PAOLA: FREEDOM “QUI SANTUARIO”

Una volta c’era Voyager, un programma che seguiva soprattutto temi legati a presunti misteri insoluti ed alla pseudocoscienza, ma che proponeva inoltre inchieste di carattere archeologico, scientifico ed artistico. L’autore del programma era Roberto Giacobbo e andava in onda su Rai2. In una di quelle trasmissioni ricordiamo l’interesse di Giacobbo sul tesoro di Alarico, la sua venuta a Cosenza accendendo i riflettori su una storia che appassiona molto noi calabresi. Poi Roberto Giacobbo è passato a fare un programma sulle reti Mediaset, Rete4 ed Italia1, infatti, venerdì 15 gennaio alle ore 21.25 tutti incollati su questa rete, perché ci sarà una puntata di Freedom “Qui santuario” dedicata al taumaturgo Santo paolano San Francesco. In un viaggio alla scoperta del mondo delle pseudoconoscienze e del mistero e sull’onda del successo di “Voyager: Ai confini della conoscenza”, questa volta si va oltre il confine. Il noto conduttore ed anche spericolato per i servizi che propone in tv, e che una rivista ne racconta le puntate, continua l’avventura, la scoperta, le indagini, un viaggio caratterizzato dal desiderio costante di andare oltre per scoprire l’ignoto e farsi stupire dalle meraviglie della natura e della storia. Sarà, quindi, particolare la prossima puntata con il servizio effettuato nei luoghi in cui San Francesco ha vissuto ed operato la santità. Sono questi riflettori che meglio fanno conoscere figure e luoghi al grande pubblico televisivo. Le telecamere di Freedom entreranno nel santuario dedicato a San Francesco di Paola, in Calabria, per raccontare la storia di questo grande Santo a cui sono stati attribuiti tanti miracoli e addirittura il dono della preveggenza. San Francesco da Paola veniva da una famiglia agiata eppure ha scelto molto presto una vita fatta di privazioni e di solitudine. E’ oggi un santo, ma è anche stato un uomo che, nel 1400, quando l’età media di una persona era ben più corta, ha vissuto per oltre 90 anni: le due cose possono essere in qualche modo collegate? Un recente studio scientifico sembrerebbe dimostrare che potrebbe esserlo: la ripetizione costante di alcune preghiere, come ad esempio l’Ave Maria, porterebbe infatti a una regolazione del respiro e a conseguenze positive sulla pressione e sull’ossigenazione del sangue. E’ possibile che la preghiera e la meditazione possano allungare la vita? Lo scopriremo insieme a Roberto Giacobbo!

Ermanno Arcuri