“PREGANDO ELEVIAMO IL MONDO” IL LIBRO DEL POETA CESARE REDA

“PREGANDO ELEVIAMO IL MONDO” IL LIBRO DEL POETA CESARE REDA

Questa mattina mi andava di oziare. No, non si può. Ho fra le mani il libro pubblicato da Pubblisfera Edizioni del 2012 scritto da Cesare Reda. Ma cosa mi ha spinto a soffermarmi su questa pubblicazione, forse l’amicizia fraterna con l’autore che per gli amici è Cesarino? Forse per la stupenda dedica in cui eleva le mie qualità? Bontà tua caro Cesare, non penso di meritare tanto affetto o forse in parte sì, perché seppure c’è qualcuno che non crede nell’amicizia che la ritiene solo strumentale al momento, salvo poi giungere puntuale la rottura e i tanti improperi. No, io alla vera amicizia ci credo ancora e come dici tu chi ha fede non può tradire i sentimenti che regolano l’orologio della vita terrena. Sarà così anche in cielo seppure il tempo non sarà più calcolato, si vivrà eterei per l’eternità. Ciò che mi ha incuriosito per poi decidere di approfondire la lettura sono due aspetti essenziali che riscontro nel libro avuto in dono dall’autore Reda. Il primo riguarda le pagine iniziali. Chi è autodidatta potrebbe non ricevere tanta attenzione ed invece succede che il già vescovo di Locri-Gerace, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, oggi emerito, richiama la mia massima attenzione, perché l’alto prelato si rivolge a “Pregando eleviamo il mondo” con parole che risuonano come musica celestiale, perché sottolinea l’elevazione dello spirito e le preghiere che l’autore consegna ai lettori rendendoli partecipi del proprio sentimento. Cesare è un uomo di fede. “I temi delle tue riflessioni – scrive mons. Morosini – sono diversi: sono i temi variegati della fede, che tu con gioia sostieni essere il fondamento della tua educazione e che con queste tue composizioni ripassi nel tuo intimo, cercando risposte dal Signore e raccogliendo i suoi insegnamenti, che proponi ai lettori del tuo libro”. E’ tutto vero, Cesarino sta riuscendo con la sua bontà a rendere meno duro i cuori di chi gli sta vicino. Uno tra questi amici sono proprio io. La presentazione del volume è di don Enzo Gabrieli, direttore di Parola di Vita, altra penna che ci spiega che c’è una preghiera di richiesta, una preghiera di intercessione e di affidamento, una preghiera di lode. Ma c’è anche la prefazione di Carmela Iannini, presidente nazionale dell’O.M.I (Oblati Maria Immacolata) che afferma: “Caro amico Cesare, ringrazio il Cielo per avermi fatto dono di incontrarti di persona, ma ancor di più per avermi offerto, attraverso le tue composizioni, una conoscenza più approfondita delle tue ricchezze, delle tue capacità poetiche e per aver messo in luce quei contenuti religiosi che manifestano in te frutti di una maturità interiore profonda, certamente, coltivata e sostenuta con la presenza nella tua vita di una famiglia sana e da don Giuseppe che è un sacerdote secondo il cuore di Cristo”. E, quindi, cosa scrivere di più e meglio di ciò che altri più qualificati sono riusciti ad “elevare” così sapientemente? Per non parlare della ricca premessa di Francesco Nigro Imperiale, commediografo-saggista, amico comune che per te è zio Franco maestro di vita e per me è Franco che sa sussurrare la cultura e che scrive: “Cesare Reda SENTE, nella sua umiltà, questo RICEVUTO beneficio-amore di Dio e ritiene di ricambiare operando con fede, facendosi – “Profumo di verità/Profumo di Pazienza e Carità/Profumo di Purezza e di salvezza”. Ancora una premessa e questa volta del giornalista e scrittore, Pasqualino Pandullo, il quale asserisce che: “le poesie di Cesarino parlano di Gesù, di Maria, di Eternità, di Santo Rosario: ma la preghiera si nutre di questo. Le poesie di Cesarino sono autentiche e ci conducono spesso con un ringraziamento e una dichiarazione