CONFERENZA STAMPA AL VETRIOLO “VERBA VOLANT SCRIPTA MANENT”

Gli ex assessori Gina Amodio e Lucantonio Nicoletti la conferenza stampa “Verba volant scripta manent” aperta ai cittadini, la fanno diventare al vetriolo, mettendo sotto accusa l’esecutivo e in special modo l’operato del sindaco Francesco Lo Giudice. Sintetizzare quanto è stato detto è alquanto impossibile, i due consiglieri che si sono visti togliere la delega con una pec prima dell’ultimo consiglio comunale e privati dalla parola si sfogano davanti ad un pubblico che ha gremito la sala conferenze della biblioteca. Pesante le accuse rivolte al primo cittadino, che secondo il Nicoletti c’è un burattinaio che tira le fila, ma non mancano stoccate nei confronti dell’ex vicesindaco Graziano Fusaro e dell’assessore alla cultura Ornella Gallo, ma non risparmiano nessuno della maggioranza che, per i due hanno chiesto la loro testa e il sindaco li ha accontentati. Se Gina Amodio ha elencato una serie di sue inadempienze rimproverate da Francesco Lo Giudice, ad ognuna di esse ha risposto in modo forte e categorico, sottolineando come in consiglio la maggioranza non si è presentata per giochi politici. Secondo l’Amodio, se il sindaco non avesse revocato gli assessorati in questione, qualche membro non si sarebbe presentato, vanificando quel numero legale per votare il bilancio, per questo il primo cittadino ha ceduto. Gina Amodio si chiede com’è possibile amministrare una città con un sistema che non rende libere le decisioni del sindaco. La consigliere Amodio parla di “ricatto e incoerenza”, sindaco che in un primo momento riconferma le deleghe agli stessi assessori nel rimpasto, ma già dalla prima giunta si sono rivelate situazioni “false ed ambigue”. La stessa Amodio parla del progetto “Bisignano mi coccola”, un pacco dono da dare ai nati nell’anno, ampiamente discusso in giunta, salvo che la neo vicesindaco Gallo pubblica sui social un libro per i nuovi nati da regalare, si chiede Amodio, perché non l’ha proposto in giunta invece di farlo autonomamente sui social? Non mancano le stoccate sulla cultura, che pur valida la città avrebbe bisogno di ben altri interventi strutturali. Secondo la consigliere Amodio il “sindaco ha fallito, membri di questa maggioranza lo rendono in confusione”. Inoltre, si chiede Amodio come mai quelle dimissioni sbandierate da Graziano Fusaro dopo appena sette mesi di amministrazione non sono mai giunte? Secondo i due ex assessori c’è inefficienza nell’amministrazione e per Lucantonio Nicoletti che ha portato delibere, attacca il sindaco sotto l’aspetto organizzativo di cui poco conosce, salvo poi voler affidare un incarico per 40 mila euro ad un professionista imposto da Cosenza, sviscerando tutto l’iter di come è avvenuto. Lucantonio Nicoletti afferma che avrebbe investito la somma per aiutare i precari e racconta tanti particolari di quanta gente si è recata in comune per chiedere di risolvere dei problemi, che il sindaco appuntava salvo poi dimenticarsene totalmente. Inoltre, l’assessore defenestrato, afferma di aver avvisato il sindaco che se non c’erano univoche vedute si sarebbero divisi, questo per dimostrare di non essere attaccato all’indennità di carica, mentre il primo cittadino è attaccato alla poltrona pur di indossare la fascia tricolore. Sui lavori pubblici dice Nicoletti che sono state affrontate solo le problematiche ordinarie e non lavori di rilievo. “Ho risolto l’apertura del ponte sul Crati – afferma Lucantonio Nicoletti – riuscendo a trovare una soluzione tra Comune e Provincia, mentre il sindaco pensava alla sua immagine sui social”. Sul piano regolatore ancora bloccato, il Nicoletti, mette in mezzo il consigliere Francesco Straface, che a suo dire: “deve utilizzare un piano regolatore copiato dalla precedente amministrazione e sono due anni che non lo riesce a fare. La storia ed il tempo giudicheranno chi ha avuto coraggio”. Si preannunciano giornate rigide per “una maggioranza che cerca di rimpinguare le fila attingendo alla minoranza, ricevendo dei no, tranne uno che in maggioranza non lo vuole nessuno” afferma lo stesso Lucantonio Nicoletti. C’è bisogno di tornare alle urne se dopo appena due anni di amministrazione la situazione è così compromessa da non migliore affatto la qualità della vita, ma di peggiorarla a cittadini che avevano creduto nel nuovo.

                        Ermanno Arcuri