RENZI E CONTE LA POLITICA ITALIANA A TEATRO

Prima di addentrarci in un ragionamento che rasenta l’idiozia, sarebbe bene fare alcuni conti fondamentali. Da un giorno abbiamo superato gli 80 mila deceduti a causa del Covid-19, la pandemia miete vittime ogni giorno e il bollettino quotidiano è più che una numerazione, è una vera tragedia. Pensiamo solo un attimo, una riflessione semplice che ci fa capire quale disgrazia ci ha colpito, implorando che i vaccini possano mettere fine a questa mattanza. Un paesino mediamente in Calabria fa circa 2 mila abitanti, non facciamo nomi per prudenza, ma se calcoliamo 80 mila diviso 2 mila cosa risulta? Che quaranta paesi del territorio scompaiono demograficamente in un solo anno a causa del coronavirus. Basterebbe solo questa semplice analisi per capire la gravità del momento. Ben 40 paesi interamente cancellati dalla faccia della terra. Pochi avranno pensato a questo, perché siamo tanti in Italia e nel mondo, quindi, avoglia di paesini che devono scomparire. A me onestamente questa riflessione incute maggiore paura e ansia sulla sorte dell’umanità. In questo clima pandemico cosa fa la politica italiana? Riesce a dividersi su tutto, anche sui soldi che l’Europa ci vuole concedere senza interessi. Ascoltare ogni giorno le fregnacce di destra o di sinistra è da voltastomaco, se tutti gli italiani fossero coerenti sarebbe opportuno non votare nessuno e mandare a casa una classe dirigente intera che non è capace. Deve cadere questo governo. L’ha deciso l’ex premier Matteo Renzi che l’accusa di immobilismo e soprattutto che certe deleghe vanno riviste, come i servizi segreti ed altro ancora. Già Renzi aveva fatto una bischerata a far nascere il Conte bis per mettere alle corde la Lega e Matteo Salvini, oggi ne fa una seconda causando la crisi senza avere alcun rimedio pronto per ripartire urgentemente. E’ tutto nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chissà cosa succederà. Intanto c’è che la popolazione non ce la fa più sia economicamente che con tutte queste morti e limitazioni che non fanno intravedere la luce. Da un anno a questa parte si sopravvive letteralmente e ancora si pensa ai giochi di palazzo. Personalmente vorrei che tutte le forze politiche in campo si rendessero conto di cosa stiamo vivendo e prendessero esempio dalle altre nazioni che, nonostante non riescono a venire a capo della pandemia, almeno si ricompattano e cercano assieme di combattere il mostro che è il virus e non la destra o la sinistra. E poi che divisione scellerata, al tempo della tecnologia ancora vige l’apparente appartenenza ad un estremismo che non assicura alcun vantaggio per la comunità, preferendo farsi la guerra invece di lavorare assieme. Se le ideologie sono superate, così si dice, come mai c’è questo astio, la distruzione del nemico prima d’ogni cosa. E’ inciviltà vera che non fa crescere, che limita tantissimo ogni rapporto interpersonale. E mentre la storia va avanti ugualmente Giuseppi Conte e Matteo Renzi decidono di farsi la guerra per immobilismo. Siamo alle comiche, la credibilità dei due leader passa dal fatto che entrambi sono stati premier e mentre il primo, malgrado la pandemia resterà alla storia, il secondo ce ne ricorderemo per aver saputo perdere tutto ciò che esisteva: un Pd forte e quasi egemone, poi dividerlo ed infine far parte di un gruppetto che alle prossime elezioni scomparirà dal parlamento. Nessuna pregiudiziale con la destra, se merita perché non governare un popolo che non ha più paura del contagio ed infrange i lockdown? Si sa che in politica è come una partita di calcio tutto può succedere, basta che a vincere è la popolazione sempre più afflitta che ha bisogno di un psicologo per ritrovare coraggio, speranza e un po’ di serenità. Andiamo avanti così con una popolazione stremata che non è più divisa da destra e sinistra, ma da chi resta in casa e chi, invece, sceglie di rischiare e mettere a repentaglio la vita degli altri. E’ questa oggi la vera divisione che deve far riflettere ed avere rispetto dei morti e non solo di quelli eccellenti che si commemorano ogni anno. Una vita che prematuramente lascia questa terra è una sconfitta dell’uomo. Possibile che non si riesce a rispettare almeno un insegnamento di quel Cristo che rinnoviamo a Natale e Pasqua e poi dimentichiamo per il resto dell’anno come se avesse predicato chissà quale nefandezza? Riflettiamo gente, perché la vita che non hai più nessuno potrà mai ridartela e non ti resta che salutare la gentaglia che ha deciso come deve andare il mondo, sia se ci sei ma meglio se non ci sei più. Per concludere prendo in prestito le parole di Andrea Scanzi: “Questa crisi è di una gravità senza precedenti. In confronto Turigliatto era Bakunin e Mastella Chuchill. Chi è ancora renziano (scusate quindi se parlo solo a sei sette persone) è cieco. Oppure complice”.

Ermanno Arcuri