“VERSI NEL QUOTIDIANO” DI TONINO DE MARCO

“VERSI NEL QUOTIDIANO” DI TONINO DE MARCO

C’è chi crede che si devono approfondire le amicizie, è vero che il tempo è galantuomo, ma c’è anche chi è consapevole che a pelle è già un inizio, una partenza, che unisce le persone più di quanto pensano nella loro testa e poi nel cuore, una volta che è sbocciato il fiore che avvicina è tutto un percorso da scrivere. Questo per dire che ho appena letto il libro di poesie che ho ricevuto dal poeta Tonino De Marco, le pagine di “Versi nel quotidiano” mi hanno dato energie per affrontare questo nuovo racconto che regalo ai lettori che abitualmente mi seguono e che amano profondamente le storie che sono uniche. Infatti, anche questa narrazione è indiscutibilmente unica. Mi accingo a scrivere, raccogliendo le mie emozioni attraverso i versi di Antonio, ma per tutti è Tonino, una simpatica persona, funambolica, la sua creatività non la ferma neppure l’età. Nel preciso momento che inizio questo pezzo mi giunge un messaggio proprio dall’amico Tonino che si è emozionato per un filmato che ho postato questa mattina e che racconta attraverso le foto la meravigliosa giornata trascorsa presso la Tenuta Bocchineri a Rogliano con l’evento “Poesia al parco”. C’è chi chiama questo momento telepatia e cioè due o più persone si pensano allo stesso istante. Per non divagare nel cappello introduttivo, le poesie in lingua e in vernacolo, con la prefazione di Eugenio Maria Gallo, poeta, scrittore e critico letterario, mi riconducono a valori ormai desueti, a profumi e linguaggio quasi dimenticati, ad un vivere la vita che trovo più che mai in sintonia con il mio pensiero di comunicatore. E l’amico-poeta si supera con un nuovo messaggio in cui mi scrive: “Non essere modesto, anche se non scrivi, sei molto più avanti di noi. Si nota in quello che fai una grande sensibilità”. Ovviamente lo scrivere si intente il fatto di non comporre poesie, quindi, non posso deludere la sensibilità che è in me e provo ad esprimere concetti semplici riguardo ai componimenti e sulla figura dell’autore, che ho scoperto vero pigmalione ma anche un “sensibilone”. Al professore Gallo mi lega infinita amicizia e stima e proprio per questo ho letto con attenzione la prefazione che mi introduce ed anticipa i versi di Tonino che afferma di essere rimasto molto colpito dallo scritto del critico letterario che nel settore culturale è un vero faro che illumina tutti noi. Come dipinge Gallo l’imprenditore della poesia, che sin da piccolo ha desiderato la formazione di studi umanistici, ma per vicende post belliche familiari si è affermato nell’ambiente lavorativo per poi ritrovare la vena di scrittore con l’avanzare degli anni e sprigionarla ancora con più potenza dell’età giovanile. Il mitico prof Gallo afferma; “Ci si domanda, spesso, cosa sia o cosa possa essere la poesia per l’uomo di oggi. La risposta chissà, forse, potrebbe essere nella catarsi liberatoria del canto”. Un canto libero quello si Tonino, che ci racconta del suo quotidiano, di ciò che accade e che merita una rima baciata oppure un componimento allegro e spensierato o ancora di più un approfondimento di rara bellezza e musicalità. Eugenio Maria Gallo scrive la prefazione nel 2013, sono passati 11 anni dalla pubblicazione del libro che ho avuto in dono solo qualche giorno fa. Se tutte le strade portano a Roma o le vie del Signore sono infinite, anche un libro ha il suo destino che è quello di finire quasi sempre in mano sicure, di chi ama leggere e fa tesoro delle critiche se la storia merita. La silloge di Tonino De Marco è limpida, sottile, dove con ironia riesce a mettere in luce particolari dell’esistenza che rendono la riflessione parte integrante del tuo stile di rendicontare nell’animo, pronto a girare pagina per esaudire la curiosità in quale nuovo argomento ci si deve immergere. Seguendo le indicazioni del maestro critico letterario Gallo, concordo pienamente che Tonino propone trame intime, tessere immagini, raccontare della sua vita attraverso poesie mai banali, anzi, con semplicità e genuinità, senza grandi pretese, appaga il suo desiderio di poeta e nello stesso tempo invia messaggi codificati a noi lettori più attenti. Lo stesso Gallo tratteggia una grammatica semplice attraverso la quale, Tonino, sprigiona un canto immediato e sincero, musicale e ritmico, sia nei versi in dialetto che in quelli in lingua. E’ la fotografia dell’autore che abitualmente è showman non solo della propria vita ma anche di quella degli altri riuscendo a mettere sul palcoscenico spettacoli che ci riportano ad un tempo passato, che è poi quello che tutti noi adoriamo di più perché ci riporta alla giovinezza. Ma Tonino è