Anni di intenso lavoro
Anni di intenso lavoro, di incontri, proposte, articoli, per avere finalmente riconosciuto il disagio e le problematiche per la mancanza di assistenza in campo sanitario che si trovano ad affrontare le comunità di montagna e di area disagiata. Da una veloce disamina dei fatti, possiamo dire che dalla precedente amministrazione comunale non siamo stati mai ascoltati, ma anzi combattuti. Ottusamente (cieca e sorda) essa non ha voluto dialogare con i cittadini, perdendo solo tempo e servizi sul territorio. I Risolutori dicevano sempre: “va tutto bene, ci pensiamo noi”! Abbiamo elaborato delle proposte e richieste di incontro, inviate al commissario Scura ed al presidente regionale Oliverio, senza ricevere risposta alcuna. Anche durante la campagna elettorale per le comunali del 2017, tutti a ribadire il rilancio dell’ospedale, ma il giorno dopo le elezioni addio buoni propositi. Abbiamo cercato di interloquire fin da subito con la nuova amministrazione portando sul tavolo del sindaco Capalbo le nostre perplessità e i nostri timori sull’ospedale. Si sono tenuti incontri a palazzo Gencarelli e in altre sedi, ma le uniche preoccupazioni del primo cittadino sembravano essere le piattaforme per l’elisoccorso e lo spostamento della SAUB nei locali dell’Ospedale. Sarebbe stata realizzata la “Cittadella della Salute”, punto della campagna elettorale, assolutamente non condiviso da noi della LACA. L’idea di spostare la SAUB nei locali dell’ospedale è una pessima soluzione (come spiegato nel precedente articolo), perché la struttura ospedaliera è nata per accogliere reparti di ricoveri no poliambulatori. Si avrebbe una promiscuità di accessi di cittadini e servizi non coerenti all’opera della struttura, e si precluderebbe per sempre un’eventuale rilancio dell’ospedale stesso con l’apertura di nuovi servizi per i cittadini. Ci siamo interfacciati con i consiglieri di opposizione (opposizione per modo di dire!) arrivando ad avere un consiglio comunale aperto sul tema Ospedale alla presenza del DG Mauro e dell’allora delegato alla sanità Pacenza, preoccupandoci di far pervenire al presidente del consiglio Fusaro una nostra missiva che illustrava la proposta di rilancio dell’ospedale, documento che non è mai arrivato in discussione. Non fidandoci, a ragione, del presidente del consiglio, abbiamo fornito la stessa proposta alla minoranza, che ha prodotto l’unico documento poi votato e approvato dall’assise, che ha accantonato l’idea della cittadella sanitaria. Dopo il consiglio comunale aperto, l’opposizione si è come volatilizzata, ritornando “in vita” solo nel periodo delle ultime elezioni politiche, ma dopo oltre un anno, non si vedono né si sentono. Abbiamo più volte interloquito con il nuovo direttore sanitario, dott. Cozzolino, appellandoci a lui in virtù della sua storia personale e politica. E’ stato aperto e favorevole a tutte le nostre proposte, concorde con noi che la soluzione di spostare i locali della SAUB presso l’ospedale non era delle migliori, concorde anche a far ripartire le attività chirurgiche multidisciplinari come l’ortopedia artroscopica e chirurgia dalla mano, l’endoscopia urologica, la piccola chirurgia oncologica con il supporto dell’ambulatorio oncologico, la chirurgia ginecologica, l’abbattimento delle liste di attesa per gli ambulatori, e la risonanza magnetica attiva tutti i giorni ecc.. ma ad oggi ancora poco è stato fatto. Ecco, Finalmente qualcuno ci ascolta: incontriamo i parlamentari 5 stelle, la sen. Abate, l’on. Sapia e l’on. Forciniti, esponiamo loro dettagliatamente la nostra proposta politica di rilancio degli ospedali di area disagiata e di montagna. I 5 stelle si sono impegnati a portare le nostre istanze sul tavolo della commissione sanità della camera e di interloquire con il ministro Grillo per avere in considerazione le attuali difficoltà di queste zone disagiate ed un eventuale intervento sul Piano Sanitario Nazionale. Ci teniamo a dire ai cittadini che le nostre rimostranze sono senza colore politico e la nostra associazione senza nessun padrino di appartenenza politica. Nonostante ciò, siamo riusciti a portare il nostro disagio sui tavoli istituzionali nazionali, ma non ad avere interlocutori locali. “Politicanti” del “ci penso io” o meglio “oggi ci sono io e comando io che tengo a cuore le sorti del nostro ospedale sempre per le logiche qualunquistiche”. Grazie politici locali e regionali, di ieri e di oggi, grazie di aver causato tanta sofferenza ai cittadini acresi e calabresi che per curarsi dignitosamente devono emigrare altrove.