LA POESIA DI DAMIANO SALERNO TRA PROFUMI DELLA VALLE, SOSPIRI DELLA TERRA E SENSO D'UMANITA ' - acura di Eugenio Maria Gallo -

Damiano Salerno, poeta della Valle dell'Esaro, è il cantore saggio della vita nelle sue espressioni più varie, dagli affetti agli eventi, dalle tradizioni alle vicissitudini della quotidianità, dal dolore all'amore, dalla memoria alla terra. E la terra, meglio ancora Terra, ritorna di continuo, nei suoi versi, anzitutto come orizzonte privilegiato di osservazione e, quindi, come radici, come habitat e come espressione d'un mondo e d'una vita. La dimensione terragna della poesia di Damiano Salerno è l'essenza stessa del suo sentire di uomo e di poeta, un sentire che è ricco di valori e di umanità e che si estrinseca in una voce schietta e genuina come genuina e schietta è la sua persona. Una poetica essenziale, quella di Damiano Salerno, lineare ed essenziale nella forma, senza fronzoli e "barocchismi", e profonda nel mondo dei suoi sentimenti, delle sue osservazioni e del suo messaggio. Il suo dettato, sostenuto da una musicalità che non sorge solo dalla rima, affascina il lettore e, quasi prendendolo per mano, lo trasporta nel mondo, che i suoi versi disegnano e traducono in immagini, e nell'armonia d'un canto che addolcisce l'uomo e ne rasserena l'anima. "La poesia – egli dice - rende ricco chi la possiede, / chi esprimendola, la dona agli altri, / rende altresì ricco chi la riceve, / è la chiave che può aprire ogni tipo di serratura, / per accedere al cuore di ognuno, / vorrebbe sempre essere gioiosa, / (...) / Perché la poesia è vita che nasce, / che vuole fiorire come un bel prato primaverile" (1). E' una poesia che nasce dal cuore e al cuore ritorna, la poesia di Damiano Salerno. E' una poesia che è espressione d'una poetica che, sia nei versi in lingua che in quelli in dialetto, nasce da un dettato intimo, frutto d'una parola- immagine in cui trovano vita e prendono corpo i profumi della Valle, i sospiri della Terra ed il suo forte senso d'Umanità. Nei versi di Damiano Salerno, poeta della Valle dell'Esaro, i profumi ed i colori della Valle si manifestano in tutta la propria magnificenza. "Esaro – egli canta – arteria, linfa della dolce valle, / vederti scorrere, ricordi in me rinnova, / le piogge torrenziali, le piene con le falle, / fiumi di sensazioni il cuore mio riprova. / Nelle calde estati profumo di bucati, / canzoni di belle, amori appena nati, / 'giuncaroli, viminari' sulle tue sponde, / a riposarsi il mezzodi sotto le fronde: / Acqua sana, cristallina, fiori profumati, / ragazzi che nell'acqua giocavano senz'onde, / anguille arrosto e cavedani pregiati,/ madri gelose dietro le figlie come ronde" (2). Quanta serenità in questi versi che ricordano la Valle d'un tempo lontano e quanta gioia in quell'immagine del riposarsi sotto le fronde, in cui sembra quasi sospirare un'eco della poesia del Tasso. Ed egli è poeta della Valle perché di essa coglie i palpiti e le sensazioni, il respiro del tempo e del suo svolgersi, il ritmo delle stagioni ed il paesaggio, le voci e le attese, il lento scorrere delle acque e la brezza delle vicine montagne e li esprime in una misura di elevata serenità, quasi racchiudendoli in un fiore: "Io farfalla, tu fiore, / vivere di nettare / sentir l'amore / Tu terra, col prato in fiore, / io acqua fresca, / che ti bagna il cuore" (3). Ma è anche poeta della Terra, della sua vita e della sua vitalità: " 'Ricorda figlio!', sento ancor la voce / del mio amato padre contadino: / 'La terra è vita, guarda quel bel noce, / mangi i suoi frutti e fai anche il nocino / (...) / Rispetta, figlio, questi gran tesori, / il pane, l'olio, il vino benedetti, / ringrazia Dio gustandone i sapori, / gioie sopr'ogni tavola o banchetti" (4). E della sua terra egli canta la memoria storica e l'umana dimensione, la natura e le radici: "Per noi di Picilia finito è il corso, / Servito a rinnovar la lingua madre, / riaperto del passato ogni percorso / che qui condusse ogni antico padre" (5). E'una Terra, quella del suo canto, che è, nello stesso tempo, fonte di vita, rifugio e Madre non solo d'un popolo, ma dell'umanità: "Partirono un dì cercando tesori, / figli del Sud con le loro valigie, / (...) / Ma i bravi figli ci seppero fare, / perché eran fieri, erano forti, / i figli del Sud si fecero amare" (6). Nel suo canto si affacciano, così, sentimenti ed emozioni, stati d'animo e sogni che sono sì segno d'una realtà e d'un mondo, ma sono anche metafora del mondo e dell'uomo universale. Ed, infine, Damiano Salerno è poeta dal forte senso d'Umanità, perché nei suoi versi vivono le gioie e gli affanni, le fatiche ed i successi, le illusioni e le delusioni, i sogni e le speranze deluse dell'uomo del suo mondo quotidiano, ma anche d'ogni uomo dell'universo mondo, alla cui vita egli guarda con simpatia e con un forte senso d'umanità e di fraterna partecipazione: "Nu fidu ti facimu e assai cuntanti, / cambiali pi decianni rinnuvati / migliora casa e terra cumu tanti / tu e la famiglia tua siti salvati! / In cambiu na puteca sulamenti ... / ... / Trent'anni su passati e anzianiaddru / ancora casa e terra mpignurata / ogni juarnu va mpriastu povariaddru / d'interessu d'inchìja na camiunata!" (7). Si avverte, in questi versi dal senso satirico, il respiro triste dell'uomo di cui, con delicato e solidale sentimento, egli esprime l'affanno. Ma è l'uomo di sempre il protagonista dei versi di Damiano Salerno, non semplicemente l'uomo della sua Valle, della sua Terra e della sua Umana Dimensione, è l'uomo d'ogni luogo e d'ogni tempo e, soprattutto, l'uomo di questo tempo odierno avaro e indifferente.

