ROSE: IL SINDACO DISCIPLINA L’USO DEL GIOCO D’AZZARDO CON UNA IMPORTANTE E CORAGGIOSA ORDINANZA

Una importante ordinanza del sindaco Mario Bria, interviene e disciplina le sale gioco, le sale scommesse e tutte quelle attività pubbliche o private “in cui sono presenti o comunque accessibili le forme di gioco a rischio di sviluppare dipendenza”. Tutto ciò tenendo conto dei rischi legati al gioco d’azzardo che, scrive nell’ordinanza, “rappresenta un importante problema di salute pubblica che colpisce indistintamente tutte le fasce sociali” e, può portare “alla rottura dei legami familiari e sociali ed alla compromissione della posizione lavorativa e sociale e, nei casi più estremi, sino a gravi fatti delittuosi contro di se ed i propri congiunti nonché a generare fenomeni criminosi e ad alimentare il fenomeno dell’usura”. Un atto coraggioso che, oltre a disciplinare gli orari di apertura e chiusura, dalle nove alle tredici e dalle sedici alle venti, detta disposizioni in materia di collocazione degli apparecchi da gioco. Per cui, tali apparecchi per il gioco non possono essere collocati in locali che si trovano ad una distanza pedonale inferiore a trecento metri da istituti scolastici, centri di formazione per giovani e adulti, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali e strutture socio sanitarie, strutture ricettive per categorie protette, ludoteche per bambini, luoghi di aggregazione giovanile ed oratori, istituti di credito e sportelli bancomat, esercizi di compravendita di oggetti preziosi ed oro usati, stazioni ferroviarie. Una stretta importante che tiene conto delle disposizioni di legge che disciplinano la materia e della legge regionale in materia di “interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza”. Il provvedimento, spiega Bria nell’ordinanza, “a tutela della comunità locale volto a limitare l’uso degli apparecchi automatici per il gioco d’azzardo lecito, senza impedire del tutto il loro utilizzo, per non menomare la libertà d’impresa, fintanto che tale attività sarà annoverata tra quelle consentite dalla legge”.

                                                                                                                                Rino Giovinco