A SAN DEMETRIO CORONE LA PRESENTAZIONE: “I COLORI DI FLORA E LA NAVE DELLA PACE – POESIA: OFFICINA POETICA”

A SAN DEMETRIO CORONE LA PRESENTAZIONE: “I COLORI DI FLORA E LA NAVE DELLA PACE – POESIA: OFFICINA POETICA”

Ci sono serate nella propria vita che si ricordano sempre, che restano indelebili nella mente, altre che per l’infinito pathos rianimano i valori che non esistono più, quasi come quel tempo trascorso che i giovani di oggi non avranno il piacere di conoscere. Altre serate sono talmente gradevoli che hanno un ricordo a tempo nella mente, però ce ne sono di quelle che per ciò che si è provato in emozioni riescono a raggiungere l’”anima”. Bravissimi i relatori chiamati ad illustrare i contenuti di due libri che conciliano la mente con il cuore, che sono stati presentati presso il magico e storico chiostro di Sant’Adriano a San Demetrio Corone. Ebbene, alle argomentazioni prodotte, per dare spessore al linguaggio culturale durante la presentazione di: “I colori di Flora la nave della pace e Officina poetica”, ciò che è mancato è stato proprio l’anima, il conoscere sino in fondo il pensiero dell’autrice che supera l’accademico e superlativo momento di presentazione per raggiungere la vera essenza del messaggio poetico e narrativo di Antonietta Natalizio. Stiamo parlando di una poetessa che ho avuto il piacere e l’onore di conoscere sin dai suoi primi vagiti in versi, sono il giornalista che si è dedicato alle sue pubblicazioni leggendo e rileggendo le poesie o le storie che questa donna ha inteso far dono all’umanità e, quindi, a tutti noi. Se scrivo di lei non è per pura amicizia, anche se il legame profondo culturale aiuta a tenere la fiammella sempre accesa e far sì che non ci dimentichiamo l’uno dell’altra. E allora più che fare un lavoro di cronaca, chiudo gli occhi in questa ulteriore notte che dedicato agli scritti di Antonietta e per parlare della serata spazio in quelle che sono le mie emozioni, le pulsazioni che i versi di Antonietta hanno sempre alimentato i momenti di lettura. Leggere con lo scopo di conoscere e capire meglio l’autrice non basta, perché per riuscire a saperne di più c’è bisogno di immergersi nel fluttuoso pensiero di chi per professione cura attraverso la poesia tanti pazienti che hanno reso nobile ogni verso di una figura alla quale ho predetto sin dall’inizio un fulgido futuro intellettuale. Non mi sbagliavo affatto, infatti, l’autrice dei due libri presentati non ha smentito, anzi, ha aumentato maggiormente le mie convinzioni, ciò si è avverato interloquendo con gli accademici che hanno vivisezionato i libri per poi produrre delle domande. Quindi, ci sono serate che possono dimostrarsi di nobili intenzioni e trasformare l’atmosfera in un connubio tra il pubblico e la stessa scrittrice. Mi sono posto una domanda: cosa avrei potuto dire che non è stato detto il 17 agosto scorso? Non cambia il mio pensiero dopo aver ascoltato le brillanti relazioni, perché avrei detto le medesime cose che in questo momento completano l’articolo che riguarda la poetessa di Nola. Sarei partito dall’anima, perché se non contempli quella poesia è difficile riuscire a dare senso compiuto della persona che ti trovi di fronte in una serata a lei dedicata. Proprio per non essere troppo lezioso mi sarebbe piaciuto dipingere Antonietta Natalizio con gli stessi brillanti colori che utilizza per scrivere versi che ti restano dentro, che oltrepassano il cuore incontrando la tua anima. I Colori di Flora e la nave della pace ci racconta della famiglia, infatti, per Antonietta, donna del Sud che vive in Piemonte, l’armonia e l’amore familiare sono sempre un baluardo a difesa di lei stessa e della storia che invita ad entrare in simbiosi con l’autrice che va letta ed approfondita. Non ci sono le solite banalità che in tanti libri si riscontrano, in questa storia dove sono elencati nomi reali, perché tutto è stato e continua ad essere reale, come l’affetto profondo della psicologa che mostra ai suoi cari raccontando di loro, delle amicizie che valuta sapientemente. I tempi che viviamo il rango nobile non riflette un titolo come lo era una volta, duca, barone o semplicemente un don prima del nome, ma è la nobiltà d’animo che materializza lo stare assieme in comunità che traspare in ogni verso. Avrei voluto dire