UNO STRUMENTO POCO CONOSCIUTO: LA LIRA CALABRESE

Parlare della nostra tradizione musicale significa parlare della nostra storia. Ricordare e riproporre quei momenti crea nostalgia e ricordi. Ma sembriamo essere sempre più affamati di queste musiche e di questi strumenti che la ricordano sempre di più. Voglio però indirizzare l’attenzione su uno strumento che molti non conoscono. Uno strumento che nasce nella storia più antica, nei primi fondamenti della polifonia musicale: la lira calabrese. Essa sembrava essere scomparsa e mai esistita, ma grazie a qualche ricercatore di queste musiche e strumenti, come l’antropologo Ettore Castagna, e l’etnomusicologo Roberto Leydi, questo strumento sta riprendendo sempre più piede ed importanza. Do una rapida descrizione dello strumento: La lira calabrese è un cordofono ad arco, piriforme con fondo bombato. Il fondo può essere anche piatto. Alla base della cassa, le corde sono fissate con una cordiera di cuoio. Il manico (nella parte superiore si trovano i piroli per l’accordatura) e la cassa armonica sono ricavati da un unico pezzo di legno scavato e modellato a mano. Essa è ricoperta dalla tavola armonica incollata ai margini della stessa. Sulla tavola armonica sono intagliati due fori di risonanza. A cavallo dei due fori si trova il ponticello. Su di esso poggiano le tre corde e, appoggiata nella parte inferiore a destra del ponticello, un’anima mobile, in canna, mette in comunicazione tavola armonica e fondo (come si può vedere nell'immagine). Il suono viene prodotto nello stesso modo in cui lo si produce col violino, tramite un archetto. A differenza degli altri strumenti tradizionali della Calabria,come la chitarra battente e la zampogna,non esistono centri di produzione della lira. In passato il suonatore stesso costruiva il proprio strumento in base al legno che riusciva a reperire e alla sua abilità. Principalmente la Lira Calabrese viene utilizzata per l’esecuzioni di tarantelle e viene accompagnata da chitarra battente e tamburello. Il suo ruolo principale risiede nell’esecuzione della melodia e, nello stesso momento, di un accompagnamento tramite la corda usata come Bordone, che con un tempo terzinato si crea quella forma di accompagnamento tecnicamente tarantellata. Nella sua rinascita la troviamo in molti gruppi rinomati, pensiamo per esempio a nomi come Cosimo Papandrea o Mimmo Cavallaro. Uno strumento da scoprire ed ascoltare. Curiosità: la lira, anche essendo strumento a corde, è molto simile alla zampogna, infatti, come quest’ultima, anche la lira nella sua sonorità possiede il Bordone. Con il termine Bordone si intende una nota tenuta che viene suonata a lungo sotto le altre formando, così, un tappeto armonico. Questa particolarità sonora la ritroviamo anche in altri strumenti come la Ghironda (strumento medievale) e il launeddas (strumento Sardo).

Fabiano Capalbo