DOMENICA DELLE PALME 2020 DIVERSA DALLE ALTRE DEL PASSATO

E’ più di un mese che la gente è obbligata a stare in casa, la pandemia sembra diminuire nei contagi, ma i morti sono ancora tanti a causa del coronavirus. In questa domenica delle palme, si sente maggiormente la nostalgia di quel rito religioso che ridava coraggio per affrontare i flagelli della vita, come il Cristo si è sacrificato per l’umanità. Il flagello del 2020 si chiama pandemia, che non permette alcuna affluenza in chiesa e niente benedizione dei rametti d’ulivo, che riportate a casa proteggevano il nucleo familiare. Attorno alla settimana della Santa Pasqua, un giro d’affari notevole, ma in questo anno bisestile non succederà, anche perché con i prezzi quasi raddoppiati in alcuni punti commerciali, per chi non può lavorare, diventa un miraggio acquistare lo stesso uovo, emblema del periodo pasquale. Non ci sarà neppure quest’anno la benedizione a casa da parte del prete, tutto questo è vietato, la distanza sociale deve essere garantita e non c’è possibilità di spostarsi. Ma ci sono sempre i furbetti che non rispettano questa ordinanza. Il primo cittadino, Francesco Lo Giudice, con un audio messaggio invita e ricorda ai propri concittadini che si sta per concludere la fase uno, ma visto l’aumento dei contagi in Calabria è indispensabile rispettare la prescrizione ad uscire da casa. Sono diciotto i paesi chiusi nella regione a causa del coronavirus, Bisignano al momento non fa registrare nessun caso, ma è indispensabile restare vigili, perché basta un niente e la situazione potrebbe diventare tragica e non solo preoccupante. Sarà, comunque una Pasqua sottomessa, lo dimostra anche la giornata di oggi, l’unica possibilità è seguire il rito religioso attraverso i teleschermi. Resterà, comunque, negli occhi di tutti l’immagine di quell’uomo vestito di bianco a dire messa e implorare il Cristo di fermare la pandemia in una piazza che per la prima volta è totalmente vuota. Non resta che farci gli auguri attraverso i social anche tra parenti, sicuramente la passione di Cristo si vivrà con maggiore attenzione, così come la resurrezione, che mai come questa volta la speranza è che a risorgere sarà la stessa umanità chiamata a superare uno dei periodi più nefasti, cambiando radicalmente la propria esistenza seguendo ciò che Cristo ha lasciato in eredità, solidarietà e volersi bene senza differenza di razza o di ceto, preservando gli anziani memoria storica di una civiltà, eliminando la violenza e gli interessi che sono causa di discriminazioni tanto violenti da annullare la volontà di Dio, che vuole l’uomo espressione d’amore. Mancherà la processione del venerdì santo, molto partecipata, con quei canti particolari che ne fanno una delle più interessanti di tutta la regione. L’ufficio liturgico dell’arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, “attenendosi alle indicazioni venute dalla Santa Sede (Congregazione del Culto divino), dalla Cei, dall’arcivescovo di Cosenza, mons. Francesco Nolè, e naturalmente dalle Autorità civili preposte alla sicurezza”, ha predisposto un Sussidio “per agevolare i parroci nell’organizzazione dei riti della Settimana Santa e aiutare i fedeli a seguirle in famiglia attraverso i media”.

Ermanno Arcuri