che in ciò che scrive Antonietta Natalizio c’è molto di più di quello che si legge, di ciò che sembra evanescente per chi non riflette, perché la poesia come terapia può essere applicata ma saperla implementare è tutta un’altra cosa. In una qualsiasi presentazione in cui ho partecipato ciò che emerge in minima parte è la persona che scrive, per argomentare il libro in questione si scandagliano enormi bacini d’acqua in cui la cultura non si specchia, riflette nascosta nell’intimità di chi tramanda a noi e poi ai posteri il suo mondo. Pochi concetti bastano a focalizzare l’impalcatura di quel mondo interiore che devi necessariamente scoprire e conoscere per essere esaustivo nell’interpretare i sentimenti che hanno condotto chi scrive a dare alle stampe una sua creatura. Ho avuto il piacere e l’onore, come ho scritto prima, di aver conosciuto Antonietta agli albori di quella che oggi è diventata la sua dimensione originale e cioè essere una poetessa o meglio un poeta per chi preferisce. Scandagliare i fondali non è facile se non si scoprono le alchimie o anche le ingenuità che una poesia, seppur ben redatta, diventa opera permanente nel significato della vita. Avrei parlato del carattere non semplice dell’autrice, ma che in ultimo prevale l’amore di una mamma che ama indistintamente tutte le sue sillogi e con lo stesso affetto lima ogni spigolo, attenua i contrasti, rende giustizia anche chi si ritrova nei versi di questa donna poeta. Non vado oltre per dire dei libri, chi ha modo e tempo può approfondire sintonizzandosi sul canale youtube LaCittàDelCratitv e troverà le relazioni di alta sensibilità didattica. Sono intervenuti alla serata che sto descrivendo, raggiungendo la fine del racconto, gli studiosi: Giuseppe Sommario, ricercatore dell’Università Cattolica di Milano con il quale mi piacerebbe approfondire sulla Calabria e il rapporto dei calabresi con quelli che vivono oltre oceano giunti ormai alla quarta generazione; il ricercatore dell’Università di San Marino, Antonio Cecere, che mi ha ricordato i giorni meravigliosi trascorsi in quella Repubblica dove spesso sono stato ospite di amici cari nel mio trascorso operativo e lavorativo nella zona del pesarese; Michelangelo La Luna, docente University of Rhode Island, che ha svolto il compito duplice di moderatore e relatore; l’amico carissimo, Antonello Savaglio, deputato di storia patria per la Calabria di cui apprezzo le sue ricerche storiche che lo rendono una penna significativa nel panorama della ricerca delle nostre origini calabre. I saluti istituzionali del sindaco Ernesto Madeo, del suo vice, Giuseppe Sangermano e del consigliere comunale con delega alla cultura Emanuele D’Amico, hanno anticipato gli interventi. Tutti si sono prodigati ad accogliere, dedicando il loro tempo prezioso di amministratori, chi è portatore di sani principi, di pace, di famiglia, di territorio, per aumentare la cultura in una cittadina che ha vantato per lunghi anni il più qualificato liceo che ha acculturato tanti personaggi illustri. La magia nel chiostro di Sant’Adriano non si esaurisce in ciò che ho cercato umilmente di scrivere, come faccio di solito raccontando ai lettori che mi seguono storie che piacciono a loro ed anche a me. E prima che la fantastica serata si concludesse al solito posto e cioè al mitico Corsini ristorante per una cena eccezionale, svelo un particolare: a chiusura dei lavori, mentre mi allontanavo da quel luogo che ritengo sacro per la cultura e la storia, fucina dei moti rivoluzionari da protagonista all’unità d’Italia, ho riflettuto guardando il complesso del collegio, la cultura c’era prima di noi e ci sarà anche dopo di noi, ma l’importante è saper cogliere il momento giusto per viverla intensamente, affascinati dal fatto che non si finisce mai di imparare. Alla mia veneranda età la serata descritta è servita ad acquisire nozioni e modi a me sconosciuti. Per gli stacanovisti della cultura invito alla lettura della pubblicazione di Antonietta Natalizio dal titolo: “The Colours of Emotions – I Colori delle Emozioni”, conoscerete meglio una delle superlative protagoniste della sfera poetica e complimenti per la prima presentazione in Calabria. Antonietta con i suoi versi è capace di svelare il mistero dell’amore che parte dall’anima.

Ermanno Arcuri