L’IPOCRISIA DEL RISPETTO NEL CALCIO
Per dare rispetto devi ricevere rispetto. Nel calcio di un tempo c’erano i valori che emergevano da una società sana, ma man mano che si va avanti si finisce ad andare peggio. Il calcio fa parte della società in cui viviamo, dove non ci sono partiti e si fanno i saltelli di poltrona, dove si tradisce l’amico per non dire fratello e non si hanno rimorsi. In questo stato generalizzato, purtroppo, succedono le nefandezze più disparate. Per non curare il clima il pianeta subisce catastrofi come quella ultima capitata in Toscana. Questa zona d’Italia ha dato lustro a periodi storici con artisti, politici, architetti, poeti, uomini d’affari che ne hanno ingigantito un popolo che oggi si riconosce in quello toscano. Leonardo da Vinci, Dante Alighieri, Michelangelo Buonarroti, Simone Martino, Galileo Galilei, Antonio Meucci, Lorenzo dè Medici detto il Magnifico, Giacomo Puccini, Carlo Collodi, Giovanni da Varrazzano, Roberto Benigni, Amerigo Vespucci, Gianna Nannini, Giovanni Boccaccio, Giosuè Carducci, Giotto, Botticelli, Donatello, Cimabue, Beato Angelico, Giorgio Vasari, Amedeo Modigliani, Filippo Brunelleschi, Pietro Mascagni, Margherita Hack, Indro Montanelli, Oriana Fallaci, Giorgio Albertazzi, Laura Morante, Franco Zeffirelli, Leonardo Pieraccioni, Giorgio Panariello, Toto Cutugno, Irene Grandi, Andrea Bocelli, Gino Bartali, Juri Chechi, Fosco Maraini, Don Lorenzo Milani, Paolo Ruffo di Calabria, Guccio Gucci, Roberto Cavalli, e si potrebbe continuare ancora. Perché scrivere tutti questi nomi? Intanto per ricordare che studiosi, musicisti, scrittori, registi e sportivi sono stati il motore per far andare avanti l’Italia. Ebbene lo stesso mitico Zeffirelli peccava quel tanto che bastava per accendere gli animi nella tifoseria viola, di una Firenze infinitamente bella e colta ogni qualvolta a far visita allo stadio Artemio Franchi arrivavano i bianconeri di Torino. Anche quest’anno nulla è stato smentito pur dovendo far fronte ad una devastazione di terreni con famiglie rimaste senza casa e, purtroppo, registrando anche dei morti. Per questa situazione che senza se o ma tutti devono essere solidali, la curva Fiesole proclama che la partita Fiorentina Juventus non si doveva disputare. Per rispetto a questo scenario e per i morti, quindi, meglio andare a spalare fango che tifare in curva. Le autorità non hanno accolto questa richiesta perché la sicurezza di giocare la partita non veniva meno e che non si privavano le popolazioni bisognose di aiuto sia degli strumenti che degli uomini necessari. Intanto ad accendere il clima con “ammazziamoli tutti” sono stati proprio gli ultrà viola con i propri giocatori ad applaudire alla fine dell’ultimo allenamento, con il presidente Commisso a dare man forte alla folla. Succede che in curva solo qualche migliaia i tifosi sono a mancare all’appuntamento, il resto della truppa c’era così come in tribuna, insomma ancora una volta arriva la Juve e si fa il pienone. Perché l’ipocrisia del rispetto? Lo si chiede per i morti di qualche giorno fa colpiti dall’alluvione e ci sta tutto, anzi non si doveva disputare nessuna partita di campionato per solidarietà, ma perché ancora una volta in una situazione del genere si portano sciarpe del Liverpool e si inneggia ai 39 morti dell’Heysel in Belgio, juventini che erano andati a vedere la partita e che hanno trovato la morte a causa degli hooligans inglesi. Per non dire gli striscioni ad inneggiare la morte dell’indimenticabile signore del pallone, Gaetano Scirea, un odio così violento perché la Juventus compra spesso i migliori giocatori della Fiorentina, tutti pagati a peso d’oro. E allora per avere rispetto si deve dare rispetto è questo ciò che emerge dai vari interventi dei tifosi juventini sui social. Nonostante questa enorme tragedia c’è chi ha tempo ad insultare Vlahovic con “zingaro” oppure una ragazza difesa dal figlio di Italiano, tecnico viola, convinti gli scalmanati che fosse uno juventino. Non voglio fare altri commenti a riguardo, tutto è sotto la luce del giorno, vorrei solo segnalare che Fiesole, che dista pochi chilometri da Firenze che ho visitato, è un luogo incantevole. Non sarebbe meglio seppellire l’ascia di guerra e farsi una bella lettura o rilettura della storia degli uomini di eccellenza che ho nominato prima, da quelli imparare che c’è altro per cui lottare così ciecamente e veemente. Intanto la Juve con lo stesso pullman sul quale è scritto “fino alla fine” si piazza davanti la porta di Szczęsny e dopo la vittoria va via in direzione Torino ringraziando l’attacco spuntato viola che nonostante ha dominato non ha prodotto danni agli ospiti. Non dimentichiamoci Artemio Franchi, dirigente sportivo italiano che ha diretto ai massimi livelli il calcio nazionale e internazionale, il cui stadio è intestato, riconosciuto terzo presidente illuminato della UEFA, ancora uno sportivo vero in una città bellissima dove vivono nell’hinterland tanti juventini che oggi gioiscono per la vittoria. Al presidente Commisso che ne ha sparate tante contro la Juve, che falsa i bilanci per dire l’infettiva meno peggiore, anche lui in tribuna è dovuto tornare a casa con la sconfitta dopo cinque anni che la Juventus non vinceva a Firenze per una sana camomilla. Non era meglio prendere esempio dai suoi giocatori e dai bianconeri uniti assieme per dare dignità e solidarietà ai morti del fango con le famiglie che ne piangono la scomparsa prematura. Esempi da non dimenticare…ma Commisso conosce il valore e la storia di tutti quei nomi prima elencati? Non era una formazione di calcio ma di uomini che hanno fatto grande lo Stivale non solo Firenze culla della civiltà.
Ermanno Arcuri