COSENZA: GUIDA ALLE SCULTURE DI COSENZA

I giovani devono apprendere, i ragazzi devono studiare, gli studenti devono impegnarsi a fare ricerca, gli alunni devono sapere di più sul proprio territorio perché li rende più colti e aiuta a pianificare la conoscenza della vera realtà storico culturale della propria terra. E’ un po’ tutto questo ciò che emerge dalla presentazione del libro: “Guida alle sculture di Cosenza”. A ribadire questa forma di apprendimento da divulgare nelle scuole è stato Mario Bozzo durante il suo intervento, presidente del Premio per la Cultura Mediterranea. Inoltre, Bozzo, ha sollecitato di fare qualcosa affinchè le opere che costituiscono il Museo all’Aperto Bilotti, nel centro del capoluogo cosentino, diventino progetto centrale e non una presenza indifferente per gente che passeggia e non si rende conto, non si cura affatto del grande patrimonio che è stato donato alla città da Carlo Bilotti. Il libro edito da Luigi Pellegrini Editore, vuole contribuire a fare una mappatura di quante opere sono presenti a Cosenza, di altre in procinto di trovare sistemazione e di quelle che abbelliscono le mostre private in Italia. La pubblicazione nasce dall’idea del gallerista Enzo Le Pera, che ha fatto ampia ricerca ed in collaborazione con Roberto Bilotti, mecenate, critico e collezionista d’arte, il libro è nato sotto buoni auspici, perché vuole essere strumento che racconta parte della storia cittadina in campo artistico. I personaggi “anta” cosentini sono sempre in prima linea, non pesano gli anni e lo dimostra l’energia infaticabile di Enzo Le Pera, il quale solo qualche giorno fa ha festeggiato i 50 anni della sua galleria il Triangolo, che ora è gestita dal figlio Giorgio, ma l’irrequieto critico d’arte e scrittore non si ferma, produce in campo letterario di continuo richiamando presso il terrazzo Pellegrini, dove si è svolta la presentazione del volume, molte persone interessate a saperne di più sulle splendide sculture che adornano corso Mazzini. Lo stesso Walter Pellegrini ha affermato che la sua casa editrice ha creduto nel progetto perché in questo modo si avrà una guida per capire e studiare sculture che non devono essere dei soprammobili nelle piazze della città, ma che rappresentano un patrimonio di grande valore e che grazie ad un codice QR Code è possibile in modo gratuito usufruire di un app per ascoltare la voce registrata che ci racconta di ogni opera, chi l’ha realizzata, la motivazione, se ce ne sono altre in Italia e all’estero. Notizie che testimoniano come è ricco il museo all’aperto voluto da Bilotti che nobilita la storia cosentina. Insegnare nelle scuole ciò che la comunità possiede grazie alla donazione di Carlo Bilotti e dei suoi familiari, fieri di aver consegnato a Cosenza uno scrigno prezioso di gioielli da ammirare, ma anche da conservare e tutelare. La donazione non si fermerà solo a queste opere che compiono diciotto anni d’esposizione, come è stato detto durante il dibattito. Il Museo Carlo Bilotti di arte contemporanea è anche a Roma, presso Villa Borghese e ospita dipinti, sculture e acquerelli della collezione donata dall’imprenditore e collezionista italoamericano che comprende opere di Giorgio De Chirico, dipinti di Gino Severini, Andy Warhol e Larry Rivers e una scultura di Giacomo Manzù. A Cosenza il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo ha dichiarato come collezione “d’interesse storico e artistico”, con apposito decreto il Museo all’Aperto Bilotti. Sono 20 le opere d’arte esposte al MAB di Cosenza, realizzate da artisti di diverse correnti di arte contemporanea. Mancava una guida e così Enzo Le Pera e Roberto Bilotti, lavorando assieme, hanno prodotto e catalogato: “Sette di Cuori” di Sacha Sosno, “Testa di Cariatide”, opera di Amedeo Modigliani; “La Grande Bagnante”, opera di Emilio Greco; “Il Grande Metafisico”, “Ettore e Andromaca”, opere di Giorgio De Chirico ed altre ancora come “San Giorgio e il Drago” di Salvator Dalì oppure “Il cardinale” di Giacomo Manzù. A livello istituzionale per il comune di Cosenza è intervenuta Pina Incarnato, ma la stessa moderatrice, impegnata con l’amministrazione per la cultura locale, Antonietta Cozza ha risposto alle provocazioni di Le Pera che vorrebbe un immediato intervento di restauro come per il monumento “Catena Spezzata” dello scultore ungherese Amerigo Tot che risale al 1960, eretto presso il Vallone di Rovito vicino al monumento dei Fratelli Bandiera e di cui la sua grande catena spezzata in ferro rappresenta la mancata riunione fra il nord ed il sud d’Italia dopo il fallimento della spedizione dei fratelli Bandiera e dei loro seguaci. E’ sempre lo stesso Enzo Le Pera che suggerisce di trovare una nuova collocazione più centrale al monumento della catena dopo aver risolto la ruggine che lo sta deteriorando. Tanti gli spunti per un dibattito intenso e già questo ha sancito il successo del libro con Antonietta Cozza che conclude come le richieste sono in linea con le decisioni amministrative per tutelare un patrimonio unico che può vantare la Città di Cosenza.

Ermanno Arcuri