“SOLTANTO ELUCUBRAZIONI? RIFLESSIONI ED APPUNTI” DI ANTONIO MUNGO

“SOLTANTO ELUCUBRAZIONI? RIFLESSIONI ED APPUNTI” DI ANTONIO MUNGO

La personalità dell’autore non si scopre in una sola pubblicazione, ma molto c’è da dire di un libro in cui ho notato con grande gioia di capire meglio lo scrittore Antonio Mungo, non limitandomi alla solita apparenza di chi l’apostrofa “grecista” per il suo amore sviscerato per il periodo della Magna Grecia e del legame con il Peloponneso in particolare. Infatti, per molti anni ha soggiornato ad Atene e poi nell’isola di Itaca. Leggendo la sua nuova “creatura” come definisce i sui scritti, ho avvertito come l’anima di questa persona ha vagato e continua a vagare, esempio dei venti anni di Ulisse prima di far ritorno nella sua isola. Antonio Mungo ha vissuto parte della sua vita in Grecia, proprio per ritrovare la dimensione del suo vivere che è tanto infarcito dalle tragedie greche, dalla cultura del popolo Ellenico. Antonio, è un professore che ha insegnato latino e greco al Liceo Classico “Bernardino Telesio” di Cosenza e ne va fiero perché lì ha studiato da studente e poi trasmesso agli alunni, che ancora lo cercano con stima, le materie che lui dichiara “vive” e non “morte” da chi non capisce della loro importanza formativa nella vita. La devozione e l’attaccamento a suo padre si può cogliere in ogni pagina anche se si parla di altro, ma lo si può capire nella copertina un po’ sbiadita che ritrae il papà, figura indispensabile, in quella che è stato il percorso umano e professionale di un grande professore. Partiamo da quel vocabolo poco usato nella vita comune, quella di tutti i giorni che ci porta dal fornaio o al mercato, “elucubrazione” che non utilizziamo mai. La meditazione condotta con meticolosità è insito nel personaggio, che preferisce essere chiamato Antonio e non professore, il titolo accademico fa parte dei ricordi universali che si porta con sé, dopo aver frequentato e conseguito la laurea presso l’Università Federico II di Napoli. Città che ogni qualvolta può ritorna con piacere a respirare l’aria di un luogo che lo ha visto giovane intraprendente, così come da fanciullo i vicoli della sua Lattarico che mai dimenticherà. Ogni sfumatura aiuta tanto così la conoscenza e la frequentazione del personaggio per capire sino in fondo le sue riflessioni ed appunti contenuti nel libro. Ci sono poesie meravigliose, per chi va di fretta sembrano molto tristi, invece, nascondono in quella malinconia la gioia della vita. Edito da Mario Vallone Editore di Vibo Valentia “Soltanto Elucubrazioni? Riflessioni ed appunti” ci racconta una persona che nella propria solitudine vive di ricordi felici ed infelici e questi mostrano il lato positivo di un maestro che ha saputo imparare prima che insegnare le declinazioni. Trovo sinceramente accattivante la compattezza di un volume in cui si colgono attraverso le poesie gli stati d’animo che palesemente l’autore non tace, ma esprime in modo chiaro ai lettori. Antonio Mungo ha dedicato la sua vita alla scuola, docente di Greco e Latino nei licei classici, ci regala una perla che per chi ha conseguito studi umanistici diventa motivo di riflessione di sé stesso. Dice bene Antonio: “Tra sconfitte e rivincite. La mia vita”, ma è come se raccontasse l’essere di tutti, perché per ognuno di noi durante gli anni della propria esistenza sbaglia e perde, così come si ottengono dei risultati e si vince. Non a caso l’intervista al poeta, scrittore, studioso, Antonio, ha suscitato infinite emozioni, che un ambiente casalingo omogeneo, tra sogno, pensieri e realtà, è servito a creare l’atmosfera giusta per rilevare l’alta personalità di un appassionato cultore dell’ordine come dell’eccesso. Nell’introduzione del libro mi è piaciuto molto leggere: “Come fa il cuore che non smette mai di pulsare”, ho avvertito queste sensazioni ad ogni pagina che avanzava fino alla fine trovando in esse quel pathos di un mondo che non conoscevo. Nella prefazione affidata a Francesca Mastrovita si legge: “Non vi è spazio per le banalità e per quel che è ovvio o scontato”. Infatti, l’autore ha sempre diviso ciò che non apparteneva al suo modo di vivere impegnandosi con fermezza e capacità a primeggiare nello studio. E qui si riflette come tra i banchi di scuola c’è sempre chi sa tradurre la versione di latino o greco e chi, invece, la copia. I versi che si incontrano in questa pubblicazione sono musica per chi accetta di fare proprio il meditare …Lacrime copiose inondano il mio volto. E in questo dolce pianto illumino i miei occhi, riscaldo la mia vita. In “Emozioni d’autunno” ritrovo un titolo che ho dato ad un mio programma e ritrovo che il paese appare metafisicamente inquietante, quasi un mondo estraneo che sconvolge. Sono le scoperte che attraverso i filmati rappresentano la Calabria. La presentazione di Donatella Punzone, ci fa godere di un viaggio in Grecia fra colleghi, infatti, è lo stesso Mungo a progettare studi culturali dalla lavagna al Partenone. La vita del nostro personaggio di oggi, scorre su binari assieme ai ricordi di Lattarico, gli studi nell’amata Napoli, il ritorno al Telesio e il privilegio di poter dire di aver conosciuto bene la Grecia, dove ha inizio la cultura che affonda le radici in filosofi vissuti prima di Cristo ai quali ancora oggi si fa riferimento. La stampa del libro invita molto alla lettura e questo aiuta a leggere i versi de “Il mio mondo, i miei sogni… si ritorna a te nell’autunno inoltrato, è cogliere, per me, l’essenza della vita!”