d’amore”. Tante belle firme e cosa potrei aggiungere senza andare fuori tema? In premessa ho scritto che due aspetti fondamentali mi hanno incuriosito e fatto decidere di approfondire “Pregando eleviamo il mondo”. Il primo aspetto ho già precisato, per il secondo voglio partire dal fatto che ciò che avviene non si verifica per caso. Mi spiego meglio. Proprio in questi giorni mi è stato chiesto di organizzare una visita al santuario Madonna delle Armi sul monte Sellaro di Cerchiara di Calabria. Una piccola chiesetta incastonata nella roccia che amo profondamente per averla scelta per il mio matrimonio. Ebbene, tu scrivi, caro Cesare: “Sul terrazzo del monte Sellaro” e descrivi il pellegrinaggio da Pietrafitta per raggiungere nel mese di settembre un luogo di Fede e di Pace, di emozione. Apprezzo la serenità che infondi nei cuori con la Madonna delle Armi che è lei la Madre della gioia e non degli inganni, impressa su una pietra, nata in una forma ovale e nella piccola Grotta che si può ammirare sul monte Sellaro, chi viene può vedere e pregare guardando l’immagine “se vuole mi può lodare su questo terrazzo”. Da questo mini racconto, a pagina 142, nasce la scelta di scrivere qualcosa, che spero possa essere interessante, sulla figura del M° della croce, perché l’artista Cesare Reda è conosciuto anche con questo appellativo grazie alla sua produzione di croci lavorate accuratamente e armoniosamente per farne un regalo di fede. Poesie datate e raggruppate cronologicamente dall’uno giugno del 2005, si concludono il 4 settembre del 2009 con “Vivi per miracolo”, in cui si racconta di una triste avventura con il terremoto che ha scaraventato fuori di casa amici e parenti, ma che Gesù e la Madonna “ci sono stati vicino”. Il tuo caro Cesarino è un libro in cui si può leggere il carattere, la tua onestà, la tua anima. Ogni poesia meriterebbe di essere approfondita e meditata e prenoto con te una prossima intervista, perché al di là della mia sintesi e del mio giungere a risultato dopo analisi, sento il bisogno di chiederti meglio chiarimenti su “Cuore a cuore con Gesù” per esempio oppure “Come un angolo del Paradiso”. Le pagine di un libro rendono la persona aperta che si confronta non solo con i propri lettori ma con il mondo intero. Per questo chiederti del perché avevi voglia di restare da solo per pregare nel silenzio “silenzioso”, quante curiosità nascono per colmarle perché scrivi “Il mio silenzio” col pensiero rivolto al Signore. Se la scorsa edizione del Premio Letterario e delle Arti, in quel di San Marco Argentano, per l’editoria religiosa, sei stato insignito con un riconoscimento non nasce per caso la decisione, ma scaturita dalla riflessione che “Il violino che canta” oppure “La bellezza di un fiore”, meritano il premio che è un granello di riconoscenza verso qualcuno che ha tanta fede e sa come trasmetterla. In questo libro si parla di Lourdes e di Medugorje, ma anche di MISTERO “avevo un cuore circondato da tante pietre poi un giorno ascoltai la tua VOCE”. Che profondità di linguaggio, proprio per questo è necessario far conoscere “La rete del Signore”, come si fa a restare folgorato dall’AMORE e non dal potere. Nei tuoi messaggi quotidiani, caro Cesare, mi auguri tanto bene, ma siamo noi lettori a ringraziarti perché attraverso le tue pubblicazioni ci indichi la via dell’anima per incontrare Dio. Se nella prossima pubblicazione la tua biografia si arricchirà del premio a te assegnato assieme a profili religiosi di alto spessore, tutto questo scaturisce da un lavoro svolto da anni su te stesso e su ciò che sei in grado di iniettare, con semplicità e dolcemente, a tutti noi il germoglio di petali dopo che l’aratro ha vangato la terra e da un seme nasce il fiore della vita che per te e in chi crede è l’eternità.

Ermanno Arcuri