L’ARBERIA PIANGE PINO CACOZZA

Dal 20 febbraio l’ Arberia intera è in lutto, e anche più povera.

Pino Cacozza, noto e impegnato cantautore, creativo e instancabile protagonista della cultura arbëreshe, si è spento a 63 anni al Germaneto di Catanzaro, dopo una malattia affrontata con grande dignità cristiana e complicatasi nelle ultime settimane nonostante le cure intensive ospedaliere, lasciando un diffuso senso di sgomento e dolore. Domenica 21, giorno delle sue esequie, sebbene non fosse stato proclamato ufficialmente il lutto cittadino, si è subito constatato che non si trattava di una cerimonia funebre simile a tante altre non appena a mezzogiorno la salma di Zef, giunta da Catanzaro, è stata accolta in forma istituzionale dal sindaco Salvatore Lamirata ed esposta nella camera ardente allestita in villa Marchianò, mentre fuori risuonavano le note di Durò zëmer durò, uno dei suoi brani più noti. In un clima di palpabile commozione e nel pieno rispetto delle norme anti-Covid, centinaia di presenti hanno salutato per l’ultima volta “l’amico di tutti”, stringendosi intorno ai familiari. Tanti gli amici del prof. Cacozza provenienti anche da fuori, specialmente da Rossano, dove il nostro risiedeva con la famiglia e insegnava alla Scuola Media Roncalli.  Nel pomeriggio ha avuto luogo la cerimonia funebre, nella chiesa matrice di S. Demetrio Megalomartire, trasmessa in diretta (profilo f/b di Stefano Altimari) a cura del Comune per limitare gli assembramenti e per consentire di partecipare da casa al grande dolore che ha colpito le nostre comunità. Toccante è stata l’omelia di papàs Pietro Lanza, in rappresentanza della Eparchia di Lungro, che ha dato una spiegazione al senso della morte prematura dello scomparso. il primo cittadino, ingegnere Lamirata, ha parlato di “grave perdita” per S. Demetrio Corone, per l’Arberia e i Paesi d’ oltre Adriatico dove si parla albanese, elevando lo scomparso alla compagine dei “Grandi e Nobili Padri della cultura nostrana, quali il De Rada, Serembre, Schirò e tanti altri. I volontari della Croce Rossa e della Associazione nazionale dei carabinieri hanno vigilato con commossa discrezione, assicurando un composto andamento della triste cerimonia. Fine e originale compositore di canzoni entrate a pieno titolo nella moderna letteratura canora italo-albanese, “Zef Kakoca” è stato un personaggio poliedrico. Scrittore, poeta, competente conoscitore della cultura arbëreshe, per la quale portava avanti con passione, tenacia e intelligenza il proprio impegno sociale, con l’occhio sempre attento ai problemi, ai disagi culturali e alle speranze della minoranza linguistica arbëreshe. “Il Rapsodo dell’Albania” da oltre trent’anni ha sfornato decine e decine di canzoni, molte delle quali gli hanno consentito di entrare nell’Olimpo del panorama canoro arbëresh, grazie soprattutto al Festival della canzone italo-albanese (sei volte vincitore e direttore artistico per quattro edizioni), e reso molto noto anche in Albania, Macedonia e in Kosovo.  Cacozza va ricordato anche come prolifico promotore di attività culturali, artistiche, di lavori teatrali, recital musicali; ideatore di Pisipiselle, ovvero lo Zecchino d’oro dei bambini arbëreshë, presidente di Arbitalia, la prima rivista italo-albanese nel web. E ancora, ideatore e presidente del Gruppo “Progetto Eremo di S. Nilo”, socio fondatore della Associazione culturale “Zjarri – Papàs Giuseppe Faraco”, presidente della “Associazione Arbëreshe a Rossano”, e componente di tanti altri sodalizi culturali. Non meno fecondo è l’elenco dei gratificanti riconoscimenti ottenuti nella sua lunga carriera di artista e operatore culturale. Il “Premio Mediterraneo di arte e creatività” nel 2009 e il riconoscimento di “Ambasciatore della Cultura albanese” nel 2015, massima onorificenza per l’arte e la letteratura concessa  dalla Repubblica d’Albania, la cui Tv di Stato, il giorno delle esequie, ha dato la ferale notizia ai suoi telespettatori, a dimostrazione della vasta popolarità e della stima che Zef godeva a livello istituzionale anche nel Paese delle aquile.                                                                                                                                                            Adriano Mazziotti