L'AIGLON IL FIGLIO DI NAPOLEONE BONAPARTE E DI MARIA LUISA D'ASBURGO- LORENA

Quando Napoleone Francesco Giuseppe Carlo Bonaparte, l'Aiglon, lasciò la Francia, aveva solo tre anni. Aveva visto l'ultima volta il padre, l'Imperatore Napoleone, il 25 gennaio 1814, prima che partisse per la guerra. Con l'abdicazione di Napoleone (4 aprile 1814), dopo essere stato formalmente Imperatore solo per due giorni, col titolo di Napoleone II, l'Aiglon si preparava a lasciare la Francia. Abdicando, il padre lo aveva nominato Imperatore dei Francesi, come suo erede e successore, ma i membri degli Stati vincitori non lo riconobbero come tale e di fatto lo costrinsero all'abdicazione. Maria Luisa ed il piccolo si trasferirono a Vienna, dal nonno materno, l'imperatore Francesco I, e si sistemarono a Schonbrunn. In breve, per il figlio di Napoleone cominciò un nuovo iter educativo- formativo, che ne avrebbe dovuto fare un Asburgo a tutti gli effetti. Non rivide più il padre, ma visse col suo ricordo e del suo ricordo. Dopo i Cento giorni, Napoleone abdicando, per la seconda volta, lo nominò ancora suo successore, ma l'otto di luglio Luigi XVIII ritornò sul trono di Francia. Ben presto, il bimbo restò solo in quanto la madre, cui era stato assegnato il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla, lasciò Vienna per trasferirsi a Parma. L'Aiglon mostrava grande interesse per tutto ciò che rigardava eserciti e mondo militare e giocava alla guerra con i propri soldatini di piombo. Intanto i precettori continuavano nel proprio compito teso a sradicarlo dal mondo francese e ad indirizzarlo alle tradizioni e alle peculiarità del mondo asburgico. Persino il nome non fu più Napoleone ed il suo secondo nome, Francoise, divenne Franz. La nuova imperatrice Carolina Augusta, nuova moglie di Francesco I che era rimasto vedovo, lo chiamava affettuosamente Franzchen. Quando poi non gli fu riconosciuto il titolo di principe di Parma, gli fu assegnato quello di duca di Reichstadt. Il bimbo cresceva con l'amore per le armi e nel culto del padre, di cui chiedeva spesso ai propri precettori. Una volta, quando si avvicinava il giorno in cui la madre sarebbe tornata per le vacanze, chiese al nonno se sarebbe venuto anche il papà. Ma Francesco I gli rispose che il papà era stato cattivo e, quindi, doveva restare in prigione. Nonostante tutto, il ricordo del padre, in lui, restò indelebile. Quando apprese della sua morte, si chiuse ancor più in sé. Il nome dei Bonaparte, in Europa, aveva ancora un grande fascino, ma destava anche tante preoccupazioni e riserve. Quando, nel 1830, di nuovo il verbo della rivoluzione si affacciò in Francia, costringendo il re Carlo X ad abdicare, a Parigi gridavano "Viva Napoleone II". Ma non se ne fece nulla, quel nome ai sovrani della "vecchia" Europa faceva ancora paura. A partire dal 1824 la compagnia, che egli mostrava di gradire di più, fu quella di Sofia di Baviera, moglie di Francesco Carlo, secondo genito dell'Imperatore, e zio di Franz. Sofia era più grande di lui di circa sei anni, ma non disdegnava la sua compagnia. L'Aiglon era ancora un ragazzo, un bel biondino, ma era già interessante ed avvenente. Sofia non era da meno. I due stavano bene insieme e, spesso, passeggiavano nel giardino di Schonbrunn, parlando di poesia e di musica. Alle feste facevano coppia fissa e negli ambienti di Corte la cosa non mancò di destare qualche pettegolezzo. "I pettegolezzi di Corte – scriveva Francesca Sanvitale nel suo lavoro "Il Figlio dell'Impero" – raccontano che nel carnevale del '29 non aveva tralasciato un ballo con la dama del cuore, forse