BISIGNANO: NICOLA DE BONIS III: CENTO ANNI DALLA NASCITA

BISIGNANO: NICOLA DE BONIS III: CENTO ANNI DALLA NASCITA

BISIGNANO

Bisignano ha una ricchezza inestimabile che è la liuteria legata alla dinastia dei De Bonis. E’ certo che Nicola De Bonis  resta un grande ed apprezzato maestro ed i suoi strumenti, ancora oggi, sono ricercati, pregiati e suonati da grandi artisti nazionali ed internazionali. Negli anni è stata la Pro Loco, di concerto con quelle amministrazioni,  a rendergli merito, non che ne avessero bisogno, con concerti che hanno portato a Bisignano artisti come il Quartetto Paganini, Ilario e Senior Diaz. Addirittura,  nel gennaio 2004, il grande riconoscimento ed apprezzamento  che la Pro Loco aveva a livello regionale,  è stato fatto valere per imporre che a rappresentare la Calabria alla grande mostra internazionale di Haiti in Giappone fosse la liuteria De Bonis. Inoltre giova ricordare, solo per dare un’idea, i concerti di Natale dedicati a Nicola De Bonis che si sono tenuti fra il 1984 ed il 1990 e la mostra itinerante degli strumenti De Bonis, fra il 2002 e 2003, alla biennale di Venezia e al Millenario di San Nilo a Grottaferrata. Per non parlare della grande manifestazione che ha inaugurato il primo anno della scuola di liuteria a Bisignano e la realizzazione di un museo intitolato proprio ai due grandi maestri Nicola e Vincenzo De Bonis. In occasione del centenario, anche questa amministrazione sta organizzando manifestazioni celebrative. Nato il 3 marzo del 1918, Nicola De Bonis muore prematuramente a soli 60 anni. Attestati e riconoscimenti non sono mancati, proprio a sottolinearne la figura umana e dell’artista e, soprattutto, di chi fu artefice della rinascita della liuteria neoclassica contemporanea a Bisignano. Come scrive il compianto prof. Rosario Curia  nel libro patrocinato, stampato e divulgato dalla BCC di Bisignano “I fratelli De Bonis e la Liuteria in Bisignano”, Nicola De Bonis riempì “il vuoto di tanti secoli, accostandosi e superando in tanti versi i prodotti artistici e classici delle prestigiose scuole di liuteria dei centri più rinomati d’Italia e di altri paesi”. Ed è sempre il prof. Curia che ne traccia l’aspetto umano: “era una persona buona, semplice e modesta. Generoso e aperto verso tutti, affettuoso e sincero: un’anima candida, scevra di compromessi. Stimava tutti e tutti gli volevano un gran bene”. Nicola De Bonis aveva un solo motto che era quello di “creare ed offrire agli altri la bellezza delle sue opere”. Bella la descrizione che fa Curia del maestro che ha appena finito la sua chitarra: “Il suo volto s’illuminava di gioia incontenibile”. La descrizione di quel momento resta indelebile nella memoria di Curia: “Ed era il momento più atteso, l’ansia ed il timore insieme dei risultati da verificare, della prova decisiva della riuscita e della qualità del suono dello strumento che il Maestro si aspettava, ammirando compiaciuto ed estasiato il suo capolavoro”. Della liuteria bisignanese ha scritto, fra gli altri, anche il prof. Mario Guido ne  “Il miracolo della liuteria De Bonis a Bisignano ed in Calabria” ed un testo dedicato interamente al fratello di Nicola, Vincenzo, realizzato dal Comune di Bisignano sempre col contributo della Bcc e questa volta anche della Pro Loco. Dei De bonis troviamo traccia perfino nel famoso dizionario Universale dei Liutai di Renè Vannes pubblicato in lingua francese a Bruxelles nel 1951. Nicola De Bonis ha portato con se un pezzo importante della storia internazionale di liuteria. Parlare di lui come il liutaio di Bisignano risulta estremamente riduttivo.  A cento anni dalla sua nascita,  la città ed i bisignanesi gli devono almeno l’attaccamento alla terra ed al suo quartiere: la Giudecca. Così il prof. Curia: “richiesto da diverse fabbriche di strumenti musicali a corde per dirigerne i lavori e porvi la sua impronta ormai notoria a tutti; invitato dall’Accademia di Santa Cecilia a trasferirsi in qualità di esperto di liuteria, Nicola III De Bonis non si mosse, non lo allettarono le prospettive di maggiori onori e guadagni, e non abbandonò la Giudecca, il tetto domestico, legato inconsciamente per secolare tradizione all’umile modesto banco di lavoro roso dal tempo su cui restano impresse tante memorie: non poteva abbandonare le pareti della casa avita in cui risuona perenne, lontano e nostalgica l’eco sommessa della voce degli avi”. Nicola De Bonis rimase nella sua Bisignano, nel suo quartiere della Giudecca, ancora guardiano di una nobile arte che per fortuna continua.  

                                                                                                                                Rino Giovinco