ITALIANI COME BEOTI IN RUSSIA INFERMIERA SOTTO LA TUTA ANTI-COVID TRASPARENTE MOSTRA IL BIKINI

Non per Covid-19, ma a causa di altre patologie si registrano due morti di grandi professionisti. Dallo sport giunge notizia della dipartita di un signore del calcio, tifosi del Napoli in lacrime. Gigi Simoni, ex tecnico del Napoli aveva 81 anni, nella sua lunga carriera sia da calciatore che da allenatore è approdato a Napoli. Con l’Inter ha vinto una coppa Uefa nel 1998, fu il tecnico che riuscì a far rendere al meglio Ronaldo in maglia azzurra. E’ m orto anche il giornalista Rai Claudio Ferretti. Quanti se lo ricordano, voce storica di “Tutto il calcio minuto per minuto”, è stato poi tra i conduttori del Tg3 di Sandro Curzi. E’ morto a Roma a 77 anni, lo rende noto l’Azienda di Viale Mazzini che ricorda la competenza, la passione e la grande professionalità che lo hanno contraddistinto come esempio di giornalista del Servizio pubblico. La vita, comunque va avanti, il mondo non si ferma, i contagi da coronavirus diminuiscono e così le morti. Tra queste notizie ne vogliamo dare una bella, un papà dio Cosenza dona il fegato al figlio neonato e ora stanno bene. L’intervento è avvenuto a Palermo. Il prof. Zangrillo alla trasmissione “Che tempo che fa” smonta sia Fazio che Burioni che restano di sasso. Nell’ultima puntata il professore Alberto Zangrillo del San Raffaele si lascia andare a uno sfogo. Durante la puntata si rivolge a Fazio: “Io credo – ha affermato il medico – che sia importante interrompere la sospensione delle notizie che derivano dalla clinica. Credo che i virologi si debbano, prima di tutto, mettere d’accordo tra loro. Io li lascio nel loro ambito ma lasciate che vi descriva quello che capita in un ospedale di riferimento come il mio. Stiamo osservando dei quadri clinici assolutamente definiti lievi. Per esempio negli ultimi cinque giorni abbiamo ricoverato tre pazienti provenienti all’esterno che sono in un reparto di normale degenza. In questa narrazione del Covid-19, che ci appassiona o ci terrorizza da ormai quasi tre mesi, dobbiamo metterci d’accordo, Continuiamo a trattare gli italiani come dei beoti da chiudere in casa, perché li consideriamo dei bambini che non sono in grado fi proteggersi e di tutelare il prossimo oppure dobbiamo dare retta a quello che leggiamo tutti i giorni dalla clinica?”. Ma la notizia virus-gossip esiste e l’abbiamo scovata in Russia. In reparto con il bikini sotto la tuta, infermiera viene multata lei risponde “Avevo caldo”. La vicenda in un ospedale russo. L’infermiera del reparto di malattie infettive, è stata sottoposta a una sanzione disciplinare, ora la giovane, impiegata in uno dei settori più a rischio della struttura, è stata sottoposta a sanzione disciplinare. Che i dispositivi di protezione individuale siano fastidiosi e difficile da sopportare si sa già da tempo, con l’arrivo del caldo però i disagi sembrano aumentare. E nella moda il Covid-19 è per gli esperti il fashion renting una soluzione contro la crisi commerciale. Notizia che il Messaggero pubblica, specificando come abiti ed accessori invenduti fino alla riapertura degli store e quel desiderio di shopping dopo mesi di reclusione è più vivo che mai negli animi dei mondaioli. Nella Fase 3, il noleggio dei capi grazie al fashion renting, sembra essere l’ultima frontiera “green” e sostenibile in fatto di stile. Senza muoversi dal divano, rispettando le norme igieniche e curando idealmente le fobie degli ipocondriaci, ancora spaventati dal probabile contagio da virus. Mentre la scoperta di un universo parallelo dove il tempo scorre al contrario. La ricerca arriva dalla super antenna Anita che studia i neutrini e ipotizza un Big Bang alternativo, scoperta fatta dalla Nasa, anche se già c’è chi ridimensiona la portata di tale scoperta. In Calabria una lettera accorata