. Il periodo è proprio questo e i versi accompagnano gradevole la giornata, chi si affretta a dipingere malinconico il pensiero del poeta si sbaglia, perché le sue riflessioni ci portano alla realtà, al male e al bene, al bello e brutto di ogni miseria umana. Le poesie ci raccontano del suo mondo piccolo di Lattarico, e mentre sta per avvenire la morte dell’anima c’è uno squarcio di luce. Tante, tantissime emozioni riscontro in queste pagine che mi sembrano un inno anche con la poesia dal titolo: “Nero anche il sole!”. Versi che hanno affascinato la mia curiosità in chi da Sora in Ciociaria corrispondeva al paese dei Bruzi nel profondo sud. Non fatevi avvolgere dal titolo che ispira tragedia, invece, nel volto e nello sguardo il verde-azzurro del mare risplendeva in quegli occhi eternamente tristi. Condivido che “Ogni alunno è il futuro! E’ uomo di domani e avrà nelle sue mani le sorti di ciascuno!”, mi chiedo: sapranno fare tesoro degli errori commessi dalle precedenti generazioni o continueranno a guidare il mondo con sempre meno valori e con il materialismo che sovrasta lo spiritualismo? In certi versi ritrovo la stessa fanciullezza di Pascoli che si sentiva eterno ragazzo, eppure la vita è vissuta pienamente anche tra le sofferenze e tra “Le meraviglie della vita”, come recitano i versi di questa poesia in cui l’autore ha imparato il dono grande della dignità, pur ricevendo male si cerca di fare del bene. Tutto ciò che accade, specie nella stessa famiglia lascia un segno nel bene e nel male, la gioia più pura è di aver vissuto sentimenti che ti forgiano, che formano le proprie vedute sul mondo intero. E’ un volume che va letto senza fretta per cogliere gli aspetti della voce che arriva dal nulla o di un sorriso che basta ad esprimere tutto il bene. Sono tante le poesie che ci offre il testo di Antonio Mungo, che predilige non rimandare ciò che si può fare oggi. Infatti, riflette sulla fugacità del tempo, degli anni che scivolano inesorabilmente: “Tutto scorre” afferma il filosofo oscuro, Eraclito. Elucubrazioni non è un semplice libro in cui l’autore esprime i suoi dolori come le sue gioie, ma è un testo di vita per tutti, perché Antonio è sempre più convinto che si può cambiare in un attimo: “Vedere me in determinati momenti, significa provare quella tenerezza che si avverte – scrive Antonio Mungo – con una certa commozione, quando si osservano nuovi, vivi, ricchi di linfa, i germogli che spuntano su un ramo ormai ritenuto privo di vita e destinato solo a far brillare per un attimo ancora la fiamma del camino”. Chi si lascia sopraffare da una pubblicazione che, ripeto ancora una volta, all’apparenza risulta triste e malinconica, ma, invece, proprio nelle pagine di quest’ultimo libro colgo la felicità dell’autore che sa esagera anche nel suo piccolo giardino che trasforma nell’anteprima di una casa museo che rispecchia lo stile dell’uomo e la sensibilità del suo animo. Probabilmente sembrerà fuori dal tempo di oggi, invece, non è così, perché la propria grandezza si consolida con la piacevole sensazione di esprimere la personalità e che, forse, è il mondo esterno, quello omologato, a dover cambiare le regole. Non è arcaico né il pensiero e neppure rilevare i bassifondi delle megalopoli nell’antichità, perché la storia è maestra di vita, dovrebbe insegnare l’uomo di non sbagliare più o quantomeno limitare gli errori.  Un pregevole libro e concordo con l’autore la nostalgia può provocare dolore, ansia di ritornare a vivere in un luogo dove abbiamo lasciato qualcosa di noi e che ci appare sempre più lontana. Se solo pensiamo a quanti calabresi vivono altrove, che si cibano quotidianamente di ricordi e poi ritornando al natio focolare esaltano tutta la loro gioia nel nostos, in quel viaggio il desiderio del ritorno, il senso dell’esilio. In sintonia con questo spirito, Antonio Mungo, ribadisce, ricordando la sua Lattarico, lontano non fai altro che pensare al tuo paese che ti ha visto bambino, nutrito i tuoi sogni e illuminato la mente. “Si abbandona la propria terra – conclude l’autore nel suo libro – per mille ragioni; la si lascia per cercare qualcosa che poi la vita, inesorabilmente, ti nega! E’ successo a me, quando ho salutato, ancora adolescente, la mia Lattarico, il paese dove sono le mie radici, lo scrigno che custodisce i miei morti! Ci vado talvolta a rivederlo, magari di nascosto”. In queste ultime esternazioni di Antonio Mungo ci sono le lacrime di tutti quelli che sentono palpitare il cuore al solo nominare la propria terra, non è un lamentoso ricordo, ma trovo sublime il riappropriarci delle radici che non si esauriranno o seccheranno mai, anche dopo aver solcato il sommo gradino per raggiungere il Signore creatore dell’universo. Quante emozioni in una pubblicazione che invito a leggere per la profondità dei temi trattati in cui c’è malinconia ma anche speranza, soprattutto, trovo condivisibili i valori ai quali aggrapparci se vogliamo salvare questo mondo e quello futuro, Antonio lo fa con dolcezza e serenità. Antonio Mungo è un poeta che lascia il segno, non scambiate la malinconia con la negatività, l’esagerazione è bontà che nasce dal cuore perché ricco d’amore per gli altri, i familiari, gli amici, chi sente vicino, chi vive e condivide gli affetti più cari.

Ermanno Arcuri