Eugenio Maria Gallo

1.                   Cfr. Damiano Salerno, "La Poesia" in Damiano Salerno, Gocce di rugiada nel deserto – Poesie, pensieri, proverbi – Luigi Pellegrini Editore Cosenza luglio 2016, p. 22,

2.                   Cfr. Damiano Salerno, "Inno alla Valle dell'Esaro" in Damiano Salerno Fiori di Ginestra Luigi Pellegrini Editore Cosenza giugno 1997, p. 46

3.                   Cfr. Damiano Salerno, "Nettare di fiore" in Damiano Salerno Sussurri di primavera, Luigi Pellegrini Editore Cosenza luglio 2005, p. 27.

4.                   Cfr. Damiano Salerno, "La terra è vita" in Damiano Salerno, Gocce di rugiada nel deserto – Poesie, pensieri, proverbi – Luigi Pellegrini Editore Cosenza luglio 2016, pp. 161- 163.

5.                   Cfr. Damiano Salerno, "Corso Arbereshe 2006" in Damiano Salerno, Gocce di rugiada nel deserto – Poesie, pensieri, proverbi – Luigi Pellegrini Editore Cosenza luglio 2016, p. 60.

6.                   Cfr. Damiano Salerno, "I bravi figli del Sud" in Damiano Salerno, Gocce di rugiada nel deserto – Poesie, pensieri, proverbi – Luigi Pellegrini Editore Cosenza luglio 2016, pp. 63- 64.

7.                   Cfr. Damiano Salerno, "Ricuzzu e lu fidu" in Damiano Salerno Sussurri di primavera, Luigi Pellegrini Editore Cosenza luglio 2005, pp. 57- 58- 59.