di Maria Teresa Carere di San Giorgio Morgeto inviata a Iacchitè.it. “Io e mio marito facciamo parte della schiera di calabresi rientrati dal nord dopo mesi per colpa del lockdown. Sfortunatamente noi non siamo stati sottoposti a tampone, nonostante le procedure per il rientro in Calabria siano state seguite alla lettera. Io e mio marito siamo giunti in regione la sera del 7 maggio in auto dalla Valle D’Aosta. Avevamo contattato con dovuto anticipo il medico curante, chiedendo anche se ci fosse un orario specifico per poter effettuare il tampone, dato che per chi rientrava con mezzi propri la procedura da seguire consisteva nel sottoporsi a controllo di polizia e tampone nell’area di servizio relativa alla propria zona di residenza. Nel nostro caso, l’area di servizio sulla A2 designata a controllo era tra lo svincolo di Rosarno e Gioia Tauro. Ebbene giunti a destinazione alle 19.45 del 7 maggio, siamo rimasti basiti e sconcertati del fatto che non vi si trovasse più nessuno ad effettuare n+ la registrazione né il tampone, benchè il medico curante ci aveva comunicato che fino alle 21 ci sarebbe stata l’ambulanza con il team per effettuare il famigerato tampone. Per caso fortuito incontrammo una pattuglia della polizia, che a seguito della nostra richiesta di registrare il nostro arrivo ci consigliava, non essendo loro gli addetti alla registrazione ma solamente una pattuglia in transito, di recarsi alla caserma dei carabinieri del nostro paese per autodenunciarci. Preoccupati sin non trovare nessuno alla caserma del nostro paese, all’uscita dell’autostrada ci recammo alla caserma di Gioia Tauro da dove suggeriscono di passare a Taurianova; a Taurianova un ennesimo scaricabarile verso la caserma di san Giorgio; a San Giorgio la caserma era vuota ma per fortuna incontrammo la volante nella piazza principale dove finalmente potemmo autodenunciare il nostro arrivo. Il mattino successivo ricevemmo dal Comune l’ordinanza di quarantena ma la mia preoccupazione rimaneva il tampone poichè volevo assicurarmi di poter andare a trovare i miei congiunti senza la paura di essere l’untrice del caso. Di santa pazienza e armata di telefono cominciai quindi a chiamare prima il numero verde per l’emergenza covid della Regione, la cui operatrice mi disse che ad effettuare i tamponi sarebbero stati gli operatori della Protezione civile su indicazione dell’Asp di competenza e mi diede i numeri di telefono di entrambi; alla Protezione civile chiesi se fosse venuto qualcuno a casa a farmi il tampone e mi dissero di parlare con l’Asp di Reggio Calabria; dopo infinite telefonate senza risposta, la risoluzione al mio problema per l’Asp di Reggio Calabria consisteva nel contattare tramite il mio medico curante della Piana di Gioia Tauro. I medici curanti mi prescrivono la ricetta del tampone ma mi fanno capire che senza sintomi nessuno ci farà niente; di fare la quarantema obbligatoria e di uscire normalmente alla fine del periodo. In base ai bollettini divulgati dalla Regione, le persone in quarantena volontaria poiché rientrate alla propria residenza sono oltre 10 mila persone; i tamponi effettuati a chi è rientrato circa 5114 alla data del 18 maggio. La mia domanda è: e gli altri?!? In base a questi dati mancano all’appello più di 5mila tamponi a persone che sono rientrate e a breve finiranno la quarantena. E se tra loro ci fosse una percentuale di asintomatici che andrà a destra e a manca col rischio di diffondere il virus inconsapevolmente? Chi come me che ci riflette magari eviterà il più possibile il contatto con le persone oppure andrà ad effettuare un test privatamente se se lo può permettere…ma sono tutti così coscienziosi? Sinceramente dubito. Purtroppo è vero che chi si aspettava che forse qualcosa fosse cambiato, deve solo constatare con profonda amarezza che non è così.

Ermanno Arcuri