INGIUSTIZIE SOCIALI

In Calabria in questi giorni si potrebbe consumare una delle più grandi ingiustizie sociali della nostra terra, già segnata da una dilagante disoccupazione che non ha precedenti nella storia della nostra Repubblica e classificata dall’analisi dei conti economici Eurostat regione più povera d’Europa.

Un grido d’allarme che dovrebbe scuotere le coscienze delle Istituzioni Governative, cardine della democrazia, arriva dalla nostra terra e riguarda oltre quattromila cinquecento lavoratori dipendenti delle pubbliche amministrazioni che rischiano di perdere il proprio lavoro.

Una delle più vergognose pagine di iniquità sociali che non dovrebbe appartenere ad una nazione democratica che si dice garante del lavoro.

Il caso è particolarmente interessante e anomalo; dopo oltre quindici anni di utilizzo nei lavori socialmente utili e di pubblica utilità, i lavoratori, nel 2015 riuscivano ad ottenere un contratto a tempo determinato presso gli enti locali in cui prestavano servizio, subordinato a specifici finanziamenti regionali e ministeriali; oggi questo percorso rischia di interrompersi definitivamente con conseguenze catastrofiche, a causa di una forte riduzione dei finanziamenti ministeriali e rigidi quadri normativi che impediscono la stabilizzazione definitiva dei lavoratori.

La vertenza, che tra l’altro risulta essere una tra le più importanti d’Italia perché riguarda migliaia di lavoratori, necessità della giusta considerazione da parte dell’attuale esecutivo politico di Governo e di tutti i parlamentari calabresi che hanno l’obbligo di rappresentare le problematiche della loro terra.

Diverse sono state le iniziative intraprese dalle parti sociali a supporto della vertenza e rivolte all’attuale Governo, in particolare la manifestazione del 16 Novembre organizzata da Cgil, Cisl e Uil presso la Prefettura di Catanzaro che ha visto la partecipazione di migliaia di lavoratori, dell’Anci Calabria e di decine di sindaci, ma che ad oggi non ha ottenuto dai ministeri competenti le opportune e doverose risposte risolutive.

L’avvicinarsi dello scadere dei contratti e la situazione di stallo, sta generando molta preoccupazione anche tra i trecento sindaci calabresi interessati dal problema; molti di loro si dicono costretti a rimettere il proprio mandato in assenza di soluzioni positive della vertenza non essendo più nella condizione di erogare i servizi essenziali per le loro comunità.

Un appello lo rivolgiamo a tutti gli organi di Governo e ai parlamentari calabresi, affinché trovino una soluzione definitiva alla più immane tragedia sociale che in queste ore si sta consumando in Calabria.

 

 Castrovillari Lì 24/11/2018

 

                                                                  Per la Segreteria Nidil Cgil - Pollino - Sibaritide - Tirreno

                                                                                                Angelo Castellano