I PENSIERI DI GENNARO DE CICCO

I PENSIERI DI GENNARO DE CICCO

Il titolo di questo pezzo probabilmente necessita dell’aggiunta: segreti, ricordi, misteri, confidenze, particolari, sentimenti, e potrei continuare a riempire l’intera pagina. Ho scelto pensieri, perché racchiude un po’ del passato del professore Gennaro De Cicco, un po’ del presente ma anche del futuro, perché seppure in quiescenza, l’inossidabile docente, sprigiona mille attività ed è sempre più che mai coinvolto nel sociale. L’intervista a casa sua assieme al dottore Ernesto Littera, è diventata l’opportunità di conoscere meglio il personaggio. La nostra amicizia dura da molti anni, così anche la stima e la complicità in talune iniziative in cui abbiamo collaborato. Appuntamento in un luogo ben preciso da dove si gode un panorama stupendo sul golfo di Sibari, si spazia sino a Taranto e la costa è percorribile ad occhio anche sino a Cariati. Immaginatevi, cari lettori, questa distesa di mare azzurro in una giornata limpidissima con il cielo che si confonde nelle acque e non si capisce dove questo mare finisce. La cornice è rappresentata dalla costa che è uno spettacolo, si staglia così bene da farci rallentare l’ingresso in casa, ma anche dal terrazzino dell’abitazione si può godere un panorama simile. Gennaro De Cicco, ha la fortuna di beneficiare di questa bellezza paesaggistica ogni giorno. Fortuna che abbiamo condiviso anche noi. La giornata si presta a far valere questo incantevole paesaggio, più vicino a noi si apre ai visitatori anche Macchia Albanese e quasi si tocca il campanile della chiesa. La signora ci offre del tè per dissetarci, subito iniziamo a dialogare nel luogo in cui Gennaro, giornalista, presentatore, intrattenitore, comunicatore, conduttore, insomma avete capito bene, ci troviamo di fronte una personalità poliedrica che si impegna assiduamente per promuovere il territorio, specie l’Arberia come si evince dalle risposte alle nostre domande. Perché registrare una puntata che ha ricevuto molto gradimento dal nostro pubblico che ci segue assiduamente, il semplice fatto di stabilire un rapporto confidenziale nel luogo in cui l’intervistato opera giornalmente, scrivendo anche saggi di ottima fattura, è un vantaggio notevole per entrare nell’io di chi la vita l’ha dedicata all’insegnamento, lo sport, allo spettacolo, all’informazione. Basterebbero solo i suoi ricordi per scrivere una collana di libri, tenendo conto che è stato anche fautore della nascita di una radio e voce della stessa. Presentatore ufficiale per tantissimi anni del Festiva della Canzone Arbëreshe a San Demetrio, perfino allenatore della sandemetrese, cultore della musica balcanica, è stato più volte in Albania e Kosovo dove ha anche ricevuto dei premi di merito. E non è finita perché presenta anche serate in costume italo-albanese, in questi ultimi anni si sta dedicando tanto alla pubblicazione di libri che raccontano del suo passato che è anche quello del territorio e del mondo che gli appartiene. Ascoltare Gennaro è appassionante ed è difficile bloccarlo, in un modo o nell’altro deve raggiungere il punto che lui ha previsto. Ogni quadro appeso al muro del suo studio o foto incorniciate rappresentano veramente la persona che si fa voler bene. Per chiudere l’articolo ricorro ad un maestro del giornalismo, Vladimiro Caminiti, un palermitano trapiantato a Torino, le sue pagine su Tuttosport erano una pittura colorata in un mondo in bianco e nero. La sua scrittura era un capolavoro, quasi come i filmati di oggi, perché con la descrizione rendeva affascinante la partita, un banale calcio al pallone oppure quel coreografico tifoso che esisteva un tempo. Se la mia penna fosse solo capace del 50% di questo grande maestro, al quale mi sono ispirato sin da giovane, allora penso di aver saputo descrivere il personaggio Gennaro De Cicco, sintetizzando il suo curriculum ma non posso esimermi di ascoltare ancora una volta una canzone in lingua, a lui fa molto piacere tradurla rendendomi partecipe di un ambiente etnico a me tanto caro. Ad un amico non si può dire di no, specie se rappresenta un pezzo di storia locale.

Ermanno Arcuri