OSCAR 2021 RINVIATO PER EMERGENZA COVID-19

In un mondo globalizzato anche i problemi lo diventano. Un esempio è proprio la pandemia di cui l’essere umano è vittima. E’ vero, le pandemie sono sempre esistete nel tempo, ma pur facendo tante vittime erano circoscritte, invece, in questa epoca in cui basta qualche ora di volo per spostarsi da un continente all’altro tutto diventa più difficile. L’emergenza Covid-19 è più che mai evidente, non si sta esaurendo come si sperava, si cerca di mantenere una semilibertà, ma ogni sforzo diventa sempre più precario. Aspettando tempi migliori, anche “La Notte degli Oscar 2021”, ha subito il rinvio in primavera. Non è stato cancellato come tanti altri eventi, si recupererà fra qualche mese in attesa che l’impennata di contagi possa diminuire e rendere la vita meno difficile. Alle ondate prima, seconda, terza e ora quarta del virus assassino, l’uomo e la sua scienza risponde con la vaccinazione prima, seconda e terza dose, insegue con la quarta, ma è più evidente che mai che il saggio detto “è meglio prevenire che curare” vale più che mai ora. Quindi? Sarebbe meglio prevenire e far ragionare chi è contro i vaccini per poi non trovarsi intubato e dire di aver sbagliato, ma anche chi fa le stesse cose di prima pensando ad una minima restrizione che, invece, potrebbe rivelarsi fatale. Non sono tempi belli e ce ne siamo accorti da due anni ormai. Cancellato nel 2020 l’Oscar, con coraggio, fantasia, abnegazione e professionalità, aggiungo anche gioia, la quindicesima edizione è stata organizzata con minuzia di particolari. Doveva essere una serata magica e le sorprese avrebbero ingigantito un evento sicuramente tra i più interessanti in Calabria. Premiare le eccellenze significa anche seguirle, studiarle, riconoscere che meritano l’alto merito di personaggio dell’anno. Per gli organizzatori un peccato veramente aver dovuto rimandare l’evento fissato per il prossimo 18 dicembre a Rogliano, ma la prudenza in questi casi non è mai troppa, come lo stesso primo cittadino roglianese, Giovanni Altomare, ha fatto notare in questi giorni in cui l’impennata di contagi interessa anche la sua città. Da domani 13 dicembre la Calabria diventa zona gialla, i tre parametri che giudicano il virus sono stati raggiunti e per questo le restrizioni aumentano. Non basta dare fiducia alla gente, in questi mesi in cui si è vissuto quasi normale, in molti casi si è verificato che nessuno controllava e c’era anche chi portava la mascherina sotto il bavaro. Non per motivo di sfida, ma perché pensava che bastasse la vaccinazione per scongiurare ogni pericolo d’infezione, poi si è visto che così non è. Per giunta questo atteggiamento poco sociale l’hanno messo in pratica anche dei professionisti, segno che l’inciviltà che va al di sopra delle regole è valida per tutti. Ancora una volta siamo chiamati alla massima raccomandazione di mantenere le distanze, di usare la mascherina, di lavarsi frequentemente le mani e di vaccinarsi. In questo scenario ci ritroviamo da due anni dall’inizio pandemia. Si sta per concludere anche il 2021 e per l’anno che verrà la speranza è che tutto questo possa finire presto. E’ vero anche che molta gente è stanca, snervata, aumentano i disturbi psicologici e questo non aiuta l’individuo e le proprie patologie di cui soffre. Tenendo conto di tutti questi fattori, la giusta decisione di rinviare la consegna delle statuette alle personalità scelte è stata ritenuta saggia, anche perchè in questo modo si aiutano le autorità sanitarie a meglio monitorare il territorio, proprio quel territorio che è nelle corde vocali degli organizzatori nel promuoverlo e valorizzarlo. Aspettare qualche mese diventa una priorità per l’emergenza Covid-19 che stiamo vivendo in questi giorni, gli ambienti chiusi e il freddo dell’inverno non aiutano certamente a migliorare le cose, proprio per questo l’appello a chi ha in animo di andare avanti con iniziative di fare marcia indietro se vogliono bene a se stessi e agli altri. Ricordiamocelo sempre che prevenire è meglio che curare. I bollettini giornalieri parlano sempre di morti da coronavirus, di persone intubate e tante in quarantena, anche chi supera la malattia accusa dei sintomi che preoccupano per il futuro. In questi giorni al di là dei colori politici, perché anche la pandemia lo è diventata, purtroppo, così come gli schieramenti dei virologi, ci sembra quantomeno onesto sottolineare come l’infettivologo, Matteo Bassetti, in uno sfogo il professore e direttore della clinica malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, dimostra con la tac i polmoni distrutti, non c’è una parte che respira in chi non vaccinato versa in condizioni gravi se colpito dal virus. “Un paese di matti” è il termine giusto, con persone scoperte dalla vaccinazione, soprattutto 50enni e 60enni, che hanno situazioni devastanti. Sulla base di questi concetti molto eloquenti, direi anche semplici, si basa la precauzione e proprio per questo godere di una bellissima manifestazione si attendono momenti più idonei senza paura e rischi. Rimandare è sempre triste, specie se ogni tassello è stato inserito al posto giusto, ma se manca la tranquillità, la serenità di vivere pienamente l’evento è meglio fare un passo indietro ed aiutare le autorità sanitarie dando il buon esempio. Ci sembra un fattore sociale non trascurabile nell’era moderna con la medicina che mostra i suoi limiti di fronte a queste ondate di sovraccarico di morti. Perché ricordiamocelo bene, non bisogna mai assuefarsi alla consuetudine di abituarsi al numero di morti giornaliero. Facciamo anche noi la nostra parte in questa società dell’immagine, per poter andare avanti tranquilli c’è bisogno che tutti ne prendiamo atto dei pericoli che possiamo provocare. Su questo tema possiamo interrogarci tutti e aprire un dibattito, ma mai dimenticare che il bene comune è quello di preservare l’umanità e questo dobbiamo farlo tutti non solo i medici. Per me che ho scritto ben due libri su questa “invasione dei non visibili”, è quasi come se la terra fosse invasa dagli alieni, per la sua difesa e della nostra razza facciamo quadrato, bianco o neri, gialli o rosa, nessuno è immune e proprio per questo è la volta buona di unirci tutti contro il nemico invisibile iniziando a rispettare le regole della salute. Noi organizzatore dell’Oscar non abbiamo abbandonato l’idea di realizzarlo e aspettando il momento più proficuo saremo pronti a regalare e regalarci un appuntamento annuale da annoverare nei ricordi più belli di una vita. A presto, noi non molliamo!

Ermanno Arcuri