al di là di quanto permetteva l'etichetta, e Sofia era stata invidiata da molte dame perché Franz ballava come un dio e come un dio era bellissimo"(1). Qualcuno attribuiva a lui la paternità di Massimiliano (1832- 1867), futuro imperatore del Messico, secondo genito di Sofia e Francesco Carlo. Altri ritenevano, invece, che fosse il padre del primo figlio della coppia imperiale, cioè di Francesco Giuseppe (1830- 1916), futuro imperatore d'Austria. Persino i nomi di battesimo, attribuiti al piccolo, Francesco Giuseppe Carlo, potrebbero essere un segno significativo. Li aveva voluti Sofia? Un altro importante particolare è dato dal fatto che mamma Sofia   usava chiamare affettuosamente Franzi, da Franzchen, il proprio piccolo. Lo stesso Franz si recava spesso nelle stanze di Sofia per giocare col piccolo Franz Joseph. Non mancò chi, negli anni, si piccò di mettere a confronto i ritratti di Franz e di Francesco Giuseppe, trovandovi una somiglianza quasi perfetta. Era, allora, davvero lui il padre di Francesco Giuseppe d'Asburgo? "Al di là di ciò che non potremo mai decifrare – scriveva F. Sanvitale – il legame tra Franz e Sofia fu differente da qualsiasi altro nella loro vita, fin da quando lei lo aveva conosciuto, sposa giovanissima e malinconica"(2). Correva dell'affatto speciale fra i due, su questo non potevano e non possono esserci dubbi. "Quando la devozione del ragazzo – è sempre la Sanvitale a narrare – era diventata palese, Sofia scriveva che l'aveva rimproverato perché mi afferra con troppo impeto per baciarmi, e gli ho detto che queste cose le fanno solo i bambini e non un giovanotto come lui"(3). Sofia era la creatura che gli rendeva più care e più dolci le ore a Schonbrunn e non era insensibile al suo fascino. Fu un bel rapporto, sin dal primo incontro. La loro fu solo una tenera amicizia o fu una bella storia d'amore? Chissà! Quando Franz era ancora un ragazzo di soli quattordici anni, Sofia gli aveva scritto testualmente: "Caro Francesco, la tua lettera mi ha recato un piacere profondo e ti sono riconoscente di averla scritta con tanto affetto. Ma mi avrebbe procurato più gioia se non avesse contenuto complimenti eccessivi. (...) mi sono commossa perché mi hai scritto per il giorno della mia festa. (...) ti abbraccio pensandoti con tutto il cuore. Addio. Colei che ti ama profondamente, Sofia"(4). Sia stata o non sia stata una vera storia d'amore, quella "relazione" avrà senz'altro rappresentato un momento di dolcezza per la breve vita del giovane Franz. Colpito dalla tisi, il giovane duca di Reichstadt se ne andò il 22 luglio 1832. Aveva solò ventuno anni. Sofia, che aveva da poco avuto il suo secondo genito, appena venne informata della notizia svenne. Franz venne sepolto nella Chiesa dei Cappuccini, a Vienna. Alle sue esequie partecipò una grande folla sinceramente commossa. "Tempo dopo, e dopo la tragica morte del figlio Massimiliano (...) l'Arciduchessa Sofia - narrava F. Sanvitale – lasciò scritto che era suo desiderio riposare nella morte vicino alla tomba del figlio e a quella del duca di Reichstadt" (5). I resti mortali di Franz, oggi, si trovano all'Hotel Des Invalides, a Parigi. Vi furono trasferiti, nel dicembre del 1940, per volontà di Adolf Hitler, e vennero inumati nella Dome des Invalides vicino alla tomba del padre, Napoleone I. Sulla lapide venne scritto solo "Napoleon II Roi de Rome".

Eugenio Maria Gallo

 

Note

  1. Cfr. F. Sanvitale, Il Figlio dell'Impero, Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino 1993 p. 491.
  2. Ibidem.
  3. Ibidem, pp. 491- 492.
  4. Ibidem, p. 426.
  5. Ibidem, p. 613.