Un successo la quarta edizione del presepe vivente nella frazione di Guglielmo di Acri. L’associazione del presidente Giorgio Sposato con i suoi figuranti ricostruiscono fedelmente personaggi e capanne del tempo in cui Gesù è nato. Una bella capanna con la mangiatoia, la Madonna e San Giuseppe, con il bue e l’asinello è sicuramente la più ammirata dai tanti visitatori che percorrono il terreno su cui si possono trovare mestieri di un tempo ad iniziare dal mugnaio, ciabattino, ferraiolo ed atri ancora. I centurioni ed una cinquantina di figuranti realizzano un progetto che trova collaborazione e patrocinio anche da parte delle istituzioni. Due le Madonne, Angela Sposato e Natalia Servolino, che si alternano. Sono delle belle ragazze che immedesimate nella parte riescono a catalizzare l’attenzione e la curiosità di chi pur conoscendo perché si festeggia il Natale, trovano in questi personaggi la crescita continua anno dopo anno di una bella idea che coinvolge tutti gli abitanti della frazione. Coinvolti anche gente originaria del luogo, ma che per studio o lavoro vivono lontano, ma che per l’occasione sanno dare il proprio apporto per continuare a tramandare una tradizione tra le più interessanti. Di presepi viventi ce ne sono tanti in Calabria, ma quello di Guglielmo ha un fascino particolare, perché ad ogni edizione si arricchisce di nuovi figuranti e strutture che coprono il vasto terreno dove è ricostruito un paesaggio incantevole. A sfidare il freddo dell’inverno uomini, donne e giovani, ognuno a dare il proprio apporto e in alcuni casi si fanno ammirare anche per la recitazione, come ha fatto Massimo Garofano che è tra gli organizzatori di questa iniziativa. E già si pensa alla prossima edizione, consapevoli che ci vuole tanto impegno e sacrificio, ore da dedicare alla riuscita della rappresentazione che risulta sempre miracolosamente coesa ed efficiente. In questa circostanza alcuni figuranti hanno voluto tracciare la loro esperienza sollecitati dall’antropologo Giuseppe Abbruzzo, ricercatore e studioso delle tradizioni per salvaguardarne i valori ed i messaggi che essi rappresentano. E’ stato coniato anche un doblone, un soldo particolare in argilla che è servito per gli acquisti possibili, da degustare anche del buon pane fresco con olio oppure i “cullurielli”, molto rinomati quelli acresi. Una grande porta separa il mondo di ogni giorno con quello figurativo, dove odori, profumi e lavori d’un tempo riportano la mente agli antichi mestieri, tutto questo sancisce la buona riuscita della rappresentazione che avviene nei giorni di 25 e 26 dicembre.
Ermanno Arcuri