difficili! Intanto il Presidente provvisorio pronunciò il proprio discorso e chiamò, a svolgere la funzione di Segretari, i Consiglieri più giovani, Armando Algieri (Pci) ed Antonio Mundo (Psi). Seguirono tanti interventi, fra i quali quello del prof. Antonio Guarasci che sarebbe poi diventato il primo Presidente della Giunta della Regione Calabria. Quanti interessanti esponenti della nostra politica sedevano, allora, in quel Consesso! Fu lunga quella prima seduta e si chiuse con un rinvio a giorno 22 luglio, con lo stesso ordine del giorno. A cinquant'anni di distanza, oggi, sarebbe opportuno fare un bilancio relativo al cammino dei Consigli e delle Giunte Regionali. All'indomani dell'unità d'Italia, era stato forte il dibattito sulla costruzione dello Stato unitario, con particolare riferimento alla questione accentramento o decentramento amministrativo. Allora si concluse a favore del primo e quando, dopo alcuni decenni, nell'Italia democratica e repubblicana, si passò all'istituzione dell'Ente Regione, l'elezione del nuovo organismo fu salutata come il concreto e definitivo conseguimento del tanto atteso decentramento amministrativo. Fu efficace o sarebbe stato meglio affidarsi alle sole Province, già consolidate e attive sul territorio? E come sono andate le cose nel corso di mezzo secolo? Che bilancio si può fare in merito ai risultati dell'attività delle Regioni, a cinquant'anni dal loro insediamento? Io non lo so! Ognuno ha le proprie idee. C'è, infatti, chi si esprime a favore e c'è, altresì, chi invece avrebbe visto meglio lasciare campo alle Province. Di certo, non spetta a me una tale analisi, in fondo non ho le conoscenze e le competenze necessarie per dare una risposta esaustiva. Penso, tuttavia, che ci sia ancora tanto da fare. Per il resto, so solo che, deluso per quel rinvio, nel chiudere il mio articolo d'inviato speciale di quel luglio settanta, scrissi: "La grande giornata volge alla fine, non resta che abbandonare, delusi, l'aula. (...). Di questa grande giornata non resta che il caldo. (...). La Calabria ed i calabresi possono ancora aspettare" (cfr. Parola di Vita, Anno XLIX – N. 18 – Sabato 18 luglio 1970). E, a dire il vero, dopo tanti anni, dopo tante crisi e dopo il dramma di questa pandemia, non so cosa ne pensiate voi, cari lettori, ma io continuo ancora ad aspettare!

Eugenio Maria Gallo