ACROMATICO VIDET MOSTRA D’ARTE CONTEMPORANEA A ROSSANO-CORIGLIANO

L’artista internazionale Maria Credidio, resta sempre sul pezzo e con la sua nuova mostra di arte contemporanea lo dimostra affrontando un tema che ha letteralmente conquistato l’interesse sociale umano. Si tratta della pandemia e quindi del Covid-19, mettere in mostra un virus non è stato semplice, ma la Credidio ha sempre dimostrato lungimiranza, sapienza e creatività, valori essenziali per determinare il successo della stessa mostra. Presso il Museo Diocesano e del Codex di Rossano, nel bellissimo centro storico della cittadina bizantina calabrese che si erge su un tufo, l’invito non solo è di andare a visitare “AcromatiCO VIDet Mostra d’Arte Contemporanea”, ma anche sostare tra i vicoli della città che offre incantevoli scorci storici per riportare a casa scatti unici per chi ama la fotografia. Anche la veduta sulla città, percorrendo la strada per la Sila Greca, si incontrano punti panoramici che meglio danno una visione completa della cittadina tra le più belle del Meridione. Amministrando il tempo ed abbinando turismo ed arte, le sale museali sono ben allestite e le guide daranno ampie delucidazioni su dipinti, affreschi, sculture e soprattutto il codex. L’inaugurazione dei capolavori di Maria Credidio è avvenuto lo scorso dieci luglio, e le sale espositive si potranno visitare da martedì a domenica dalle ore 9:30-13:00/16:30-20:30. La mostra resterà visitabile dal 10 luglio al 10 agosto, curatori Cecilia Perri e Michele Abastante. Con questa esposizione si riparte con gli eventi d’arte contemporanea al Museo Diocesano del Codex per una nuova sfida dopo lunghi mesi di chiusura. E’ un modo come tornare a vivere, il potere dell’arte ha queste capacità di far superare momenti difficili e quello che ancora stiamo vivendo nel mondo è sicuramente se non il più tragico è tra quelli che mai nessuno avrebbe voluto vivere ed augurare all’umanità. “AcromatiCO VIDet” è un viaggio profondo ed essenziale compiuto dall’artista nel lungo periodo di lockdown. C’è chi ha vissuto il periodo di stare obbligatoriamente in casa rimettendo a posto le cose, rivisitare foto di viaggi o riscoprire ricordi che hanno un particolare affetto e per la vita frenetica avevamo dimenticato, c’è chi ha dedicato i lunghi giorni tra le mura domestiche a scrivere oppure a dipingere. Maria Credidio mostra le sue venti creazioni basate sulla valenza spirituale del cerchio e su una rigorosa monocromia pronte a dialogare con gli oggetti d’arte antica custoditi nel museo, per mostrare la voglia di continuo dialogo e di convivenza tra la bellezza del nostro passato e quella racchiusa nei nuovi linguaggi artistici del presente. Ovviamente tutto ciò che descriverà il periodo funesto del coronavirus, resterà indelebile nella mente del presente, ma anche delle generazioni future alle quali si augura che un periodo del genere possano non viverlo mai. Si tratta di “opere volutamente antidepressive, impersonali e permeate da una marcata freddezza emozionale, come nelle migliori produzioni della Minimal Art” (Mario Verre). Artista poliedrica, Maria Credidio, impegnata in una intensa attività di sperimentazione della migliore pittura del dopoguerra, ha partecipato a numerose rassegne artistiche italiane ed europee, le sue opere si trovano presso importanti centri d’arte e musei. La mostra è organizzata dall’associazione culturale “Insieme per Camminare”, ente e gestore del Museo Diocesano e del Codex, è patrocinata dall’Arcidiocesi di Rossano-Cariati e dal Comune di Corigliano-Rossano. “Sintesi, raffinatezza e silenzio sono ingredienti caratteristici dell’opera di Maria Credidio. La luce dei suoi monocromi vibra tra i bianchi e neri in un miniralismo che tende all’eliminazione di tutto ciò che considerato non essenziale porta l’osservatore a godere di spazi aperti, luminosi, incontaminati in quanto privi di quel decorativismo che crea spesso nell’opera un inutile rumoroso disturbo” (Anna Boschi). L’artista Credidio ancora una volta dimostra la sua sensibilità abbinata alla creatività comprensibile non solo a chi ama l’arte, ma anche chi ne apprezza solo il messaggio che l’opera finalizza nel tempo.

Ermanno Arcuri