Non è corretto

Certo, mi era difficile immaginare che proprio io  che “cavalcavo”  ogni protesta pur di  non andare a scuola, un giorno mi sarei trovato a  dover difendere dei ragazzi che invece  manifestano  perché vogliono rientrare in aula.

Che dire? A volte le vie dell’istruzione sono misteriose, come quelle della provvidenza!

E’ vero non si può  negare che questa pandemia ha messo in difficoltà tutti: commerciati, artigiani. professionisti, famiglie.

Tuttavia,  però non bisogna dimenticare che  ha pagarne un prezzo pesante,  sono stati  loro, i ragazzi.

Ora, al netto dei disagi vissuti nelle famiglie, la lotta alla diffusione di questo  ignobile  virus li ha colpiti, di fatto   nella  loro essenza vitale. Quell’ essenza   che per sua natura  si nutre di   amicizie da coltivare, di “amori” da conquistare e vivere attimo per attimo, di esperienze scolastiche da condividere gomito a gomito e  non certo attraverso un monitor di computer.

 Si obietterà  che questa è la generazione tecnologica, che  ormai vive costantemente nel mondo virtuale dei social. Non sono affatto convinto che questo sia  del tutto vero.

In realtà penso che la maggior parte dei ragazzi sia ancora (per fortuna)  alla scoperta della propria dimensione nel mondo e che, purtroppo, senza adeguato “esercizio” di relazione si rifugia nella rete senza conoscere le reali  potenzialità e i rischi di una  tecnologia in continua evoluzione.

I social, in mancanza anche di attenzione o di affettività, sono  ossessivamente presenti nella loro vita, diventano quindi una  scialuppa di salvataggio e non una sorta di  “effetto collaterale” negativo della realtà virtuale.

Andrebbero quindi  maneggiati con molta cura, per non subirne gli effetti deleteri, come ogni giorno la cronaca ci racconta.

Ma, torniamo alla  questione scuola. Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti - e non lo è-  che i contagi riscontrati in ambito scolastico, sono soprattutto il risultato  dei comportamenti non corretti   tenuti fuori dalle mura scolastiche. E’ opportuno mettere in campo delle efficaci  strategie per eliminare questi ultimi, o, almeno,  ridurne al minimo i possibili effetti negativi. Persuadere i  giovani, far comprendere loro  quanto sia  importante  avere un comportamento prudente, indossando  quindi la mascherina, rispettando il distanziamento sociale  nei luoghi dove si ritrovano, questa è la vera sfida!

Quante famiglia hanno accettato la sfida di dare l’esempio? Quanti invece hanno lasciato da soli i ragazzi a dover gestire il peso di accettare profonde restrizioni che hanno cambiato la loro vita? Quanti hanno spiegato l’importanza di mantenere un comportamento virtuoso per fermare i contagi?

Quanti, soprattutto,  hanno  seriamente compreso la necessita di prevenire comportamenti non opportuni?

Dare addosso sui social ai ragazzi senza prima aver risposto con onestà a queste domande, mi sembra poco coerente, ingeneroso e non corretto.  

 Franco Bifano