BUFFON AL PSG UFFICIALE

Ormai è ufficiale, Gianluigi Buffon, ex portiere della Juventus e della Nazionale Italiana sarà il numero uno che difenderà la porta del PSG di Parigi, ma dubito che si ripeterà numero uno dei numeri uno. Mai avrei immaginato di scrivere un pezzo sullo storico atleta che a 40 anni ha voglia di continuare l’avventura calcistica. Questo perché io sono uno dei tanti juventini tifosi, che hanno visto Buffon bandiera della “Vecchia Signora”. Ma è spontaneo trattare l’argomento, perché vedere Buffon con una maglia diversa da quella a strisce bianconera e con il pollice all’insù, ha rappresentato un forte dolore sportivo. Ok per i tanti soldi che ormai circolano nel calcio, ingaggi faraonici, ma chi è una bandiera deve restare una bandiera. Sarò romantico, come lo è l’opinionista Stefano Cecchi, giornalista e tifoso della Fiorentina, che a RadioSportiva, ha dichiarato che vedere Buffon fare “teatrino”, con addosso una maglia diversa, non ha avuto alcuna gratitudine verso quei tifosi che lo hanno sostenuto, applaudito, seguito, messo su un piedistallo. Spero solo che fra due anni la stessa Juventus non assicuri incarico dirigenziale a chi ha voglia di vincere una coppa, che con la sua Juventus non ha mai vinto. Ma chi è il PSG, se non una società parigina ricca di soldi arabi? Quale tradizione storica può vantare, quali risultati nazionali ed internazionali si possono confrontare alla società torinese? Gianluigi Buffon passerà alla storia, come un qualsiasi calciatore che ha trascorso diciassette anni alla Juventus, dove ha preso gli applausi finali, le lacrime dei tifosi, pensando solo a se stesso, ma non a quello che rappresentava. Se voleva soldi poteva andare in Cina a giocare qualche stagione, ma non in una squadra concorrente in coppa con la (sua) anzi ex squadra Juventus. E mettiamo pure che il cinque volte miglior calciatore al mondo, Cristiano Ronaldo, arriva alla Juventus, si ricorderà l’ultimo minuto della sfida a Madrid, con quel rigore segnato proprio da Ronaldo al divino Buffon, così che la Juve è stata ingiustamente eliminata. Ma c’è di più, nessuno potrà mai dimenticare tutto ciò che ha detto Buffon dopo la partita, con Allegri a giustificare lo scatto di nervi del capitano, ma a questo punto sembra solo che l’abbia fatto perché gli precludeva la vittoria finale di champions. Non va via Massimiliano Allegri, che dice no al Real Madrid, perché ha voglia ancora di vincere in bianconero ed invece va via l’icona bianconera che con questa decisione spacca la tifoseria, ma che i romantici del calcio mai gli perdoneranno l’addio. Il calcio spesso è spudoratamente vendicativo, e se ci sarà una qualificazione oppure una finale PSG Juventus, con un rigore all’ultimo minuto a favore della zebra calciato da Cristiano Ronaldo e messo in rete, cosa farà Gianluigi Buffon,, festeggerà come l’attaccante osannato dagli juventini, così come è stato applaudito a scena aperta dopo quella meravigliosa rovesciata insaccata proprio alle spalle di Buffon a Torino? Caro Buffon hai tradito il tuo passato, sapevi di non essere un calciatore comune, ma eri qualcosa di più e basterà una rete di Ronaldo se vestirà, come sembra, la maglia bianconera, a far dimenticare tanti anni di paratone. Sei voluto tornare fra i tanti e ti auguriamo ancora il massimo, che non sarà mai più la stessa meta di chi per scelta di vita e senza beccare un soldo, ha deciso di essere per sempre un bianconero convinto. Poi si dirà che c’erano altre situazioni che hanno fatto andare Buffon a Parigi, ma resta il fatto che chi si erge a “statua della libertà” deve onorare sino all’ultimo, perché essere una bandiera gratifica tantissimo, ma richiede anche sacrifici da sostenere sino all’ultimo giorno. Consigliamo a Gianluigi Buffon, di ascoltare ogni tanto Zanetti dell’Inter, argentino e capitano nerazzurro, oggi apprezzato dirigente della società ed opinionista serio, ma un esempio valido l’aveva nella sua ex casa con Nedved, vicepresidente di una gloriosa società calcistica che si chiama Juventus, dove hanno militato fuoriclasse come Boniperti o Bettega, per non dire Platinì, che hanno chiuso la carriera indossando la maglia più scudettata d’Italia. E Dino Zoff dove lo mettiamo? E lo stile di Gaetano Scirea divenuto a fine carriere dirigente? Buona permanenza parigima caro Buffon.

                                                                                                          Ermanno Arcuri

                                                                                                          ermanno.arcuri@tiscali.it