SAN DEMETRIO CORONE – Sibari – Sila. Ovvero l'arteria stradale a scorrimento veloce che avrebbe dovuto collegare la SS 106 jonica dalla pianura di Sibari all' altopiano silano in una ventina di minuti, oggi un ecomostro di soli 2 km costato 42 milioni di euro, senza inizio e senza fine in quanto realizzato nel centro del percorso. Un tratto stradale che desta clamore e indigna dal 2009, quando i lavori partirono con un finanziamento di 22 milioni previsti solo per il primo lotto (il tratto che collega Cacossa e Calamia, due contrade di S. Demetrio C.,). Di quei lavori oggi rimangono otto viadotti, due gallerie, tanto ferro arrugginito, scheletri di cemento, una strada dissestata, residuati del cantiere abbandonato, un territorio circostante sventrato e devastato, desolazione, degrado, rabbia e sdegno per questo ennesimo sconcio esempio di incompiuta e di sperpero di denaro pubblico.
La vicenda della Sibari-Sila è stata al centro di un pubblico incontro di aggiornamento e di chiarimento organizzato dalla Amministrazione comunale presenti il sindaco Salvatore Lamirata e l'ex parlamentare Cesare Marini. Il primo ha ripercorso le tappe salienti della sua costruzione, dalla sua genesi, al progetto proposto dalla Comunità Montana di Acri, poi dall'Anas per poi passare alla Provincia, quindi all'interessamento della Regione. Una idea messa in cantiere dieci anni fa dalla Provincia con un importo di 22 milioni e l'impegno di portarla a termine entro il 2012, per poi trovarsi a spendere il doppio e a realizzare, tra l'altro, un serpentone di 2 km di cemento. Il sindaco ha reso noto che il Comune si attiverà per organizzare incontri con i dirigenti di Provincia e Regione e una mobilitazione popolare per accelerare la ripresa dei lavori del 1° lotto. Il sen. Marini, in quegli anni sindaco, ha tracciato la storia della Sibari-Sila partendo dall'interessamento mostrato dall' allora ministro Mancini a realizzare una rilevante infrastruttura di sviluppo soprattutto turistico, che avrebbe invogliato i pugliesi e i lucani ad arrivare in Sila, per poi passare all'impegno della Giunta Chiaravalloti fino al progetto esecutivo della Provincia. "Un' opera abominevole e di mala politica" per Adriano D'Amico, il combattivo consigliere comunale da anni indignato e impegnato nella sua battaglia contro l'incompiuta della vergogna, intervenuto al dibattito (come l'assessore Salvatore Mauro e l'imprenditore Ernesto Madeo) per augurarsi che si finisca di mettere in sicurezza il primo lotto anziché partire con i lavori del II, ricordando anche il pericolo derivante dalla presenza di cobalto venuto fuori con la trivellazione della quarta galleria. Minaccia però smentita dal sindaco in ragione degli accertamenti e delle indagini geologiche effettuati dai soggetti preposti alla salute pubblica.
Adriano Mazziotti