INDOSSARE DELLE MASCHERE, RIFLESSIONI SULL’ OMELIA DI PADRE FABIO OCCHIUTO

L’evento incontro dei santi di Calabria, Sant’Umile e Sant’Angelo, vissuto in totale spiritualità, per poi guardare al quotidiano e tutto ciò che ci circonda, presenta il conto di alcune riflessioni da approfondire. Lo stimolo è dato dalle parole, dai discorsi, dalle emozioni che ci danno i ripetuti appelli del Ministro Provinciale dei Minimi, Padre Fabio Occhiuto. Chi è attento alle sue omelie, come quella ultima in occasione della ricambiata visita di Sant’Umile ad Acri per i festeggiamenti della ricorrenza di nascita di Sant’Angelo, ci sembra opportuno non ridurla alla semplicità seppur maestosa dell’evento, ma al messaggio che quelle parole pesanti come un macigno l’alto prelato consegna ad ogni fedele, a tutte le persone che in simbiosi con la propria coscienza con essa discutono, si emozionano, vivono la vita nella misericordia, solidarietà, fratellanza ed amore. Ma cosa dice padre Fabio, partendo dall’evento di grazia dell’incontro dei due santi, che coinvolge Dio, beneficando la nostra vita, toccata dallo Spirito Santo ed è una grande opportunità. Dobbiamo essere noi ad aprirci ed accogliere Dio, così come hanno fatto i due meravigliosi santi, uomini della nostra terra. Santità, quindi, come possibilità per tutti. Capire significa purificare l’idea di santità, questo è possibile senza scoraggiarsi, raggiungere la santità significa portare fuori di noi il meglio della nostra vita, compiere la propria vita nell’amore. Basterebbe già questo per entrare in conflitto con noi stessi che ai messaggi non seguono i fatti, anzi, molto spesso si dimenticano proprio i veri valori. Padre Fabio parla di una vita unificata e la spiega in modo semplice, con la sperimentazione tra di noi di divisione, indossando delle maschere in base a dove ci troviamo. Possiamo vivere la fede solo in chiesa e in altri contesti non vivere niente del Vangelo e degli insegnamenti di Gesù. Questo significa essere divisi, essere tante persone e non arrivare all’armonia. I santi sono persone che non vivono questa doppiezza, questa ipocrisia, perché lo Spirito Santo ha veramente realizzato in loro l’opera del battesimo che ha portato dentro di noi, diventare figli di Dio. Diventando figli riconosciamo che ci sono tanti fratelli, questo cambia tutta la nostra vita, perché Dio donando tutto vuole partecipare la sua vita a noi. Con i sacramenti noi accogliamo i doni della vita di Dio, ci nutriscono in direzione della santità. E’ importante praticare la fede, celebrarla, vivere il contatto con le cose sante, ma è importante anche collaborare con la nostra vita. La libertà è assecondare la parola di Dio, solo così si crea armonia e non ci disperdiamo. Seguire i frutti dello Spirito Santo, che ci danno la vera gioia, ciò che desideriamo e vorremmo ricevere dagli altri, come la bontà, la benevolenza, la mitezza, la pace, la gioia, la pazienza ed altro ancora. Bisogna allontanarsi dai peccati che non sono così astratti, la fornicazione, l’idolatria, la discordia, la gelosia, l’ubriachezza ed altro ancora. Sono situazioni che noi viviamo e si rischia di alimentare, il peccato ci prometta la gioia, ma è un inganno. Il peccato è un inganno che ci svuota, ci priva della capacità di amare. Si guarda ad Umile ed Angelo, perché loro hanno saputo camminare sulla strada accogliendo la grazia di Dio, per questo sono diventati testimoni, sono per noi degli esempi, che hanno cambiato la storia e possono cambiare la nostra società. I santi portano la potenza di Dio, che è l’amore. I santi manifestano la misericordia, incoraggiandoci a seguire l’amore di Gesù. Se non c’è quest’amore ci manca l’entusiasmo di vivere la fede, Umile ci insegna come stare davanti a Dio, non da superbi, non da persone arrivate, non da persone perfette, ma da piccoli, persone che si lasciano aiutare, si lasciano guidare. Rimanere uniti nell’amicizia dei nostri santi, non c’è amicizia più bella, più fedele se non quella dei santi.

                                                                                  Ermanno Arcuri  

                                                                                  ermanno.arcuri@tiscali.it