giovane anche adesso, me ne sono accorto in una serata speciale dove è riuscito ad essere protagonista come se quel tavolo per la cena fosse un teatro dove esibirsi. Lui però non mette in scena il suo ego, perché dalle sue parole e dagli atteggiamenti sprigiona ciò che è nella sua personalità e cioè bravo a richiamare l’attenzione, anche dei più distratti, da un sorriso catapultarti in un mondo di valori conosciuti ma che sconosciamo abitualmente. Un esempio emblematico è “L’umiltà”, poesia che trovo geniale che fa incontrare un asino ed un cavallo che dialogano in vernacolo. U ciucciu si presenta, invitato, ad una festa di gala, ma non indossa l’abito buono, e il suo raglio lo pone ai margini, non è nato per portare la sella, è nato asino e resta somaro, gli ultimi versi sono superlativi: “’E vide c’allu munnu, tra tutte ‘e virtù, cinn’è puru una chi ‘u la teni tu. ‘E chine ‘a tena è signu ‘e civiltà, ricordate ‘ca se chiama UMILTA’”. La premessa di Gallo è bella corposa, che chiude magistralmente in “Una profonda emozione di universale partecipazione all’armonia del tutto, quasi una risonanza ungarettiana, vibra, quindi, nei versi del titolo “La goccia”, in cui De Marco trova il senso stesso della vita, quel senso che corre per tutti i suoi versi e che trova la propria essenza nell’amore, inteso come dono da offrire agli altri, in fondo, la vita è senza senso solo se è priva di amore, perché solo, allora, vengono meno quei valori che egli celebra ed esalta”.  Ma come spesso succede nella lettura delle poesie ognuno di noi resta colpito da qualcuna in particolare, i motivi potrebbero essere tanti, anche se ho cercato di dividere la conoscenza dell’amico Tonino che con la sua loquacità riempie ogni spazio, al suo piacere di scrivere versi perché è in quel momento che chi ne è capace mette a nudo la propria personalità. Resto a leggere, a soffermarmi su pochissimi versi di una poesia intitolata “A te compagna di una vita”. Tonino scrive: “Incontrarti è stato un caso, averti: la realizzazione di un sogno, stare con te: è sublime”. Sfido ogni lettore di quest’articolo a non trovarsi d’accordo, in questi semplici e diretti versi c’è da descrivere tutto il mondo dell’amore per una persona, per chi nella tua vita rappresenta il cerchio magico che gira e gira e si ferma sempre e solo in un posto dove trovi sempre ad attendere la donna o l’uomo del passato, del presente e del futuro. Tonino riesce a farti sognare a trasmetterti energia per affrontare il quotidiano, come lo fa lui con coraggio e spirito propositivo, ma il suo libro ha tanto altro da sezionare, per esempio “L’emigrante” oppure “I figli ingrati”, sono significative anche le foto volutamente inserite come quella di un viale autunnale. Sono foto in bianco e nero che potrebbero essere superate ai nostri tempi tecnologici con il colore che spazia dappertutto, ma non è così, perché danno più forza e rappresentano Belsito, il paesello del libro cuore, un gioiello da andarne fieri. Belsito e Malito si dividono le porzioni nel cuore di questo appassionato poeta, che nasce a Balzata una piccola frazione di Rogliano. La famiglia De Marco coltiva la terra in Sila, compone sin dall’età giovanile in vernacolo mantenendo sempre il timone dritto al quotidiano. Si trasferisce a Paterno Calabro e poi a Malito, qui conosce Maria, che sposa nel ’74. Dopo il matrimonio si trasferisce nel Comune di Belsito per poi passare nel territorio di Santo Stefano di Rogliano. Diventa padre di Salvatore Luca e Tiziana, frequenta il corso serale e consegue la licenza di scuola media inferiore. Nel ‘98 ritorna nella casa di Belsito, situata nel verde, conducendo una vita dinamica e laboriosa. Chi meglio di Tonino De Marco può fregiarsi del titolo di POETA del SAVUTO? E’ sicuramente lui che merita questo titolo e non solo per aver girovagato, come la biografia ci racconta, in diversi comuni di questa zona incantevole della Calabria, ricca di storia millenaria, ma trovo il significato di questo titolo che mi sento di “appioppare” all’amico Tonino, per aver scritto non solo “Foglie al vento” o “Il vecchio e il cane”, che trovo brillanti, ma, soprattutto, per i versi della lunga poesia intitolata “L’amicizia”. Qui mi fermo consapevole di aver iniziato per amicizia a scrivere il pezzo e termino con questi versi del caro amico Tonino: “L’amicizia è la cosa ‘cchiù bella chi c’ò allu munnu e io avia ‘n ‘amicizia che mi ‘cce spartia lu sonnu”. Non sei rimasto solo tu pervaso dal tradimento della stessa amicizia, è un prezzo da pagare per tutti noi che l’amicizia la viviamo intensamente e la paragoniamo quasi all’amore, ma non bisogna demordere, l’amicizia vera esiste e non morirà mai!

Ermanno Arcuri