LA SERATA CON DANTE ALIGHIERI IN VERNACOLO CALABRESE

Chi ha pensato che il dialetto calabrese è ormai desueto si sbaglia e di molto. Infatti, ascoltare l’interpretazione che Eugenio Maria Gallo e Giuseppe Abbruzzo hanno dato di alcuni canti della Divina Commedia è stato l’apoteosi della lingua madre, appunto il dialetto. Nell’era moderna i ragazzi vengono sgridati se non parlano italiano e il dialetto? Anzi, i dialetti, perché ogni comunità ha il suo, viene osteggiato e quindi va nel dimenticatoio. Eppure sono proprio quei vocaboli che si usavano un tempo a dare la dimensione esatta di situazioni, argomenti, cose, insomma basta una parola che ha un senso quasi planetario per capire tutto. Su queste basi così tangibili, i due professori hanno dato il meglio nella sala consiliare di San Marco Argentano. Eugenio Maria Gallo con il suo dialetto del Savuto o meglio dipignanese e Giuseppe Abbruzzo leggendo la trascrizione di Salvatore Scervini, l’acrese che per primo ha tradotto l’intero poema dantesco. In questo clima culturale così avanzato si è voluto ricordare la figura del sommo poeta in un modo inusuale, attraverso il dialetto locale che ha un suono particolare e che è molto più difficile dallo stil novo di Dante. Infatti, oggi più che mai chi sa scrivere in vernacolo e leggerlo sono rimasti in pochi. In sala un pubblico attento e silenzioso che a fine incontro ha espresso le proprie considerazioni, ciò ha contribuito a coinvolgere integralmente chi stava al tavolo della presidenza e chi, invece, si presentava come spettatore colto a sua volta. E’ stata una piacevolissima serata ed un raro esempio di come la cultura possa manifestarsi in vari modi. A presenziare i lavori il sindaco di San Marco Argentano, Virginia Mariotti, particolarmente affascinata da questo momento culturale, tanto da mandare il suo vice nella nobile cittadina di Altomonte e preferire di restare nella sua città, alla fine ha mostrato tanto interesse da invitare in futuro chi fa cultura nel proprio comune quali ospiti graditi. Ancora una volta si è costruito un ponte di amicizia e di collaborazione, si sono aperte altre porte che ne fanno del nostro territorio uno e uno soltanto, in simbiosi con le idee che mettono tutti d’accordo che sono quelle della cultura e dell’arte. Sono proseliti che da tempo semina l’associazione la Città del Crati che da anni attraverso organizzazioni di tali manifestazioni si pone all’apice dell’intercomunalità di proposte per lo sviluppo dei popoli. Lo fa anche la casa editrice Apollo Edizioni, con la sua titolare Antonietta Meringola, che da organizzatrice ha posto la riflessione su “il territorio si racconta” e lo sta facendo con iniziative nei comuni di Bisignano, San Demetrio Corone e San Marco Argentano e continuerà il prossimo mese di dicembre a Rogliano, invitando il sindaco della città del Guiscardo in trasferta nel Savuto per assistere alla consegna dell’oscar a personaggi “Eccellenze di Calabria”. A moderare i lavori, Franco Veltri, sammarchese doc, che ha saputo coinvolgere in questa iniziativa personalità del mondo culturale, come la stessa presidente del Cif locale, Maria Turano, alla quale è stato fatto dono della registrazione dell’appuntamento su Dante che ha riguardato le donne del poeta fiorentino nella Divina Commedia e di una poesia scritta per l’occasione per le donne dal poeta e scrittore Eugenio Maria Gallo. Piccoli ma significativi contributi ad un meccanismo oleato di semplicità, passione e sincerità, che costruiscono autostrade d’amicizia. Il Centro Studi Internazionale Normanno Svevo di San Marco Argentano coinvolto in questa bella esperienza dantesca, ha espresso con il suo vicepresidente, Francesco Losardo, la voce incredibilmente impostata nella lettura dei canti danteschi, dimostrando un qualificato senso interpretativo a sua volta. Un vero trionfo questa performance sotto tutti gli aspetti, sia culturali che sociali. San Marco Argentano, ancora una volta dimostra la propria indole accogliendo ed includendo nel proprio tessuto sociale tutto ciò che di bello si fa per amore della propria terra. Una scelta amministrativa e comunitaria, che ne fanno di questo popolo una Diocesi che dispensa la vera parola di Dio che ci raccomanda di essere fratelli. Cornice, quindi, più che ideale, la sala consiliare, che dimostra di essere una bomboniera, anzi, un dispensario di emozioni. Infatti, in chiusura il professore Renato Guzzardi, ha paragonato la casa comunale quale supermercato in cui si apprezza e si acquistano gratis le emozioni e nel corso della serata sono state tante. Ci sembra più che superfluo sottolineare la bravura dei due professori Abbruzzo e Gallo, sono dei veterani nel mondo culturale, formatori ed informatori, da anni non solo sono testimoni della cultura storica del passato, ma la riempiano di contenuti moderni, perché loro stessi ne sono primi attori. Una cornice per tutti i protagonisti, compreso l’assessore alla cultura, Aquilina Mileto, che sta lavorando bene in un ambiente culturale che sembra facile, ma che non lo è affatto e non ci riferiamo solo a gelosie di mentalità, ma nel modo stesso di costruire e organizzare. Presso il Centro Studi poi un momento conviviale veramente eccellente, finanche il dolce che la prof.ssa Turano non ha fatto mancare e poi dalle castagne allo spumante fresco che il poeta della Valle dell’Esaro, Damiano Salerno, ha contribuito ad inumidire palati e voce di chi ha fatto da coro ai due artisti: Alfio Moccia che ha cantato e suonato il sirtaki e Francesco Losardo con un repertorio napoletano e romano che ha scaldato i cuori. E così ci si avvia al ritorno, si vorrebbe restare ancora, tanto è piacevole l’intrattenimento, ma Roby Hood, l’amico Roberto Rose, ci richiama all’ordine, lui che da sempre dispensa disponibilità per tutti quelli che ne hanno bisogno, un animo che ben si confà con lo spirito di prendere ai ricchi per dare ai poveri. Se si voleva creare un quadro reale e non virtuale, tutte queste pennellate hanno contribuito a farlo diventare così vivo che se ne ricorderà a memoria, perché i quadri d’autore non hanno valore e non hanno tempo, si fanno ammirare per l’eternità per ciò che sanno esprimere. Le persone citate ed altre più in sordina, hanno dipinto una meravigliosa tela sammarchese e perfino incorniciata.

Ermanno Arcuri