CONTRIBUTO ALLA COSTRUZIONE DI UN    PROGETTO POLITICO PER L’AUTONOMIA DELL’ARBERIA

CONTRIBUTO ALLA COSTRUZIONE DI UN PROGETTO POLITICO PER L’AUTONOMIA DELL’ARBERIA

Contributo per la costruzione di un PROGETTO POLITICO

per L’AUTONOMIA dell’ARBȄRIA

di Giuseppe Chimisso

L’Arbëria deve occupare il posto che merita nell’acceso dibattito politico in essere sulla rinascita dell’Europa delle piccole Patrie, dibattito che rappresenta una ferita aperta per l’establishment burocratico di Bruxelles il quale deve dare forzosamente il consenso istituzionale ai governi centrali degli Stati nazionali, ma si sente in difficoltà rispetto alle legittime richieste di autonomia da parte di numerose regioni e territori europei.

Scriviamo poche note per fare il punto non tanto sulla precaria situazione che vive l’Arbëria, argomento trattato in diversi momenti non solo dallo scrivente, non vogliamo quindi proseguire a praticare lo sport preferito da molti riguardante la lamentazione a josa fine a se stessa, ma piuttosto per esporre una serie di proposte che penso utili, non solo per riflettere, ma per acquisire la coscienza e la determinazione che porti all’organizzazione delle forze disponibili per cambiare lo stato di cose presenti in Arbëria. Ecco perché parlo di Europa: perché la richiesta dell’Autonomia Amministrativa per l’Arbëria è parte di quell’eterogeneo ma vasto movimento che coinvolge il continente e vede decine di regioni e nazionalità richiedere a viva voce l’Autonomia per le proprie culture e genti. Questo per rammentare che l’Arbëria non è sola nel richiedere l’autonomia economica, ma è in buona compagnia assieme alle Isole Canarie, Andalusia, Galizia, Paesi Baschi, Aragona e la Catalogna in Spagna; al Nord Irlanda, Cornovaglia, Galles e Scozia nella Gran Bretagna; alla estesa Occitania, Savoia, Alsazia, Bretagna e Corsica in Francia; alla Frisia, Vallonia e Fiandre nei Paesi Bassi e Belgio; alla Slesia e Moravia tra il sud Polonia e Repubblica Ceca; per non scrivere delle tante piccole comunità storiche sparse a pioggia in Italia e nel continente che hanno levato la loro voce, esempio per tutte le puntiformi Isole Aland nel Mare del Nord. Sulla presenza delle minoranze linguistiche in Italia abbiamo scritto in passato, quindi non ci ripetiamo. Proprio perché crediamo ad una Europa di storie, linguaggi, luoghi, di “vaterland” ed “heimat”, memorie che devono essere valorizzate, tutelate e reciprocamente dialogare, al fine di creare mentalità moderne che sapranno proiettarsi nel futuro, a condizione di saper includere nella propria esperienza quella del passato che indubbiamente fa parte del presente, come questa dell’avvenire.  Quanto sopra al fine che in Italia ed in Europa non si parli solo di economia e di banche , idea d’Europa questa, per altro foriera di tragiche negatività, molto distante da quella dei Padri Fondatori che preconizzavano una Europa dei popoli, delle comunità e delle persone, degli stili di vita, delle culture e delle loro storie, del rispetto delle differenze soggettive, culturali, etniche e linguistiche; tutti questi elementi vitali ed imprescindibili dell’insieme.

Questo è l’orizzonte ideale al quale fare riferimento nella nostra battaglia politica non-violenta per la richiesta dell’Autonomia Amministrativa dell’Arbëria calabrese ed italiana.

Penso sia opportuno fare il punto per la difesa della storia e del futuro dell’Arbëria e riassumere tutta una serie di posizioni espresse e maturate nel tempo.