Antropologo, scrittore, poeta, ricercatore, sono solo alcune referenze dello storico Giuseppe Abbruzzo, sicuramente l’esperto massimo che meglio conosce il grande acrese Vincenzo Padula. “Il professore” o meglio “’u pruvissuru”, come da tutti è conosciuto in Acri e nell’ambiente culturale, custode delle conoscenze, delle tradizioni, usi, costumi, detti dialettali, ormai poco usuali nella società calabrese moderna. Depositario, quindi, anche della cucina contadina, Giuseppe Abbruzzo, è sicuramente un personaggio di rilievo. Il suo modo di raccontare le storie affascina, ti entusiasma e sa trasmetterti il suo sapere come un gioco. Nei suoi lunghi anni da professore, quando la scuola era una vera fucina di menti preparate, senza distinzione della “buona scuola” di oggi, ha preparato e formato tante generazioni di studenti, alcuni di questi hanno raggiunto i posti di classe dirigente e incontrandolo gli ricordano quanto è stato essenziale il suo insegnamento per fare carriera. Di Giuseppe Abbruzzo ce ne occupiamo perché a lui sono affidate molte recensioni di libri, esperto della “penna di bruzio”, Vincenzo Padula, scrittore dalla penna pungente antesignano del giornalismo d’inchiesta nel Meridione, ancora oggi attuale e che vive nel ricordo culturale della Fondazione a lui intestata, distinguendosi nel trattare e cercare di risolvere i problemi più spinosi della società del suo tempo. Spirito libero e colto, il maestro Abbruzzo è sicuramente un giovane dentro, che sa esprimere i sentimenti, le proprie emozioni, raccontando ciò che neppure gli stessi acresi conoscono della propria città. Ascoltare gli aneddoti che sa snocciolare di eventi accaduti, ci fa conoscere la vera storia che nessun libro scolastico possiede, .così sappiamo meglio dell’unità d’Italia, la Questione Meridionale, del Regno delle due Sicilie. Per questo suo sapere, per il carattere socievole e disponibile a sostenere i giovani, ha ricevuto nel 2015 l’oscar di Valle Crati, consistente in una scultura del maestro della vetrofuisione Sivio Vigliaturo. Abbruzzo, è un topo di biblioteca, un latinista, un esperto della Diocesi di Bisignano, un esperto frequentatore degli archivi di stato di Cosenza, Napoli, Roma. Da giovane ha cantato e suonato la chitarra in serate in piazza e serenate dedicate agli innamorati. Recita con stile la lectura dantis, tradotta dallo scrittore Scervini in dialetto acrese. Ha fondato e diretto “Confronto”, periodico del territorio, pubblicato per ben quarant’anni. Sta lavorando ad una nuova pubblicazione, incessante il suo impegno culturale, come lo è stato quello politico e oggi più che mai giornalistico. A lui si devono i quaderni della fondazione, il libro “Il palazzo dei principi Sanseverino di Bisignano in Acri” e non solo. Affabulatore di professione, è carismatico personaggio colto, che tutti lo vogliono e tutti lo cercano. Umile, amante della verità contro ogni ipocrisia, diffusore della verità, è il classico esempio di esperto dell’umanità di oggi, perché ha studiato bene il passato e sa riconoscere più di altri i segreti del mondom che fa scoprire a tutti noi, complice il suo sorriso serafico che ti tranquillizza e ti sprona, ad andare avanti malgrado tutte le ingiustizie. Grazie Prof per averci insegnato che per essere grandi uomini non necessariamente è indispensabile “tirarsela” essere borioso e far pesare il proprio ruolo sociale. E assieme a Padula, Scervini, Arena, c’è anche lui, Abbruzzo, che di nome fa Giuseppe, una garanzia assoluta per chi ama farsi avvolgere dalla cultura, in essa spaziare sino all’infinito, anche perché il Prof è sempre puntuale non arriva mai in ritardo.
Ermanno Arcuri